Le Sette, in Italia almeno 500 “comunità spirituali: “E’ allarme sociale”

(di Massimo Montinari) Sette, pseudosette, psicosette, “confraternite”,” caste”, tutte espressioni di fenomeni di aggregazione di soggetti più o meno giovani che decidono di celebrare l’esaltazione del loro “guru”, per alcuni del loro “leader”. Una miscellanea di organizzazioni non sempre segrete, a volte mascherate dal nome di “associazioni” che sanno di lecito e di esportabile ma che, andando ad indagare, camuffano maldestramente le proprie finalità speculative e quasi sempre estorsive nei confronti degli affiliati e delle loro famiglie d’origine.

In Italia si contano circa 500 “comunità spirituali” operanti sul territorio, ma fare una stima esatta del numero di persone che fanno parte di una “setta”, a volte definita “casta”, nel nostro paese è pressoché impossibile; non sono calcolabili quelle “comunità” non francamente spirituali ma che idolatrano il successo, la personalità individuale, il facile guadagno, adottando strategie di assoggettamento degli adepti con metodiche consolidate di “manipolazione mentale”.

In questo mondo disorientato, che ha perso i propri punti di riferimento (come la famiglia, lo stato, la chiesa, i valori morali, il rispetto dell’uomo e la sacralità della vita), la proliferazione delle sette o delle pseudosette ha avuto vita facile tanto da costituire un vero allarme sociale per il quale le forze dell’ordine o gli organi inquirenti si trovano impreparati, con le mani legate.

La  vittima

Volendo approfondire questa indagine come giornalista, medico e membro delle forze dell’ordine, reputo essenziale descrivere inizialmente la figura della “vittima”, che rientra come soggetto primario nella struttura finalistica della setta. La finalità è rappresentata dalla distruzione dell’uomo e impone dei passaggi fondamentali: a) indottrinamento, b) proselitismo, c) chiusura verso l’esterno.

Avendo da anni iniziato un’indagine giornalistica per cercare di fare luce su questi fenomeni in Italia – per cui sono stati scritti libri, innumerevoli articoli d’inchiesta e di cronaca, sono stati celebrati processi e le cronache giudiziarie hanno fatto del sensazionalismo del momento – sono sempre giunto al primo soggetto: la vittima. Di questa si sono descritti i profili psicologici, ma l’elemento che ha permesso di creare il sensazionalismo è la descrizione del crimine, dell’efferatezza dello stesso, che ha permesso la vendita di copie di libri o di giornali, salvo poi naufragare nel dimenticatoio dei media lasciando sempre quell’alone di mistero.

La casta e i fratelli

Una definizione di “casta” o “gruppo” è stata proposta durante una conferenza promossa dall’Istituto UCLA Neuropsychiatric, dalla Family American Foundation e dalla Fondazione Johnson:

* … Un gruppo o movimento che presenta una grande o eccessiva devozione o dedizione a qualche persona, idea o cosa, non etica e che utilizza tecniche di manipolazione, di persuasione e di controllo (ad esempio, l’isolamento dai vecchi amici e dalla famiglia, debilitazione, l’uso di metodi speciali per aumentare la suggestionabilità e sottomissione, pressioni di gruppi potenti, gestione delle informazioni, la sospensione di individualità o di giudizio critico, la promozione della totale dipendenza del gruppo e la paura di lasciarlo e così via) con le quali si prefigge di promuovere gli obiettivi dei leader del gruppo, per l’azione o per un possibile pregiudizio dei soci, delle loro famiglie o comunità”. (1986).

Tale definizione, accettata dai ricercatori medici psichiatri, credo sia dirimente di molti dubbi tanto che la strutturazione della setta o “casta” si articola secondo schemi già riconosciuti.

Le sette hanno la capacità di mimetizzarsi bene, infatti all’inizio si presentano come un gruppo rassicurante e protettivo; i “fratelli”, rappresentano per la vittima la nuova famiglia che diviene pertanto l’unico punto di riferimento, la nuova vita. Pertanto è molto difficile distinguere la realtà dall’illusione. Risulta complesso, se non addirittura impossibile, capire di essere stati plagiati.

Come viene scelta la vittima

La vittima viene scelta scrupolosamente ed ogni setta, o “casta”, si orienta verso soggetti che possono soddisfare gli interessi del loro “leader” o del “guru”. Il “leader” è il capo spirituale, dottrinale, scientifico di un gruppo di adepti appartenenti ad un livello socio-culturale medio alto, generalmente inseriti in ambito universitario o finanziario, appartenenti a famiglie benestanti o inserite nell’ambito sociale che rappresentano realmente il “portafogli” del gruppo. Il “guru”, invece, è il capo spirituale o dottrinale di adepti appartenenti ad un di un livello socio-culturale medio-basso ed il fine è analogo, rappresentato dal reperimento di finanziamenti utili alle finalità della setta.

Sono pochi i veri esperti nello studio di questo fenomeno dilagante in Italia, tra cui ricordiamo Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni, che hanno condotto approfondite inchieste giornalistiche pubblicate in testi ed articoli molto documentati. Altra esperta è la Professoressa Lorita Tinelli, docente di Criminologia Generale Minorile e Penitenziaria presso l’Università di Bari e presidente del CeSAP (Centro Studi Abusi Psicologici) che è una delle più importanti studiose delle sette spirituali, religiose e del plagio mentale.

L’esperta ha dichiarato in un’intervista: «Il 1° giugno del 1999, assieme ad un collega psicologo e altre persone interessate al fenomeno dell’abuso psicologico, abbiamo fondato il CeSAP, un’associazione ONLUS che ben presto si è distinta a livello nazionale come punto di riferimento per vittime di abusi in sistemi totalitari e per le forze dell’ordine che indagano su tali organizzazioni. Ma anche per i media che spesso attingono dalle nostre informazioni per programmi di inchiesta sul fenomeno settario. Negli anni abbiamo seguito diverse tesi di laurea e abbiamo formato tanti tirocinanti convenzionandoci con alcune università, tra cui Padova, Chieti e Bari. Abbiamo inoltre pubblicato e tradotto diversi articoli, apportando contributi scientifici e informativi su argomenti ancora tanto poco conosciuti in Italia. Nel frattempo il CeSAP è diventato parte di una federazione europea di studiosi del settarismo, la FECRIS, assieme ad un’altra associazione italiana, la FAVIS, che raccoglie le famiglie delle vittime delle sette. Da qualche anno la nostra associazione è parte del direttivo della FECRIS ed è rappresentata, tramite l’attuale presidente, nel comitato scientifico. Anche il CeSAP ha un suo comitato scientifico costituito da esperti di caratura nazionale ed internazionale» (fonte: http://www.legginoci.it/2018/11/13/lorita-tinelli-cesap-io-minacciata-continuamente-dalle-sette-lobiettivo-e-screditarmi/).

Significato di setta

Le minacce ricevute dalla docente e dai suoi collaboratori sono state numerose, tanto da indurre l’intervento delle forze dell’ordine, interrogazioni parlamentari, richieste di intervento dell’Ordine degli Psicologi; ma tutto questo non è servito in quanto si è dimostrato evidente che parlare di “sette” in Italia non è “cosa buona e giusta”.

Importante è chiarire il significato di “setta”, che deriva dal latino “secare” (nel senso si separare) e “sequor” (nel significato di seguire). Una setta dunque si configura come un gruppo chiuso, che non gradisce il confronto con il mondo circostante, privilegiando in assoluto la credibilità e l’ascolto della dottrina interna emanata da un capo carismatico (spesso ne è il fondatore), per cui si ravvisa un vero culto della personalità. Il capo carismatico, indipendentemente se uomo o donna, viene vissuto come il depositario di una Verità assoluta e nel nome della stessa emana disposizioni e “leggi” che spesso sono in contrasto con quelle dell’ambiente più allargato. Questo profilo carismatico oggi trova proseliti in diverse fasce della popolazione, dai ceti più bassi a quelli più elevati, tanto che ha preso piede anche in taluni contesti universitari italiani dove “associazioni” universitarie o “scuole di pensiero” si sono sostituiti alle famiglie d’origine degli affiliati con promesse di facili carriere e ricchi guadagni.

L’indottrinamneto e l’isolamento 

L’indottrinamento rappresenta il primo passo mosso dalla “casta” o dalla “setta”, in cui viene descritta una nuova via da seguire per raggiungere il potere, la visibilità sociale, il guadagno. Queste mete trovano facili proseliti nei giovani, fortemente disorientati dal vivere sociale, non radicati saldamente nella forza della famiglia o della chiesa. Il web, con i suoi gruppi e chat, è diventato uno dei veicoli di rapido accesso e di selezione delle vittime, spesso raggiunte negli ambienti di aggregazione dei giovani o nelle università, dove il carrierismo ed il successo trovano più facilmente corsie preferenziali.

Il “leader” generalmente costruisce attentamente una rete piramidale di controllo con gerarchie indissolubili, illustrando un nuovo mondo, in cui illusione e realtà viaggiano a braccetto e la vittima immagina una risoluzione dei propri problemi, spesso adolescenziali, che vengono gestiti e strumentalizzati dal gruppo. Quest’ultimo, dunque, si sostituisce lentamente e progressivamente alla famiglia e ai vecchi amici.

La vittima subisce gradualmente una trasformazione del proprio comportamento: cambia le proprie abitudini, allontana vecchi amici e familiari per entrare nel “gruppo” che diventa la “nuova famiglia” accogliente e accattivante. Quando invece qualcuno vuole modificare rapidamente il comportamento e l’atteggiamento di qualcun altro, utilizza una psicologia di “tipo pratico”; vengono impiegati anche video reperibili sul web, prodotti spesso da sedicenti psicologi o psicoterapeuti che condizionano fortemente la vittima prescelta, manipolata a distanza, che per facilità d’accesso e per la gratuità della “prestazione professionale” accetta gli insegnamenti/guida elaborati nel filmato, vivendo una suggestione introspettiva che non le consente di consultare veri professionisti che potrebbero ben analizzare il problema.

Alcune volte si è potuto documentare che le vittime avessero consultato una psicologa o sedicente tale, la quale avrebbe ordinato loro di allontanarsi dal familiare reputato la causa dei propri disagi. In alcuni casi la “consulente psicologa” è una “maga”, “cartomante”, “veggente”, alla quale la vittima si è rivolta su indicazione di altri adepti, a volte su indicazione di stessi familiari già inseriti in questo contesto esoterico/mistico. Questo secondo caso si verifica quando sussiste già una componente familiare disturbata (generalmente in famiglie che vivono separazioni cruente), in cui una delle parti utilizza la vittima per mettere in atto i propri scopi vendicativi nei confronti dell’ex partner, condizionando i figli. In questo caso il soggetto diviene doppia vittima, sia del familiare (dispensatore di vendetta), sia della setta o “casta” nella quale è stata inserita.

L’indottrinamento presuppone anche l’isolamento: i soggetti devono essere separati da ogni sostegno sociale, dalla loro estrazione sociale, dalle loro famiglie, dal loro ambiente familiare, dai loro amici. Vengono allontanati dal proprio posto di lavoro, dalla scuola per essere successivamente introdotti in un nuovo contesto. Le vittime devono essere rese capaci di gestire l’elaborazione dei nuovi comportamenti; per esempio, in alcune sette o “caste” è molto importante effettuare un controllo assoluto sulle informazioni che arrivano al neofita, e questo si verifica mediante il controllo della posta elettronica, delle telefonate, dei messaggi telefonici o epistolari. Le persone che svolgono l’indottrinamento devono utilizzare questi metodi per ottenere il controllo totale su tutte le possibili informazioni in entrata. Così facendo, si avvalgono di un processo molto sottile. Ogni accesso ai legami del passato è quindi completamente reciso.

Anche i contatti che i familiari cercano di ottenere con i figli che si sono allontanati dalle proprie case, vengono filtrati da “adepti guide” che intervengono e guidano le risposte, sia per messaggi web, sia per e-mail. Infatti, nelle risposte ricevute dai familiari emergono frasi non attribuibili ai propri figli.

Quello che emerge costantemente è la ricerca di denaro, mentre vengono fornite informazioni sulla “nuova vita” con persone che stimano e dalle quali sono amate.

Indubbiamente la paura di “perdere un figlio” condiziona facilmente lo stato emotivo/affettivo dei genitori, che si presentano disponibili a fornire la sussistenza economica richiesta. Un vero ricatto morale nei confronti dei familiari, che cedono, giorno dopo giorno, a tutte le richieste del figlio fino a compromettere il patrimonio immobiliare.

Le vittime trasferiscono alla “casta” tutte le informazioni dei componenti della famiglia utili per mettere in atto un piano estorsivo e di gestione dell’intero nucleo familiare finalizzato unicamente al reperimento di risorse economiche o di ingressi sociali. Non è raro riscontrare, nel corso delle indagini, il trasferimento agli adepti del gruppo di documenti patrimoniali della famiglia, di abitudini, segreti dei familiari, immagini, stili di vita. Questo lavoro di “intelligence” viene svolto dalla vittima quando è ancora presente nel nucleo della famiglia d’origine e quando pertanto ha libero o facile accesso ai documenti custoditi nella casa.

Generalmente la mira principale è rappresentata dal “patrimonio della famiglia”, e tanto più è cospicuo, tanto maggiore è il legame che gli adepti della setta stabiliscono con la vittima, la quale in questo caso non si sente tale, bensì amorevolmente supportata dalla “nuova famiglia accudente”.

 

Le Sette, in Italia almeno 500 “comunità spirituali: “E’ allarme sociale”

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