Traffico di armi alle porte di Roma. Fucili da inviare in Iran con l’intermediazione russa

Un intreccio internazionale di spie, venditori di armi e malavita nostrana. Non è la scena di un film di 007 ma è quello che è successo alle porte di Roma. Repubblica racconta di un incontro segreto a Formello tra spie straniere e narcotrafficanti. Russi e iraniani trattano su una partita di fucili da spedire a Teheran che è sotto le sanzioni occidentali ma riesce ad aggirarle con alcuni artifizi finanziari. La fornitura è stata pagata con un bonifico sul conto corrente di una fondazione che dovrebbe proteggere specie protette in Africa e non trafficare armi per conto terzi. Parliamo di una Fondazione in Belize che si inventa una sovvenzione per un progetto per la tutela degli animali in Africa.

Agenti di Mosca ed emissari della Repubblica hanno scelto il nostro Paese per finalizzare la trattativa che prevede la fornitura di armi di precisione utilizzate dalla Nato.

L’incontro si svolge in un capannone a Formello dove il principale protagonista di questa storia è Said Ansary Firouz, 68 anni, iraniano che poi è stato ucciso in circostanze sospette il 20 ottobre del 2020.

Il 28 dicembre del 2016 è la data della riunione segreta tra attori internazionali e venditori di armi italiani, c’è anche una misteriosa figura di Mosca che segue tutta la trattativa.  I carabinieri del Ros sono in stato di massima allerta e seguono passo, passo la vicenda che riguarda il prezioso passaggio di armi.

Il gip Anna Maria Gavoni ha chiesto ai pm dell’antiterrorismo un approfondimento d’indagine per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale.

L’incontro segreto.

Il 28 dicembre 2016 presso la sede della Confidi Union Impresa a Formello. Chi gestisce l’incontro è Firouz, accanto a lui siede un narcotrafficante nato a Locri. Dall’altro lato del tavolo ci sono Svasta Boris, uno slovacco di 50 anni che si è formato nell’Accademia militare a Mosca. Il Ros sul russo scrive che ha ottimi agganci capace di gestire il commercio di armi. Svasta è accompagnato da un russo rimasto anonimo, probabilmente perché dei servizi russi. Lui e Svasta negoziano con Firouz – delegato dal regime iraniano (Esmail Safarian Nasab, plenipotenziario degli Aytollah per reperire armi in Italia tra il 2016 e il 2017).

Firouz è delegato per la ricerca di prodotti militari di qualità. Lo slovacco e il russo illustrano il piano per poter garantire una fornitura di fucili di precisione per cecchini — si legge nelle carte dell’indagine — con canna ritraente che spara con calibro 12,7 millimetri Nato 50 calibro, di cui viene indicato un costo di 5.000 euro al pezzo.

Molto probabilmente si tratta di una partita di Barrett M82, precisa Repubblica. Svasta e il russo spiegano come fare per poter pagare la merce senza lasciare tracce.

Dalle indagini emerge che per tutta l’operazione i russi avrebbero garantito l’utilizzo di mail e canali telefonici criptati. I fucili sarebbero stati inviati in Armenia e poi passati oltreconfine sarebbero giunti in Iran. Il16 gennaio 2017 una nuova riunione a Londra. Qualcosa deve essere andato storto nell’organizzazione perché il 20 ottobre 2020, Said Ansary Firouz, il gestore del capannone di Formello viene trovato ammazzato.

Traffico di armi alle porte di Roma. Fucili da inviare in Iran con l’intermediazione russa

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