Emergenza”terre rare”: In Italia 16 siti d’estrazione pronti a rientrare in funzione

Il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, in audizione al Senaro: “L’Unione europea dipende quasi esclusivamente dalle importazioni (meterie rare critiche ndr) spesso concentrate in un numero ristretto di Paesi terzi sia per l’estrazione, sia per la trasformazione e la Cina da sola garantisce attualmente il 49%, cioè la metà, del fabbisogno totale effettivo di materie prime critiche globali”.

Transizione ecologica e digitale richiedono nuove materie critiche la cui estrazione avviene in maniera importante in Africa dove ditte cinesi hanno ormai assunto la prelazione. In un mondo che corre a diverse velicità occorre muoversi in anticipo per evitare dipendenze strategiche come è avvenuto con il gas russo. Per non dipendere da Africa, Cina e per certi versi anche dall’India il futuro dell’approvvigionamento delle terre rare deve essere ridisegnato ora. Per questo motivo il ministero del Made in Italy e dell’Ambiente stanno mettendo a punto una mappatura dei siti di estrazione presenti nel nostro Paese chiusi da oltre trent’anni. Per quanto riguarda estrazione e lavorazione ci saranno nuove norme pronte a fine 2023.

Il ministro del Made in Italy Adolfo Urso ha pertando riferito in audizione al Senaro del regolamento Ue sulle materie prime critiche: “l’Ue ha definito 34 materie prime critiche, di cui 16 considerate anche strategiche per la loro rilevanza nella transizione ecologica e digitale, destinate all’aerospazio e alla difesa, ma anche importanti per il divario fra offerta globale e domanda previst. Possediamo nel nostro Paese 16 di queste 34 materie prime critiche indicate, in particolare quelle per batterie elettriche e pannelli solari, ma queste, si trovano in miniere che sono state chiuse oltre 30 anni fa, per il loro impatto ambientale o per i minori margini di guadagno”.

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Il ministro evidenzia che “occorre investire e riattivare queste potenzialità. La proposta di regolamento comunitario ci chiede di riaprire le miniere e di compiere uno sforzo in termini di recupero e di investimento in capacità tecnologica; è una sfida ma anche una grande opportunità“.

“Sugli investimenti potrebbe arrivare in aiuto anche il fondo strategico nazionale, istituito con il ddl Made in Italy con dotazione da un miliardo, che ha attirato grande interesse anche da parte di fondi sovrani esteri e su cui pensiamo a breve di poter implementare le risorse. Al momento, l’Italia non ha alcuna attività mineraria e non ci sono imprese minerarie. Abbiamo chiuso le minerie 30 anni fa“, precisa il ministro.

Le 34 materie prime critiche secondo l’Ue

Le “materie prime critiche” stabilite dall’Ue sono 34: antimonio, arsenico, bauxite, barite, berillio, bismuto, boro, cobalto, carboni da coke, rame, feldspato, fluorite, gallio, germanio, afnio, elio, elementi delle terre rare pesanti, elementi delle terre rare leggere, litio, magnesio, manganese, grafite naturale, nichel – grado batteria, niobio, fosforite, fosforo, metalli del gruppo del platino, scandio, silicio metallico, stronzio, tantalo, titanio metallico, tungsteno, vanadio. Di queste materie prime “critiche”, 16 sono considerate “strategiche”: bismuto, boro – grado metallurgico, cobalto, rame, gallio, germanio, litio – grado batteria, magnesio metallico, manganese – grado batteria, grafite naturale – grado batteria, nichel – grado batteria, metalli del gruppo del platino, elementi delle terre rare per magneti (Nd, Pr, Tb, Dy, Gd, Sm, e Ce), silicio metallico, titanio metallico, tungsteno.

I giacimenti in Italia

I giacimenti di terre rare, scrive il Sole24Ore, si trovano soprattutto sulle regioni dell’arco alpino, dal Friuli al Piemonte, e poi in Liguria, Toscana, Nord del Lazio, Abruzzo e Sardegna. In Friuli si trova il cobalto, in Veneto il magnesio e il rame. In Trentino sono stati trovati cobalto, manganese, magnesio, barite, rame, in Lombardia si segnalano rame, barite, cobalto, berillio. Sotto le Alpi piemontesi ci sono cobalto, grafite e manganese. La Liguria possiede il maggior giacimento italiano di titanio, sui monti del parco del Beigua, fra Genova e Savona, oltre a rame, grafite, manganese e barite. La Toscana è ricca di rame e antimonio, e possiede anche manganese e magnesio. Nel nord del Lazio ci sono alcuni giacimenti di cobalto, di manganese e di barite. La barite c’è anche in Sardegna, insieme al rame e all’antimonio. Sull’Appennino abruzzese ci sono diversi giacimenti di bauxite e uno di manganese. Si trova bauxite anche nel nord della Campania e in varie zone della Puglia. In Calabria si segnalano manganese, barite e grafite, in Sicilia antimonio e manganese.

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