I ritardi nella consegna dei vaccini continua a creare problemi al governo che si vedrà costretto a rivedere il piano vaccinale nazionale. Secondo le proiezioni a fine marzo saranno vaccinati 7 milioni e mezzo di italiani, tutti i medici e il personale sociosanitario, gli ospiti e gli operatori delle Rsa e gli over 80 e forse i 75enni con fragilità.

Per i sessanenni, gli insegnanti, le forze dell’ordine e i detenuti i tempi si allungano di chissà quanto. Un risultato che finirà per dimezzare le previsioni del piano strategico di vaccinazione messo a punto dal ministero della Salute.

Preoccupazione che investe il governo che al momento è alla ricerca di una stabilità che al momento appare difficile.

Giuseppe Conte, allarmato dalle ultime notizie riguardanti il taglio delle dosi vaccinali, in un post lasciato su FB, scrive:  “Le ultime notizie che ci arrivano dalle aziende produttrici dei vaccini anti-Covid sono preoccupanti … se fosse confermata la riduzione del 60% delle dosi che verranno distribuite nel primo trimestre, significherebbe che in Italia verrebbero consegnate 3,4 milioni di dosi anziché 8 milioni” minacciando di ricorrere, come già fatto con Pfizer-BioNTech, “a tutti gli strumenti e le iniziative legali” contro AstraZeneca.

Intanto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato l’ordinanza con cui si annullano gli effetti del provvedimento del 16 gennaio scorso che aveva inserito in zona rossa la Lombardia: la regione. così, rientra in zona arancione per 15 giorni dalla data della pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

La decisione, spiega il ministero, è stata presa “in ragione degli elementi sopravvenuti conseguenti alla rettifica dei dati operata dalla Regione Lombardia ora per allora, come certificati dalla Cabina di regia“.

Covid-19. Dimezzato il piano vaccini. Il governo pronto alle azioni legali