Tria pronto a dimettersi, Savona in cattedra solo per la manovra finanziaria, Quirinale in allarme

Luigi Di Maio è diretto e critica apertamente il Ministro del Tesoro Tria, “un vero governo del cambiamento, dice, non può fermarsi davanti ai decimali, perché va dato subito un segnale forte su tutte le priorità indicate nel contratto. E per farlo bisogna spingere il deficit, già con la nota di aggiornamento al Def, oltre il muro del 2%, almeno al 2,4%“.

Giovanni Tria, “sono entrato in un governo per la prima volta e ho giurato nell’interesse esclusivo della nazione e non di altri. Evidentemente non ho giurato solo io, è una questione di responsabilità dei ministri“. Il ministro dell’economia conferma il suo impegno per sbloccare reddito di cittadinanza, flat tax e quota cento come prevede il Contratto di governo. ll ministro dell’Economia lo ha detto presso Confcommercio, a ventiquattr’ore dalla presentazione della nota di aggiornamento al Pil. I  partiti di maggioranza premono  perché nel 2019 il deficit vada oltre il 2 per cento, contro lo 0,9 concordato lo scorso anno in Europa dal governo Gentiloni.

Poi Tra è stato più diretto, “ovviamente ognuno può avere una visione dell’interesse della nazione è questa la responsabilità dei ministri. Come si dice in scienza e coscienza, cercare di interpretare bene questo mandato. Stiamo cercando di farlo, di trovare questo mix di politiche che mostri a tutti che bisogna avere fiducia nell’Italia, non solo nei conti pubblici ma nella crescita e negli investimenti”.  Tria  ha spiegato che è prioritario non spaventare i mercati, perché l’obiettivo è «una manovra di crescita ma che non crea dubbi sulla sostenibilità del nostro debito. Il primo impegno della manovra è impedire un aumento della pressione fiscale e quindi disinnescare le clausole Iva. Un impegno che è stato sufficiente a fargli
strappare un lungo applauso dalla platea di Confcommercio. Poi il ministro è passato al reddito di cittadinanza. Che «al di là delle etichette, va nella direzione di permettere più facilmente le trasformazioni del tessuto produttivo che creano problemi transitori nel tessuto sociale». Quindi deve essere uno strumento di outplacement, di riconversione dei lavoratori in crisi, non un semplice sussidio. Contemporaneamente si devono superare «le difficoltà di applicazione della legge Fornero» per agevolare il turn over, per «accelerare l’uscita dalle imprese di personale molto anziano per fare entrare giovani con competenze diverse, perché c’è un problema di competenze”. Secondo Tria tranquillizzando i mercati e affrontando la questione – soltanto così si potrà rilanciare la ripresa. L’importante, conclude il ministro dell’Economia, è che «tutte le misure della manovra siano attuate in modo consapevole, con gradualità e in modo coordinato.

Questa volta Salvini e Di Maio sono d’accordo ad aumentare il deficit andando oltre l’1,6%. Occorrono 15 miliardi per mantenere le promesse elettorali. Sono disposti anche ad affidare la manovra (solo la manovra) al Ministro Savona. Così non si indispettirà più di tanto il Quirinale. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti propone, invece,  di sforare al 2%, una via di mezzo tra 1,6% e 2,4%. Oggi alle 18.00 ci sarà il Consiglio dei Ministri, vedremo cosa accadrà. Tria dal canto suo è pronto a dimettersi.

Tria pronto a dimettersi, Savona in cattedra solo per la manovra finanziaria, Quirinale in allarme

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