Mar Rosso: Il battesimo del fuoco del Caio Duilio

di Redazione

Un nostro cacciatorpediniere della Marina militare, il Caio Duilio ieri ha avuto il battesimo del fuoco nel Mar Rosso. Ha sventato un attacco del gruppo ribelle yemenita Houthi abbattendo un drone che volava minaccioso. Una volta entrato nei radar della nave italiana a seguito di una serie di elaborazioni tecniche, eseguite dai dispositivi informatici di bordo, la decisione di colpire l’oggetto volante la cui direzione era ormai stata inesorabilmente individuata. Il Caio Duilio è attrezzato ad ingaggiare missili, siluri e droni grazie ai suoi 5 cannoni e 45 missili. Il drone è stato abbattuto a circa seimila metri di distanza, in una zona considerata di sicurezza per l’inculumità della nave e del suo personale che conta un equipaggio di circa 200 marinai.

Il cacciatorpediniere Duilio a fine dicembre ha avvicendato la fregata missilistica Federico Martinengo per continuare a garantire la libertà di navigazione e la sicurezza delle rotte commerciali prese di mira dai ribelli yemeniti. Molto probabilmente prenderà il comando tattico della missione europea Aspides dopo che il Parlamento darà il via alla partecipazione italiana alla missione.

Nave Duilio attualmente opera nello stretto di Bab-el Mandeb, dove gli Houthi attaccano i cargo legati a Israele, come parte di un sistema di difesa internazionale a cui partecipano diversi Paesi per garantire la tutela del diritto internazionale e salvaguardare gli interessi nazionali.

Immediata la rezione del ministro degli Esteri, Tajani che ha espresso la sua gratitudine al ministro della Difesa, Guido Crosetto, al capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e al capo della Marina, ammiraglio Enrico Credendino. “La Marina militare protegge il diritto alla libera navigazione nel Mar Rosso dagli attacchi degli Houthi” ha enfatizzato Tajani.

Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e pochi altri Paesi fanno parte della missione Prosperity Guardian conducendo missioni di bombardamento contro le posizioni controllate dagli Houthi nello Yemen. L’Italia, invece, ha deciso di partecipare solo a missioni il cui focus si concentra sulla difesa della navigazione commerciale, senza attaccare obiettivi terrestri.

Gli Houthi, una milizia sciita coinvolta nella guerra civile dello Yemen da oltre un decennio, sono finanziati e parzialmente addestrati dall’Iran, e sono considerati parte delle milizie proxy di Teheran. Dopo aver conquistato la capitale Sanaa nel 2017, eliminando l’ex presidente Ali Abdullah Saleh, gli Houthi hanno resistito ai bombardamenti da parte di una coalizione guidata dall’Arabia Saudita e hanno continuato ad estendere il loro controllo sul Paese. La guerra ha causato anni di carestia in Yemen e ha devastato le già limitate risorse del Paese. Prima dell’invasione israeliana a Gaza, gli Houthi sembravano vicini a una possibile intesa di pace con Riad. Il gruppo militante sciita giustifica le sue azioni nel Mar Rosso facendo riferimento ai massacri di civili palestinesi da parte di Israele, dichiarando che cesseranno solo quando terminerà il fuoco a Gaza.

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