Vertice Usa Corea del Nord è realtà. Mistero sulla busta inviata da Kim Jung Un

Donald Trump, dopo smentite e momenti di tensione ha confermato che il vertice con KimJong-un sarà relatà, dopo aver ricevuto alla Casa Binaca il braccio destro di Kim Jung un, che gli ha consegnato una lettera personale del leader nordcoreano. “Ci incontreremo il 12 giugno a Singapore”, ha detto ai giornalisti Trump, che si appresta così a diventare il primo capo di Stato americano in carica a incontrare di persona un membro della dinastia Kim, che regna da oltre settant’anni sul nord della penisola coreana. Solo una settimana prima, lo stesso americano aveva annullato il previsto vertice, denunciando “l’ostilità” di Pyongyang. L’incontro con il generale Kim Yong Chol “è andato bene”, ha detto l’americano, aggiungendo: “Abbiamo parlato di metter fine alla guerra di Corea, tecnicamente in corso 65 anni dopo l’armistizio del 1953. Ha anche previsto che Kim abbia intenzione di denuclearizzare il Paese, come chiede Washington. In una nuova spettacolare manifestazione di distensione, Trump ha trascorso circa un’ora e mezza nello Studio ovale con l’emissario nordcoreano, presentato come “il secondo uomo più potente della Corea del Nord”. Questi, in prima linea nei preparativi per il vertice assieme al suo omologo americano Mike Pompeo, gli ha consegnato una lettera di Kim Jong-un, il cui contenuto non è stato subito svelato. Trump ha inizialmente parlato di contenuto “estremamente interessante”, salvo poi ammettere di non aver ancora letto. E la Casa Bianca ha diffuso immagini della consegna, che hanno scatenato fiumi di commenti sui social network: la busta è decisamente grande, almeno quattro volte quelle usate di consueto. Fonti della Casa Bianca hanno sottolineato che è stata accuratamente analizzata dal Secret service, prima di essere consegnata a Trump.C’è solo un precedente per questa visita: quella alla Casa Bianca del vice maresciallo Jo Myong Rok, allora numero due della Corea del Nord, ricevuto nel 2000 dall’allora presidente Bill Clinton. Anche al tempo c’era in ballo un vertice sul programma nucleare nordcoreano, ma il piano saltò. Cosa che spinge gli osservatori a estrema cautela. Lo stesso Trump ha in qualche modo tentato di smorzare le attese: “Avvieremo un processo”, “non firmeremo nulla quel giorno”, seppure “alla fine sarà un processo coronato dal successo”. Oltre a Trump, il generale norcoreano ha rivisto per la terza volta in tre giorni Pompeo, dopo le discussioni di mercoledì e giovedì a New York, e dopo i colloqui della primavera a Pyongyang. Al centro, l’ordine del giorno del summit di Singapore. Washington vuole una denuclearizzazione “completa, verificabile e irreversibile” della Corea del Nord e si dice pronta a dare garanzie di “sicurezza” al regime.

In un nuovo gesto di distensione, Trump venerdì ha anche messo da parte l’espressione “pressione massima” usata sinora per la sua politica verso Pyongyang, dicendo che non imporrà nuove sanzioni durante i negoziati. “Non voglio usare più il termine ‘massima pressione'”, ha detto ai giornalisti, “vedete la relazione, non è questione di ‘massima pressione'”. Da parte sua, Kim ha ripetuto di voler “andare verso una denuclearizzazione della penisola coreana”, ma ha parlato di un processo “tappa per tappa”. Il regime ha, del resto, pubblicamente dichiarato di rifiutare qualsiasi disarmo “unilaterale”. Pechino si è detto “felice” dei nuovi progressi e ha espresso la “speranza che Corea del Nord e Usa continuino ad avvicinarsi”. Seul ha affermato che “la consegna della lettera ha allargato e consolidato la strada verso il summit” del 12 giugno.

 

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