L’arresto deciso questa sera da una giudice spagnola di Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, i popolari leader delle due principali organizzazioni della società civile indipendentista catalana Anc e Omnium. Sono accusati di “sedizione” per le manifestazioni pacifiche del 20 e del 21 settembre a Barcellona. Sono stati detenuti su richiesta della procura di Madrid dopo essere stati interrogati dal giudice della Audiencia Nacional Carmen Lamela. Il loro arresto ha reso ancora più elettrico il clima in Catalogna, a tre giorni dallo scadere del secondo ultimatum del premier spagnolo Mariano Rajoy al presidente catalano Carles Puigdemont, che entro giovedì alle 10 deve rettificare, negando di avere dichiarato l’indipendenza. Oppure scatterà l’articolo 155 della costituzione spagnola che permetterà al governo centrale di commissariare di fatto la Catalogna, destituirne il presidente e i suoi ministri, prenderne il controllo delle finanze e della polizia regionali e convocare elezioni anticipate. Con il rischio di un sollevamento catalano. Il ‘Presidente’ ha risposto questa notte al primo ultimatum del premier Mariano Rajoy che scadeva oggi alle ore 10.00, ma non con quel ‘si” o ‘no’ che esigeva Madrid alla domanda se aveva dichiarato o meno la settimana scorsa l’indipendenza della Catalogna. Martedì in parlamento Puigdemont aveva preso atto della vittoria del sì al referendum del primo ottobre ma aveva sospeso gli effetti della dichiarazione di indipendenza per consentire una possibile mediazione con Madrid. Nella risposta a Rajoy il ‘Presidente’ oggi ha glissato sulla questione chiedendo di nuovo un dialogo, una riunione urgente con il premier spagnolo e la fine della repressione. Madrid ha dichiarato “non valida” la risposta. E Rajoy, a sua volta, gli ha scritto confermando l’ultimatum definitivo di giovedì, termine ultimo perchè il leader catalano “rettifichi”. Secondo Tv3, il ‘Governo a questo punto potrebbe non rispondere. “Puigdemont ha la soluzione in mano” ha insistito la vicepremier spagnola Soraya de Santamaria. Senza un suo passo indietro Rajoy chiederà al senato di Madrid il via libera all’arma atomica dell’articolo 155 che dovrebbe scattare per fine ottobre. Nel pomeriggio il giudice spagnolo Carmen Lamela aveva deciso di lasciare in libertà vigilata Josep Luis Trapero, il capo dei Mossos, chiesto dalla procura, accusato di ‘sedizione’ per “l’inazione” della polizia catalana. Il 1° ottobre i Mossos non avevano partecipato alla dura repressione dei civili ai seggi del referendum da parte della polizia spagnola. Il magistrato ha però imposto a Trapero il ritiro del passaporto e l’obbligo di firma, ma poco dopo ha avuto la mano molto più pesante con Sanchez e Cuixart, pure indagati per ‘sedizione’, un reato punito con 8-5 anni di carcere. I ‘due Jordi sono accusati di avere organizzato le concentrazioni di protesta fino a 40000 persone dopo il blitz della Guardia Civil contro gli uffici del governo catalano e l’arresto di 14 alti funzionari. Quando è arrivata la notizia del loro arresto, in molti comuni catalani la gente ha reagito con una grande ‘cacerolada’, scuotendo pentole e mestoli. A tre giorni dallo scadere del secondo ultimatum il clima è di nuovo incandescente. Nel fronte indipendentista molti chiedono una fuga in avanti. La sinistra della Cup, parte di Erc del vicepresidente Oriol Junqueras e di Anc chiedono una immediata proclamazione della ‘Repubblica’. Cup minaccia altrimenti di lasciare il ‘Parlamento’ facendo mancare la maggioranza al Governo. Gli indipendentisti hanno imposto una sospensione della sessione dell’assemblea, rinviata alla settimana prossima, quando potrebbe scattare l’articolo 155. La maggioranza secessionista potrebbe rispondere proclamando la ‘Repubblica di Catalogna.