Villadei, Aeronautica: “Sulla Crew Dragon, anche un pezzo d’Italia”

(di Massimiliano D’Elia) Space Economy, da ieri una nuova opportunità di sviluppo per un settore che oggi vale 300 miliardi di fatturato globale e si pensa che possa aumentare di 5 o 10 volte nei prossimi 3 decenni.

Il razzo di Elon Musk, Crew Dragon è partito il 30 maggio 2020, alle 21.22 ora italiana, con a bordo due astronauti americani ai comandi, Doug Hurley e Bob Behnken, rispettivamente colonnelli dei Marine Corps e della Us Air Force, con alle spalle altre missioni importanti con lo Shuttle.

Il progetto è stato sviluppato  con  una nuova formula che ha visto, per la prima volta nel settore, la collaborazione tra privati e Governo, Space X e Nasa, con un comune obiettivo, quello di far risparmiare del denaro ai contribuenti (la Nasa assorbe circa il 4 per cento del Pil americano) perseguendo comunque obiettivi strategici  essenziali per il dominio dello spazio, in un momento particolarmente delicato per il Paese. 

Il Modulo di Musk è alto 6 metri, pesa  9,5 tonnellate, ha 7 posti e finestrini panoramici, presto ospiterà anche facoltosi turisti nonché gli astronauti italiani Parmitano e Cristoforetti.

La diretta del lancio è stata seguita in tutto il mondo via social e su tantissimi canali tv. In Italia su Focus Tv c’è stato un picco altissimo di “share”, durante le fasi del decollo e subito dopo quando è stata commentata la spettacolarità dell’evento, sviscerando tantissimi dettagli tecnici che hanno evidenziato, in maniera chiara, l’inizio di un futuro molto prossimo nello spazio a favore di passeggeri civili. 

Il modulo composto da tre parti o stadi, dopo circa dieci minuti ha perso una parte, il primo stadio. Un componente che contiene i 9 motori, tutti indipendenti, che spingono il modulo oltre l’atmosfera. In caso di malfunzionamento di un motore, un software aumenta progressivamente la potenza degli altri per garantire sempre la stessa potenza al razzo.

Un elemento troppo importante che per costi e tecnologia espressa non può essere disperso.  Per questo motivo Elon Musk, con i suoi tecnici, ha pensato ad un sistema sofisticato che permette all’intera parte di rientrare sulla Terra in tutta sicurezza, pronta per essere riutilizzata per almeno altri 10 lanci. Musk, secondo fonti della Nasa, starebbe spingendo i suoi ingegneri, per trovare una soluzione che consenta di poter utilizzare il prezioso elemento di lancio per almeno 100 missioni. Ieri questa parte del modulo è atterrata in pochi minuti su una piattaforma posizionata nel bel mezzo dell’oceano. L’atterraggio è stato precisissimo con un ritardo di soli 10 secondi rispetto al programma, per via delle imprevedibili correnti d’aria presenti al momento dell’impatto con l’atmosfera. 

Molto avvincente è stato l’intervento su Focus Tv del tenente colonnello dell’Aeronautica militare, il cosmonauta Walter Villadei che ha raccontato l’importanza dell’evento evidenziando che sulla Crew Dragon vi è anche un pò di Italia.  I due sedili dove sono posizionati gli astronauti, precisa Villadei,  sono stati fatti da una società italiana. Questi elementi sono stati curati nei minimi particolari perché devono essere in grado di garantire agli astronauti il massimo comfort e altissima capacità di assorbire e distribuire tutte le sollecitazioni della fase di lancio in maniera bilanciata su tutta la superficie del sedile  per non gravare sul fisico dei piloti ed in futuro dei facoltosi passeggeri. 

Insomma l’Italia quando si tratta di esprimere qualità e prodotti di nicchia nell’alta tecnologia, è sempre in prima linea, così come avvenuto nello Space Shuttle, dove gran parte della componentistica è fatta da tantissime aziende italiane.   

Dopo 9 anni gli Stati Uniti, in un momento delicato per il Paese, hanno  lanciato un razzo nello spazio direttamente dal suolo americano, riacquistando la piena autonomia. Trump nonostante le beghe dovute all’emergenza del Covid-19 e agli scontri che stanno incendiando il Paese dopo i fatti di Minneapolis, non poteva perdere l’evento, si è recato al Kennedy Space Center per assistere al lancio della storia. 

Appena dopo il lancio ha detto: “Incredibile”, poi ha annunciato al Paese che si è “avviato l’inizio di una nuova era spaziale: sarà americana la prima donna sulla Luna e saranno gli Usa i primi su Marte!”

Un lancio che  potrebbe dare agli Usa quel colpo di reni che serve in questo momento. Un momento davvero particolare che vede, per la prima volta, la popolarità del tycoon scendere  in maniera costante. Lo stimolo all’economia dato da Trump fondato sul paradigma “America First” aveva favorito l’occupazione generando milioni di posti di lavoro, lanciando il Pil a stelle e strisce ben oltre le più rosee aspettative. La leadership trumpiana sembrava inossidabile. Con il Covid-19 tutto è cambiato internamente ma anche all’estero nel confronto serrato con la Cina e da ieri anche con l’Oms a cui gli Usa non forniranno più fondi.

Tornando alla missione alle 16.29 di oggi Crew Dragon aggancerà la stazione spaziale internazionale. 

Di giornata storica ha parlato anche il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia:L’inizio di una nuova era commerciale per i voli spaziali umani. C’è anche il contributo dell’Italia, grazie al supporto fornito dalla base dell’Asi, Broglio Space Center di Malindi in Kenya. che traccia il volo della Crew Dragon. Complimenti alla Nasa, nostro partner storico da più di 50 anni”. 

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Villadei, Aeronautica: “Sulla Crew Dragon, anche un pezzo d’Italia”