Il Consiglio europeo tenutosi il 20 u.s. ha affrontato molti argomenti riguardanti la Sicurezza europea a cominciare dal Fondo europeo per la Difesa ed ha approvato la revisione strategica della Cooperazione strutturata PESCO che potrà quindi, iniziare la seconda fase dal 2021 al 2025.
(di Pasquale Preziosa) L’Unione europea e i singoli Paesi membri sono in grande sofferenza politica, economica e sociale, per il disastro sanitario in atto le cui conseguenze porteranno a un diverso equilibrio geopolitico tra le grandi potenze.
L’Unione era, da qualche tempo, alla ricerca di una sua rafforzata identità e Autonomia strategica.
Il concetto di “Autonomia Strategica” è nato in Europa molto tempo prima della pandemia, a seguito della crisi finanziaria del 2008.
Purtroppo, la recente crisi pandemica ha presentato nuove sfide ma soprattutto, ha accelerato sia le tendenze positive sia quelle negative presenti nei singoli Paesi, con una particolarità rispetto ai precedenti scenari: la crisi sanitaria mondiale non ha visto gli Stati Uniti operare da paese leader per organizzare la risposta internazionale alla crisi in atto, l’Unione e i singoli Paesi membri hanno dovuto trovare la loro via per fronteggiare la sfida sanitaria ed economica.
La conseguenza è stata che il Consiglio europeo tenutosi il 20 u.s. ha affrontato molti argomenti riguardanti la Sicurezza europea a cominciare dal Fondo europeo per la Difesa ed ha approvato la revisione strategica della Cooperazione strutturata PESCO che potrà quindi, iniziare la seconda fase dal 2021 al 2025.
La revisione richiederà maggiori sforzi da parte dei Paesi dell’Unione e al riguardo è stata messa a punto una “Bussola Strategica” (Strategic Compass) che si occuperà di quattro aree importanti quali: la gestione delle crisi, la resilienza, lo sviluppo capacitivo delle forze armate per raggiungere quanto stabilito nella Strategia Globale approvata nel 2016 e i partenariati.
L’obiettivo principale comunque è quello di sviluppare, in accordo alla Strategia Globale dell’Unione, sia una “cultura strategica condivisa” sia una visione comune delle potenziali minacce che incombono sull’Europa.
Sull’argomento le posizioni più rilevanti, nel campo della Difesa e Sicurezza, sono riferibili alla Germania e alla Francia.
Per la Francia è urgente procedere verso l’Autonomia Strategica dell’Europa.
Per la Germania, il ministro degli esteri ha sostenuto che investire nella propria sicurezza significa avere un rapporto transatlantico più equilibrato, in aggiunta, in un documento pubblicato dal gruppo parlamentare SPD al Bundestag, dedicato al possibile futuro europeo viene citato il “28esimo esercito”.
Di rilievo vi sono, inoltre, due iniziative del Parlamento europeo ovvero, una raccomandazione per il rafforzamento della cooperazione tra i Paesi membri col fine di poter elaborare un Libro bianco sulla Sicurezza e Difesa dell’Unione e la “Conferenza sul futuro dell’Europa” dove tutti i Paesi dovranno indicare quale futuro per l’Unione.
La Conferenza sul futuro dell’Europa sarà l’occasione per identificare le volontà politiche dei singoli per poter meglio rispondere alle nuove sfide per la Sicurezza dell’Europa.
Dopo 10 anni dall’entrata in vigore del Trattato europeo e 70 anni dalla Dichiarazione di Schuman sono maturati i tempi per ripensare all’Unione europea con riforme istituzionali e politiche in molti settori e con il coinvolgimento anche dei cittadini.
La tempistica dei lavori decisi dal Consiglio europeo del 20 novembre u.s. coincide con il termine dei lavori della “Conferenza sul futuro dell’Europa” deliberata dal Parlamento europeo lo scorso gennaio 2020.
I due eventi ora coincidenti negli sviluppi temporali potrebbero essere propedeutici per una “riconciliazione della retorica europea con la realtà” e le nuove sfide che abbiamo di fronte.