Scuola, la beffa del  Cts: “Più morbidi su distanziamento sui bus”

(di Francesco Matera) Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni: “Se non si interviene chiarendo i limiti delle capienze, sul trasporto locale si rischia il caos”. “Abbiamo sollecitato l’esecutivo ad una comune assunzione di responsabilità per una decisione condivisa che consenta la completa funzionalità dei mezzi pubblici”. 

La conferenza Stato-Regioni sulla scuola ha registrato un nulla di fatto. La confusione regna sovrana, ognuno  vuole dire la propria, tutti aspettano le decisioni che ad oggi non si è ancora capito chi le deve prendere. Il governo ha promesso che le indicazioni saranno uguali per tutte le regioni respingendo le accuse di delegare alle stesse le scelte, come avvenuto nel recente  passato (apertura discoteche). Uno dei nodi sono le tempistiche per le procedure dei tamponi, al riguardo l’Istituto Superiore della Sanità dovrebbe dare le indicazioni alle varie Asl territoriali anche se si registra un muro contro muro con i governatori.  

Oltre all’approvvigionamento dei banchi e alla loro consegna si è scoperto che vi è un problema molto più serio, i trasporti. Come conciliare l’esigenza del trasporto scolastico con le regole di sicurezza imposte dal CoViD-19?  Ci ha pensato il  Comitato tecnico scientifico del ministero della Salute che ha reso meno rigide le regole per il distanziamento sui trasporti locali. Cosa significa? Per andare a scuola si può derogare al tanto sbandierato distanziamento sociale, mettendo in serio pericolo la salute dei nostri figli? Su tutti i mezzi, tipo treni traghetti e aerei occorre mantenere il distanziamento, sui bus scolastici si è più elastici? Ma a che gioco stiamo giocando.  

Quasi tutti i governatori hanno reagito con disappunto alla situazione che è diventata davvero surreale a circa 20 giorni dall’apertura delle scuole. Luca Zaia e Giovanni Toti chiedono di poter far viaggiare i bus a capienza normale, senza le riduzioni imposte in questi mesi. Della richiesta di aumentare il numero di passeggeri e di studenti sui bus si è espressa direttamente la ministra dei Trasporti Paola De Micheli che aveva battibeccato sull’argomento con il collega della Salute, Roberto Speranza: “Non c’è uno scontro nel governo”.

Per non parlare dell’uso delle mascherine durante le ore scolastiche, il dibattito è ancora aperto e non si riesce a trovare la quadra tra il CTS, sociologi e mondo della politica. 

Il Corriere della Sera evidenzia un altro problema non meno importante, la questione degli organici degli insegnanti. L’assessore all’Istruzione della Toscana, Cristina Grieco, ha chiesto conto dei numeri reali di immissioni in ruolo. E vero che il Mef ha autorizzato quasi 85 mila nuove assunzioni ma i sindacati prevedono un buco nell’acqua per mancanza di candidati, come è già successo nel 2019. Le assegnazioni delle cattedre si sono concluse ieri, oggi saranno pubblicati i posti rimasti scoperti che potrebbero essere assegnati con “call veloce” a chi sarà disponibile a trasferirsi in una delle regioni dove c’è più bisogno. Ma con l’emergenza sanitaria di mezzo, quanti saranno pronti a fare le valigie per il Centro Nord? ll governo ha promesso di mandare nelle scuole docenti e collaboratori Covid assunti solo per quest’anno: ma quando arriverà la seconda tranche di rinforzi non è chiaro.

 

Scuola, la beffa del Cts: “Più morbidi su distanziamento sui bus”

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