Coronavirus: “Ma dove sono finiti i cinesi in Italia?”

(di John Blackeye) Che l’Italia fosse diventata una colonia cinese lo si era già capito da anni è che alla Cina avessimo messo in mano le redini del mondo era anche questo un fatto risaputo. Ricordiamo pure che prima dell’arrivo dell’epidemia il Governo italiano aveva iniziato a mettere in piedi una campagna di informazione ed uno studio di fattibilità per privatizzare i Porti nazionali: cioè, di fatto, venderli ai cinesi.

Pare quasi che noi italiani, in Italia, siamo un problema per i cinesi che vorrebbero carta bianca per espandersi sia dal punto di vista economico che demografico.

In questo progetto egemonico i cinesi hanno sempre incontrato la connivenza dei nostri politici che per anni ci hanno fatto credere che la privatizzazione degli enti pubblici fosse una soluzione obbligata, un vantaggio. Solo in questi ultimi anni ci stiamo accorgendo che il vantaggio era per gli stranieri e non per gli italiani. Sui porti italiani, speriamo non se ne faccia più nulla ma è ragionevole pensare che si sia soltanto rimandato l’appuntamento con l’ennesimo disastro nazionale.

Prima di giungere alla domanda  del giorno si potrebbe tornare indietro di qualche mese. Roma, Grande Raccordo Anulare. Uscita per il quartiere prenestino. Si incontrano alcuni distributori di benzina di marchio nazionale che danno ancora una minima parvenza di italianità a quel luogo, poi, poco per volta, ci si imbatte in centinaia di capannoni contenenti ammassi di cartoni e strade affollate di cinesi indaffarati a scaricare merci. Le stesse merci vengono poi caricate su furgoni guidati da altri cinesi che sfrecciano per le vie e imboccano la direzione della città. Ma queste migliaia di cinesi, e ci si permetta la battuta: tutti uguali, avranno la patente di guida europea? Da dove vengono? Hanno una identità? Quanti sono?

Purtroppo in nome di una globalizzazione che si realizza però soltanto sul territorio italiano e non è possibile nemmeno parlarne in altri Paesi del Medio Oriente o in Asia o in Cina o altrove dove non puoi nemmeno camminare con un Crocefisso al collo, ecco in un contesto in cui solo a noi è chiesto di globalizzare la nostra Italia, la Cina ci ha letteralmente invaso con milioni di cinesi e con un sistema di imposizione economica che sino ad ora abbiamo ingoiato obtorto collo.

Ecco, la domanda del giorno è la seguente. Ma i cinesi in Italia dove sono finiti in tempi di coronavirus?

Se qualcuno non se ne fosse accorto, i cinesi sono stati così abili da riuscire a spostare l’attenzione mondiale sull’Italia e a spegnere le luci della crisi sulla Cina. I TG italiani osannano all’unisono un gruppo di medici cinesi sbarcati in Italia inviati dalla Cina per risolvere i nostri problemi di epidemia. E questa non è altro che una nuova mossa sullo scacchiere mediatico per dimostrare al mondo che i problemi sono in Italia e non in Cina. 

Si, hanno proprio messo in mezzo l’Italia. Pare quasi che il Virus lo abbiamo portato noi tant’è che i nostri telegiornali si sono affrettati a riportare la notizia di 27 casi di infezioni in Cina causati da italiani. 

Ma siamo impazziti? E i centomila casi cinesi autoctoni? In aggiunta i media si sono affrettati a sottolineare che il “paziente zero” italiano veniva dalla Germania. Ma di che stiamo parlando?

Il Virus viene dalla Cina, punto e basta. E poi una nota di biasimo ai giornali e ai telegiornali nazionali. E ritorniamo ai milioni di cinesi in Italia. Dove sono? Non dimentichiamo che il Virus è partito da Wuhan in Cina e se gli italiani hanno un problema con l’epidemia è perché siamo stati contagiati dal coronavirus che è partito da Wuhan, quindi, tutto il mondo è stato inizialmente contagiato dai cinesi. 

È possibile che loro non abbiano nessun caso di positività in Italia? Quanti positivi al coronavirus hanno le comunità cinesi italiane? Perché il sistema sanitario nazionale si muove come se loro non esistessero? Che senso ha mettersi in quarantena in casa se poi milioni di cinesi in Italia sono fuori controllo?

La curiosità ci spingerebbe a porci altre domande. Ma quando si ammalano i cinesi cosa fanno? Chi li cura? Avete mai visto un cinese in un Ospedale italiano? Hanno la capacità di invadere letteralmente le nazioni con la leggerezza di una piuma. Sono presenti, ti impongono la loro economia, portano via risorse economiche nel loro paese ma tu non li vedi.

Non sappiamo quanti cinesi siano positivi o siano ammalati in Italia. Non conosciamo gli effetti dell’epidemia nelle loro comunità in Italia e se abbiamo preso il contagio da loro, è ragionevole pensare che loro abbiano un numero maggiore di contagi. Ma tutto tace. Tutto viene occultato. Nessuno accende i fari della ribalta su di loro. Cioè, gli italiani costretti ad ignorare il vero problema in casa propria. E inoltre, non sappiamo quanti cinesi siano morti di coronavirus in Italia anche se da decenni, non sappiamo in realtà nemmeno quanti cinesi muoiano in Italia ogni anno e non sappiamo nemmeno che fine facciano i cinesi morti in Italia.

È forse arrivato il momento di smetterla con una globalizzazione a senso unico che opprime l’Italia e gli italiani? Forse è arrivato il momento di fare un censimento globale della comunità cinese in Italia? Abbiamo il diritto di sapere quanti sono, chi sono e dove sono?

Oppure siamo ospiti in casa nostra?

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