I nuovi materiali per una economia circolare e sostenibile anche per la Puglia, le novità dal World Materials Forum

La regione Puglia si propone con forza come “laboratorio” per la sperimentazione e produzione di nuove tecnologie e materiali innovativi ponendo una particolare attenzione all’ambiente rilanciando con vigore il sistema di produzione sostenibile.

È questa la sfida lanciata dal generale Pasquale Preziosa, membro del Gruppo strategico di ripartenza della Puglia, già capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare fino al 2016 e attualmente presidente dell’Osservatorio sulla Sicurezza per l’EURISPES, in un interessantissimo articolo pubblicato ieri sulla Gazzetta del Mezzogiorno che illustra tutte le nuove opportunità di sviluppo della regione Puglia.

“La Ricerca e Sviluppo è alla base di tutti i cambiamenti strutturali in corso nella nostra società, per una nuova economia circolare servono nuovi materiali resistenti come i metalli, ma derivati da sostanze naturali vegetali, riciclabili e a basso impatto ambientale.

È necessario quindi accelerare lo sviluppo di nuove tecnologie per la produzione dei materiali per salvare il pianeta.

La Puglia nell’ambito del Gruppo strategico di ripartenza, della Nuova programmazione degli investimenti regionali e dei programmi del Recovery Fund sta operando per dare futuribilità agli investimenti regionali seguendo la traiettoria tecnologica disegnata dai grandi gruppi di ricerca mondiali.

Il World Materials Forum di Nancy in Francia (commentato sul giornale Les Echos francese), riporta le novità tecnologiche in territorio europeo e rappresenta il punto di riferimento per la messa a punto delle nuove tecnologie di produzione dei materiali che rivoluzioneranno tutti i settori delle costruzioni di manufatti, dall’aerospazio, all’automotive per finire ai piccoli componenti.

Attrarre investimenti in Puglia nei settori indicati dal World materials forum sarà importante per essere al passo con le nuove tecnologie dei materiali il cui impiego interesserà i prossimi vent’anni.

Vi sono almeno cinque aree tematiche che presto saranno implementate per le nuove produzioni.

La Arkema francese prevede che la fibra di carbonio associata a resine termoplastiche potrà costituire la base per la costruzione dei nuovi materiali. In particolare, i nastri di tessuto di carbonio impregnati con estratti dell’olio di ricino e resine termoplastiche conferiscono al tessuto, caratteristiche tecnologiche di interesse industriale.

Il progetto Force che raggruppa istituti di ricerca tecnologici quali Jules Verne e le aziende Arkema, Faurecia, Stellantis (ex PSA), Renault, Total, stimolerà una nuova generazione di compositi da realizzare a partire dalle fibre tessili associate a resine plastiche anche per il settore automotive.

La previsione è quella di fabbricare pezzi di automobile più leggeri con processi di produzione più semplici e veloci.

I costi associati dei materiali dovrebbero dimezzarsi rispetto a quelli attuali passando dai 15 euro al Kg agli 8 euro.

Le prime bobine di fibra di carbonio sono già in produzione su una linea pilota.

L’obiettivo è di giungere alla commercializzazione dei nuovi prodotti nel 2025/2026.

L’Aeronautical Service di Fiumicino, ha già messo a punto compositi ceramici nano strutturati per l’alto isolamento termico e protezione antifuoco ultra-performante per le parti calde dei motori e delle batterie, che garantiscono la non emissione di fumo quando interessate dal fuoco per lungo tempo (più di 15 minuti).  Questa tecnologia molto innovativa sta già interessando il campo aeronautico, marittimo, delle ferrovie, dell’automotive civile e militare.

Questa tecnologia conferisce sicurezza di tenuta alle strutture contenitive dei manufatti in caso di fuoco, compresa la parte missilistica navale: un missile che all’accensione dei motori non dovesse partire dal contenitore, potrebbe produrre gravi danni allo scafo.

L’azienda lavora con materiali poco ingombranti ridotti a pochi millimetri con la capacità di realizzare forme continue complesse anche di grandi dimensioni. Continuare a sviluppare queste tecnologie in Puglia potrebbe essere un punto di forza anche per le Università e i centri di ricerca regionali.

I nuovi motori a idrogeno per le autovetture avranno necessità di serbatoi sia leggeri sia altamente resistenti alle altissime pressioni interne e la fibra di carbonio nano strutturata sta dando le risposte richieste.

La BComp svizzera lavora da più di 10 anni allo sviluppo di compositi a base di fibre vegetali di Lino soprattutto per l’industria automobilistica con impieghi già operati in Formula 1 su macchine McLaren.

I prossimi passi saranno fatti per la produzione dell’Hypercar a trazione elettrica della Morand Cars con inizio della produzione in serie nel 2023.

La fibra di carbonio con base vegetale riduce del 75% la traccia di CO2 nell’atmosfera, un dato molto interessante per la salute del pianeta.

La Solvay sta sviluppando nuovi componenti a base di silicio per i pneumatici di nuova generazione.

Il biossido di silicio gioca un ruolo determinante nella modifica delle proprietà tecnologiche dei pneumatici sia per la riduzione (-25%) della resistenza al rotolamento sia per la riduzione dei processi di invecchiamento della mescola.

La nuova generazione di pneumatici consentirà una riduzione a parità di condizioni di impiego del 7% di emissione di CO2 e riduzione del consumo di carburante.

Tutti questi settori rappresentano una parte del futuro tecnologico dell’economia circolare, la Puglia, con la qualificata rete universitaria, può offrire solide basi per l’insediamento di nuove realtà tecnologiche nel territorio, per sviluppare ulteriori settori per i nuovi materiali nano strutturati in grado di poter sostituire anche il rame come conduttore di energia elettrica.”

La Puglia guarda con interesse al “World materials forum”