Crosetto: Nessun militare italiano in Ucraina e nuovo iter per approvazione contributi per impiego all’estero

di Redazione

Il ministro della Difesa Guido Crosetto oggi è intervenuto alle Commissioni riunite di Esteri e Difesa in occasione dell’esame della relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione.

L’impiego dei militari italiani in Ucraina

Il ministro esclcude categoricamente limpegno diretto dell’Italia nel conflitto tra Russia e Ucraina, che, a suo dire, genererebbe una reazione incontrollata. Ma difendere l’Ucraina vuol dire difendere la pace e la nostra stabilità. Inoltre, ha precisato Crosetto, la crescente assertività di Cina e Corea del Nord preoccupano non poco. Tutti questi cambiamenti vanno considerati parte di un quadro più complesso. La pace e la stabilità sono sempre più a rischio e non sono permesse distrazioni con neutralismi di maniera. Abbiamo un totale complessivo di 36 schede missioni, una media di poco superiore a 7.500 militari di previsto impiego e un contingente massimo autorizzato di 12mila: un impegno che comporta un onere finanziario complessivo di un miliardo e 410 milioni di euro. Crosetto ha anche spiegato, durante il suo intervento, che il nostro Paese si pone come partner militare di pregio e lo fa con un budget di spesa nettamente inferiore a quello di tutti gli altri alleati.

Un nuovo disegno di legge per velocizzare l’approvazione dei contributi militari nelle Organizzazioni internazionali

La gravità della situazione internazionale, evidenzia il capo del Dicastero Difesa, ci impone azioni urgenti ed efficaci, soprattutto quando dobbiamo generare i contributi richiesti nei contesti delle principali organizzazioni internazionali cui facciamo riferimento. Confido, esorta il ministro, nella sensibilità del Parlamento affinché all’iter approvativo sia conferita la tempestività che le circostanze richiedono.

Il riferimento è alla proposta di disegno di legge di modifica di alcune norme che regolano la partecipazione dell’Italia alle missioni militari all’estero, per semplificarne e accelerarne il processo di approvazione.

Al riguardo Crosetto ha poi così argomentato: “La Difesa deve poter contare su processi decisionali flessibili, rapidi ed efficaci e poter generare velocemente forze pronte. Tutto questo ci induce a dover rivedere alcuni meccanismi su cui si basa la legge 145 del 2016, che, dopo ormai otto anni dalla sua introduzione, ha mostrato alcuni limiti, nonostante siamo riusciti a presentare la delibera missioni entro il primo trimestre, in largo anticipo rispetto alla prassi. Il nuovo provvedimento si pone l’obiettivo di agevolare l’impiego operativo delle unità e dei mezzi impegnati nella stessa area geografica, garantendone maggiore flessibilità e tempestività nell’utilizzo, nonché di individuare e preparare forze ad alta e altissima prontezza, da impiegare al verificarsi di crisi o in situazioni di emergenza. L’attivazione di queste ultime sarà disposta con delibera del Consiglio dei ministri da inviare alle Camere per l’autorizzazione, con una tempistica più rapida, in linea con le esigenze derivanti dalla gestione delle crisi. Tra le novità, si prevede, anche, l’adozione di una procedura semplificata che, abrogando il Dpcm di ripartizione delle risorse, consentirà di ridurre i tempi per il finanziamento delle missioni. Una modifica normativa, lo dico con chiarezza, che non farà venir meno il controllo parlamentare sui profili finanziari“.

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