Migranti: “Alta tensione Difesa Viminale sull’impiego della Marina militare”

(di Andrea Pinto) Nervi tesi, anzi tesissimi tra Viminale e  Difesa. Al centro della questione l’impiego della Marina militare a difesa delle acque territoriali italiane. L’intento sarebbe quello di posizionare una nave militare di grossa stazza davanti alle acque di Lampedusa. Per avere un impatto psicologico. Nel contempo impiegare più mezzi navali, radar e velivoli per localizzare le navi madre che lanciano i barchini fantasma verso le nostre coste. Dare altre 10 motovedette alla Libia e stringere accordi più “operativi” con la Tunisia. Da fonti di palazzo, si apprende che c’è molta apprensione tra gli ufficiali di Marina, perchè ritengono l’impiego dei loro dispositivi molto pericolosi nel contrasto, anche fisico, con le unità delle Ong. La Marina militare italiana ancora ha in mente l’evento del 1997 (governo Prodi), quando una nave della Marina impattò un barcone di migranti albanesi. Tantissimi i morti e tantissimi i guai per il comandante della nave, che dopo un’estenuante processo, prese anche due anni di reclusione.

Il Ministro della Difesa Trenta, sempre più stizzita dal Ministro Salvini, ha tirato in ballo la missione Sophia. “Senza le navi della missione Sophia tornano le Qng. Quello che sta succedendo si sarebbe potuto evitare“.  La replica di Matteo Salvini non si è fatta attendere: “La missione Sophia recuperò decine di migliaia di immigrati e li portò tuttì in Italia. Le navi militari non possono fornire servizio taxi delle Ong.

Nessuno sa che la missione Sophia non ha nulla a che fare con le Ong e i migranti. La missione Sophia ha quale compito principale il contrasto al traffico degli esseri umani, arrestando i trafficanti appunto, il contrasto al traffico clandestino di armi e di petrolio. Importantissimo l’addestramento della guardia costiera libica, in seguito alla donazione italiana di 14 motovedette. Una seconda e terza fase dell’operazione prevedeva, invece, l’impiego sul campo di militari dell’Unione europea. Le navi del dispositivo Op. Sophia nel corso delle operazioni aveva più volte dovuto soccorrere navi di migranti, lo prevede il diritto del mare. Negli accordi europei, sottoscritti dal governo Renzi, è previsto che i migranti soccorsi dalle navi dell’operazione Sophia dovevano essere portati direttamente in Italia. 

Salvini, al di là dei proclami a mezzo stampa delle varie parti politiche,  ha  convocato  il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza, dove fa capire che è guerra aperta alle organizzazioni non governative e agli scafìsti, difesa dei confini e riduzione delle partenze. Ma come? Schierare navi della Marina e della Finanza per controllare le partenze dei migranti e a difesa dei porti italiani.

I 5S reagiscono: “I compiti di polizia in mare non sono della Marina. Come al solito Salvini mistifica“.  A questo punto interviene il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte che invia una lettera ai leader dei dicasteri interessati nel fronte immigrazione – oltre a Salvini e Trenta, Danilo Toninelli, Giovanni Tria e Enzo Moavero Milanesi -, per esortarli alla  collaborazione e convoca un vertice.

I contenuti della lettera evidenziano che diventa ancora più urgente coordinare le iniziative dei ministeri competenti, anche al fine di evitare che possano ingenerarsi sovrapposizioni o malintesi che finirebbero per nuocere alla nostra azione.

Salvini, il vero capo,  durante il Comitato per la sicurezza fornisce già gli indirizzi: necessità di impiegare radar, navi e aerei militari. Un nuovo accordo con Tripoli prevede l’invio di 10 motovedette alla Guardia costiera libica. E c’è il progetto di incrementare i contatti con la Tunisia per aumentare i rimpatri e ridurre le partenze.

Il capo di Stato maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli, che ha partecipato al Comitato, conferma l’impegno per la sorveglianza e la protezione delle coste. Ma, sottolinea , nell’ambito delle proprie responsabilità di pianificazione, predisposizione e impiego delle Forze Armate nel loro complesso. Una specie di “supera…..la”. Il ministro della Difesa Trenta, lei che dovrebbe dare le indicazioni a Vecciarelli, non ha fornito alcuna conferma sull’impiego della Marina militare.

Nel frattempo continuano gli sbarchi “fantasma” da parte dei barchini.

 

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