Francia e Germania già si spartiscono le poltrone che contano in sede Ue

Fra nove mesi ci saranno le elezioni europee e Francia e Germania già sono al lavoro per prendere le posizioni migliori presso l’Ue. La Germania vorrebbe la Commissione europea e la Francia la guida alla Bce. La Spagna e il terzetto del Benelux rimangono ancorati all’asse franco-tedesco.

L’Italia in questa fase preliminare di contatti tra le diplomazie rimarrebbe fuori da tutti i giochi, poiché dicono a Bruxelles sarebbe già troppo rappresentata, con la Mogherini, Tajani e Draghi.

La Stampa scrive che nella migliore delle ipotesi, la rappresentanza italiana ai vertici delle istituzioni Ue è destinata a ridursi. Per una ragione molto semplice: a Bruxelles è opinione diffusa che l’Italia sia troppo rappresentata. Delle sei poltrone più ambite, ben tre sono occupate da italiani. Federica Mogherini come Alto Rappresentante per la Politica Estera, Mario Draghi alla Bce e Antonio Tajani all’Europarlamento. Le altre presidenze che contano sono alla Commissione, al Consiglio europeo e all’Eurogruppo. Bene che vada, dunque, l’Italia riuscirà a conservarne soltanto una su sei. Male che vada, nessuna. Antonio Tajani ha detto ai colleghi del partito popolare europeo che si batterà per lasciare in eredità a un suo connazionale la guida dell’Europarlamento. Diverse fonti del Ppe sospettano che lui stesso sia interessato ad una riconferma. Ma ammettono: “Se dovessimo conservare la guida della Commissione, che è il nostro obiettivo, sarebbe difficile incassare anche la presidenza a Strasburgo”. Nei prossimi giorni il tedesco Manfred Weber annuncerà la sua candidatura per la Commissione. Per diventare «Spit- zenkandidat», candidato di punta del parato, dovrà prima passare dal congresso Ppe (dove, tra gli sfidanti, ci sarà il finlandese Alexander Stubb). Angela Merkel ha dato il via libera, ma la strada è lunga. Molto dipenderà dalle coalizioni post voto: ancora non è chiaro se il Ppe sarà alleato di Macron oppure se guarderà ai conservatori e al fronte sovranista. Nel primo caso, Weber potrebbe essere sacrificato per lasciare il posto all’attuale ministro dell’Economia, Peter Altmaier. E con un tedesco al Berlaymont, Parigi è pronta a mettere le mani sulla Bce.

Si parla di Francois Villeroy (governatore della Banca di Francia) o di Benoît Coeuré (già nel board della Bce). Circolano anche altre ipotesi, meno favorevoli all’ Italia, che vedrebbero un nordico a Francoforte (i nomi sono quelli dei finlandesi Erkii Liikanen e Olii Rehn, dell’estone Ardo Hansson o dell’olandese Klaas Knot). Di certo l’Italia avrà diritto a un commissario. Secondo alcuni rumors l’esecutivo punta agli Affari Economia e Monetari: un italiano dovrebbe dunque far rispettare i vincoli economici Ue ai governi. Ipotesi considerata poco realistica a Bruxelles. Nessuna indicazione sul portafoglio, dunque, ma negli ambienti diplomatici Ue c’è già chi è pronto a scommettere sul nome, “vedrete, alla fine sarà il ministro Enzo Moavero Milanesi a fare il commissario”.

 

 

Francia e Germania già si spartiscono le poltrone che contano in sede Ue

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