La crisi del Sudafrica. Cosa accadrà dopo le prossime elezioni?

Il Sudafrica, noto come nazione arcobaleno, sta attraversando una grave crisi e necessita urgentemente di un’alternativa al declino dell’African National Congress (ANC)

di Antonio Adriano Giancane

Il Sudafrica è noto come “nazione arcobaleno” per la sua straordinaria diversità etnica, culturale e linguistica. Questo termine è stato coniato dall’arcivescovo Desmond Tutu dopo la fine dell’apartheid e l’elezione di Nelson Mandela come primo presidente nero del paese. L’arcivescovo Tutu utilizzò questa metafora per descrivere la nuova società multirazziale e multiculturale che emergeva, caratterizzata dalla convivenza pacifica e dall’unità tra i diversi gruppi etnici e razziali del Sudafrica.

Nel 1994, l’elezione di Nelson Mandela come primo presidente nero ha segnato una transizione pacifica dall’apartheid alla democrazia multirazziale. Tuttavia, dopo un decennio di successo, l’ANC ha visto un aumento della stagnazione economica, criminalità, fallimento dei servizi pubblici e corruzione.

La maggior parte dei sudafricani afferma che rinuncerebbe alle elezioni, previste per il prossimo 29 maggio, se un governo non eletto potesse garantire sicurezza, lavoro e alloggi. 

Nei prossimi cinque anni, le istituzioni sudafricane dovranno dimostrare la loro capacità di resistere a politici corrotti e l’opposizione dovrà reinventarsi. La popolarità dell’ANC è in calo e potrebbe essere costretta a formare una coalizione, possibilmente con l’Alleanza Democratica (DA), un partito moderato e liberale.

L’ANC potrebbe allearsi con partiti estremisti come l’Economic Freedom Fighters (EFF) e l’uMkhonto weSizwe (MK), o mantenere il potere con una maggioranza risicata. Le speranze di riforma sono state deluse da Cyril Ramaphosa, che ha anteposto l’unità del partito all’interesse nazionale, permettendo la corruzione e la violenza politica.

Dal 1994 il tasso di disoccupazione è aumentato costantemente raggiungendo il 33%, il più alto al mondo. Il PIL pro capite è inferiore a quello di 15 anni fa. Le politiche che obbligano le aziende a cedere quote alle imprese di proprietà dei neri hanno scoraggiato gli investitori stranieri. Gli investimenti privati in percentuale del PIL sono un terzo di quelli del 2008. La criminalità riduce il PIL di almeno il 10% secondo la Banca Mondiale. L’ANC ha messo a rischio l’accesso senza tariffe all’America alleandosi con autocrati di Russia e Iran.

FUTURO INCERTO E ASPETTATIVE

Dopo le elezioni, l’ANC cercherà un successore per Ramaphosa, che non potrà essere presidente oltre il 2029. La pressione su futuri leader dell’ANC potrebbe aumentare, spingendoli verso nazionalismo razziale e populismo. Recenti leggi, come l’esproprio di terreni senza indennizzo, indicano una direzione preoccupante.

Il Sudafrica ha ancora risorse per resistere: una stampa libera, una società civile vivace e un sistema giudiziario indipendente. ONG e attivisti devono continuare a lottare per la trasparenza e l’indipendenza della giustizia.

Il Sudafrica deve implementare riforme per creare posti di lavoro, ridurre i costi dei trasporti e migliorare il sistema educativo. Le politiche dovrebbero concentrarsi su come la crescita economica possa aiutare la popolazione più della redistribuzione in un’economia stagnante.

Per salvare il Sudafrica, è necessario andare oltre l’ANC e promuovere una nuova visione coraggiosa, mirata a coinvolgere la maggioranza nera e dimostrare che una democrazia in crisi può riscattarsi.

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