M5S al bivio, Conte: “No ad una diarchia”

(di Francesco Matera) Dopo giorni di attesa dove si pensava ad un avvicinamento tra l’avvocato del popolo e il comico genovese, Giuseppe Conte è uscito allo scoperto con un “out out” che non lascia a dubbi e interpretazioni: “Spetta a Grillo decidere se essere il genitore generoso che lascia crescere la sua creatura in autonomia, o il genitore padrone che ne contrasta l’emancipazione. Serve una leadership forte e solida, una diarchia non puo’ essere funzionale, non ci puo’ essere un leader ombra affiancato da un prestanome e in ogni caso non potrei essere io“.

Chi lo avrebbe mai immaginato che il timido e impacciato Giuseppe Conte, almeno così sembrava quando la prima volta venne nominato presidente del Consiglio, diventasse uno dei protagonisti della scena politica italiana? All’epoca serviva un viso nuovo, pulito, un accademico e tutti quelli del Movimento, Grillo in testa, decisero di scegliere l’avvocato del popolo. Non avrebbero mai immaginato che proprio lui un giorno avrebbe costituito l’alternativa scomoda, quella che in grado di far crollare tutto il castello.

Ora la palla è passata a Beppe Grillo, il proprietario del Movimento, visto che è uno dei padri fondatori e soprattutto perchè il “marchio” delle 5 stelle è registrato a suo nome. Tutti attendono la replica al veleno di Beppe. La replica che potrebbe allontanare inesorabilmente Giuseppe Conte dal progetto spingendolo a fondare un suo partito in piena autonomia.

Nel frattempo Luigi Di Maio tenta l’ultima mediazione: “Stiamo remando tutti nella stessa direzione, il Movimento e’ pronto ad evolversi, coraggio. Confido nell’intesa”. Interviene anche il presidente della Camera Roberto Fico, secondo cui questa “e’ una delle tante fasi che sta vivendo e ha vissuto. Un ulteriore passo e andremo avanti e saremo piu’ forti di prima. Non esistono ultimatum, ma un lavoro che si sta facendo“.

LA PROPOSTA DI CONTE

La vicenda ha inizio quando il comico genovese ha chiesto a Conte di diventare leader del M5s dopo l’addio a Palazzo Chigi ed in seguito ad alcune pesanti frizioni per via della revisione dello statuto. L’avvocato del popolo vuole maggiore concretezza apportando innovazioni indispensabili per il “movimento” di domani lasciando sempre Grillo come Garante. Niente più ambiguità. Quindi, Conte invita il movimento a votare in tempi rapidi lo statuto da lui definito e annuncia: “Non mi accontentero’ di una maggioranza risicata. La risposta che otterra’ mettera’ un’ipoteca pesante sulla nuova leadership a cui spettera’ la sintesi politica ma anche il controllo della comunicazione. Una delle premesse per gestire in modo efficace un’organizzazione complessa. Un secco no allo spettro di una diarchia, dunque, ma “il garante – precisa– potra’ anche sfiduciare il leader, sottoponendo la sua proposta al vaglio assembleare”.

E il ruolo del capo politico, in ogni caso, sara’ a tempo. Mentre continua il pressing dei big per ricomporre le due visioni del Movimento e trovare una complessa mediazione, i parlamentari pentastellati appaiono disorientati e spaccati, tra chi si schiera con Grillo e chi definisce impensabile rinunciare a Conte.

Conte nel suo lungo discorso è lapidario: “Chi mi conosce sa che non ho doppie agende. Se lavoro anima e corpo a un progetto lo faccio con trasparenza”.

Nel suo intervento dal Tempio di Adriano a Roma, parla anche del rapporto con il Pd e il progetto di un campo largo che possa contrastare l’avanzata del centrodestra, ma anche gli italiani che stanno perdendo il lavoro, le imprese in difficolta’, le famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese.

Sul lato parlamentare molti sarebbero i senatori pronti a seguirlo. Sul governo Draghi Conte ha precisato: Io fin da subito ho cercato di favorirlo. Dobbiamo lavorare su un Pnrr che e’ il piano di tutta la comunita’”.

Ora tutti attendiamo la replica di Grillo.

M5S al bivio, Conte: “No ad una diarchia”