Cina pronta a lanciare 13mila satelliti nell’orbita bassa dopo il successo di Starlink nella guerra in Ucraina

I militari cinesi stanno osservando attentamente le tecniche di guerra utilizzate nel conflitto in Ucraina per migliorare le proprie capacità in possibili futuri conflitti con gli Stati Uniti. Obiettivo delle ricerche militari è quello di riuscire ad abbattere i satelliti starlink nell’orbita bassa per poter così difendere carri armati ed elicotteri dai micidiali missili Javelin americani.

Alcuni documenti di ricercatori militari cinesi si concentrano sul ruolo della rete satellitare Starlink. Una rete sviluppata dalla società di esplorazione spaziale di Elon Musk, per garantire le comunicazioni dell’esercito ucraino e molto, molto altro.

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L’eccellente risposta dei satelliti Starlink nel conflitto russo-ucraino spingerà gli Stati Uniti e i paesi occidentali a utilizzare ampiamente la rete satellitare anche in possibili conflitti in Asia”, ha evidenziato un articolo di settembre scorso scritto da due ricercatori dell’Università dell’esercito cinese.

Gli autori hanno enfatizzato l’urgenza per la Cina di sviluppare una propria rete satellitare nell’orbita bassa e trovare il modo di abbattere o disabilitare quella di Starlink.

Starlink, scrive il Sole24ore, opera con satelliti relativamente piccoli ed economici, lanciati dal vettore Falcon 9 di SpaceX. Nominalmente permettono di avere un accesso a internet veloce in ogni punto del globo, oceano compreso, ma questo solo quando la costellazione sarà completa, al momento, più di 4mila satelliti in orbita, coprono vari punti del globo.

Essendo in orbita bassa, sui 400 chilometri il tempo di latenza terra-satellite e viceversa è molto basso, e questo è un grande vantaggio rispetto ai grandi satelliti per telecomunicazioni finora usati, che stanno in orbita geostazionaria a oltre 30mila chilometri dal suolo terrestre, quindi con tempi di latenza dell’ordine del decimo di secondo.

Ma non esiste solo Starlink, anche Oneweb con l’ultimo lancio di qualche giorno fa arriva a 580 satelliti, molto vicino all’obbiettivo di terminare la propria costellazione. A fine maggio i satelliti copriranno dal Mediterraneo centrale al Polo e per la fine del 2023 verrà coperta anche la fascia equatoriale e in simmetria si stenderà la rete all’emisfero Sud.

Poi c’è Amazon, col suo progetto Kuiper da 100 miliardi di dollari e 3200 satelliti complessivamente, che parte con il permesso delle autorità americane di controllo.

La Cina per non restare indietro e poter sfruttare nuove capacità nel campo militare prevede di lanciare 13mila satelliti per una sua costellazione, il nome è GuoWang.

In Canada vi è il programma Telstat, ma anche in Germania si stanno facendo passi in avanti. In Ue è stato appena finanziato il progetto Iris da 170 satelliti.

Rimane irrisolta la questione dei detriti spaziali che, con l’immissione di miglaia di nuovi satelliti, potrebbe diventare un problema serio per il nostro pianeta.

Cina pronta a lanciare 13mila satelliti nell’orbita bassa dopo il successo di Starlink nella guerra in Ucraina

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