Gli Usa non aiuteranno gli iraniani per l’incidente dell’elicottero di Raisi. E’ meglio non scoprire la verità

di Emanuela Ricci

Gli Stati Uniti, così come riporta Reuters, pur esprimendo le condoglianze per la morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi, a seguito di un incidente di elicottero, hanno comunicato di non aver potuto accettare la richiesta di assistenza iraniana, principalmente per motivi di carattere logistico. Probabilmente gli americani non vogliono scoprire le cause dell’incidente per evitare di certificare quello che tutte le diplomazie mondiali stanno cercando di scongiurare, ovvero l’attentato all’elicottero del presidente iraniano. L’Iran, a cinquanta giorni dal voto, verosimilmente non vuole indagare più di tanto sull’incidente perchè, in caso di cospirazione, non ne uscirebbe bene sia all’interno che con i suoi storici avversari in Medio Oriente.

L’insolita richiesta dell’Iran, che considera gli Stati Uniti e Israele come i suoi principali nemici, è stata resa nota dal Dipartimento di Stato americano durante una conferenza stampa: “Siamo stati contattati dal governo iraniano per una richiesta di assistenza. Abbiamo chiarito che avremmo offerto assistenza, come faremmo in risposta a qualsiasi richiesta di un qualsiasi governo straniero in una situazione del genere” ha dichiarato il portavoce Matthew Miller ai giornalisti.

“Alla fine, principalmente per motivi logistici, non siamo stati però in grado di fornire tale assistenza,” ha detto Miller, senza fornire ulteriori dettagli.

Il relitto carbonizzato dell’elicottero, che si è schiantato domenica con a bordo Raisi, il Ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian e altri sei passeggeri è stato trovato lunedì mattina dopo un’intera notte di ricerca, nonostante le condizioni meteo avverse.

L’Iran non ha ancora fornito alcuna dichiarazione ufficiale sulla causa dell’incidente dell’elicottero Bell 212 di fabbricazione statunitense, avvenuto nelle montagne vicino al confine con l’Azerbaigian. Solo un comunicato dell’agenzia di Stato Irna: “il presidente ha trovato il martirio nello schianto di un elicottero causato da un guasto tecnico”. Un primo comunicato sosteneva che l’elicottero scelto per trasportare il presidente Raisi (Bell 212) fosse stato scortato da altri due elicotteri più robusti e performanti (MI Mil-17 russo e un altro Bell 214). Nell’ultimo video diffuso, invece, si notano i due grossi elicotteri rimanere a terra, con i rotori in movimento, mentre l’elicottero del presidente si alzava in volo. Di solito, secondo gli esperti, gli elicotteri dovrebbero volare in formazione per non far capire ad eventuali attori ostili su quale aeromobile si trovi l’autorità trasportata. Un’inchiesta militare interna è in corso: diverse sono le ipotesi al vaglio dopo che pare sia stato appurato che l’elicottero in questione, scrive Repubblica, si sarebbe rovesciato improvvisamente come se un colpo di vento o una massa d’aria l’avesse capovolto prima di spingerlo con violenza contro il terreno. Altra ipotesi è il blocco della doppia turbina canadese che dà la propulsione all’elicottero Bell 212.

Alla domanda fatta dai cronisti al portavoce del Dipartimento di Stato Usa se fosse preoccupato che Teheran potesse incolpare Washington, il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha risposto: “Gli Stati Uniti non hanno avuto alcun ruolo in quell’incidente”. “Non posso speculare su quale possa essere stata la causa” ha aggiunto.

L’incidente avviene in un momento di crescente dissenso in Iran su una serie di crisi politiche, sociali ed economiche. I governanti clericali dell’Iran affrontano pressioni internazionali sul programma nucleare di Teheran e sui suoi legami militari sempre più profondi con la Russia durante la guerra in Ucraina.

Tuttavia, Austin ha minimizzato qualsiasi preoccupazione degli Stati Uniti che l’incidente possa avere implicazioni immediate per la sicurezza in Medio Oriente.

Ieri sera il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani, intervenuto su Rete4 nella trasmissione Quarta Repubblica condotta da Nicola Porro, sulla vicenda ha detto che sui sospetti di un attentato all’elicottero di Raisi, gli stessi iraniani non hanno avallato la pista dell’attentato. Tajani ha poi evidenziato che “quello di Raisi era un elicottero medievale acquistato ai tempi dello scià”.

Non sono proprio tutti d’accordo sulla tesi del guasto dell’elicottero 

Sempre ieri sera la professoressa di origine iraniana Farian Sabahi (docente storia contemporanea Università Insubria) intervenuta nella trasmissione condotta da Bruno Vespa “Cinque Minuti” ha detto di “non essere completamente convinta perchè i corpi erano carbonizzati e un sito iraniano ha dato subito la notizia (del guasto tecnico ndr). Poi in territorio dell’Azerbaijan, a pochi chilometri dall’incidente, c’è una base aerea del Mossad (servizi segreti esterni israeliani ndr), una situazione molto diversa da quella che ci hanno raccontato i media iraniani”.

Roberto Arditti, direttore editoriale di Formiche, intervenuto su L7, alla domanda se ci fosse una manina sull’incidente dell’elicottero ha detto: “Si, l’intera storia iraniana è disseminata di episodi sanguinosi che sono la rappresentazione delle lotte interne per il potere in Iran”. Sull’incidente ha poi detto: “Gli elicotteri in volo erano tre e quello che è precipitato era prorpio quello di Raisi che aveva a bordo anche il ministro degli esteri e il governatore di quella regione”.

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Gli Usa non aiuteranno gli iraniani per l’incidente dell’elicottero di Raisi. E’ meglio non scoprire la verità

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