In Germania allo studio passaporto immunità Covid-19, in Italia oltre 50 positivi a spasso per strada

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(di Massimiliano D’Elia) La Germania, il Paese dove vi è stato il paziente numero uno del continente europeo, sta affrontando la pandemia da Covid-19 con assoluto rigore emanando poche regole, seguite alla lettera dalla popolazione e senza battere ciglio. Con 500mila test a settimana stanno attuando una vera e propria schedatura sanitaria di massa. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, meno contagi e meno decessi. Ora si sta pensando di far rientrare ad una vita sociale normale tutti coloro che hanno sviluppato gli anticorpi.  Venerdì scorso, il bilancio delle vittime riportato in Germania era di 304 casi. Sebbene in rapido aumento, è ancora inferiore ai 759 della Gran Bretagna, 1.696 della  Francia, 4.934 della Spagna e agli oltre 10mila dell’Italia.

Il capo del dipartimento di gestione della sanità dell’Università di Tecnologia di Berlino, Reinhard Busse, scrive il Sunday Times,  afferma che alla base dei confortanti risultati raggiunti vi è una strategia, “quella di rintracciare ogni caso positivo e mappare tutta le rete dei suoi contatti. Prima inizi e prima sei in grado di monitorare la diffusione della malattia“.

La Germania sta effettuando circa 500mila test a settimana. Vengono fatti non solo negli ambulatori e negli ospedali ma anche presso le migliaia di tende disseminate tra le strade del Paese. Al Theresienwiese di Monaco, sede dell’annuale festival della birra dell’Oktoberfest, la scorsa settimana si sono formate interminabili code di automobilisti, pronti a sottoporsi al test. Le persone sono anche invitate a farsi i test a casa e mandare i kit direttamente ai laboratori.

Altra misura che il governo tedesco vuole subito mettere in atto è quella di tracciare la diffusione della malattia, individuando tutte le  persone che hanno sviluppato gli  anticorpi.  Un sistema che prevede ripetizioni cadenzate di test per ogni singolo individuo che ha superato la malattia. Dopo vari esiti negativi, gli ex positivi sono pronti per ritornare alla vita di tutti i giorni.

I ricercatori così facendo  sperano, entro la fine del prossimo mese, di poter valutare la riapertura delle scuole, di altri servizi e rimuovere alcune restrizioni.

A coloro che hanno dimostrato di avere sviluppato l’immunità al Covid-19 potrebbe essere assegnato una specie di passaporto di immunità, ha detto alla rivista Der Spiegel Gerard Krause, un importante immunologo che coordina lo studio. Il vantaggio più evidente dei test di massa, associati ad una accurata tracciatura e quarantena,  impedisce la formazione di nuovi focolai e fornisce agli epidemiologi un quadro più accurato della diffusione del virus e di quanto sia mortale. Questo metodo ha fatto emergere una anomalia tutta  tedesca: solo lo 0,6% dei positivi sono morti rispetto al 7,7% della Spagna e al  10,6% dell’Italia.

Tuttavia in Germania sono consapevoli che la tempesta debba ancora arrivare perché prima dell’introduzione delle misure di allontanamento sociale, partite lo scorso fine settimana, i parchi di Berlino e di altre città erano affollati, così come  bar e ristoranti.

Uno studio del ministero degli interni tedesco, datato domenica scorsa e trapelato ai media tedeschi, ha rivelato che nel peggiore dei casi, con il 70% degli 83 milioni di persone infettate in Germania, con l’80% di potenziali pazienti in terapia intensiva, ci potrebbero essere oltre un milione di morti. Secondo lo stesso rapporto le infezioni potranno essere adeguatamente curate fino a un milione di casi. La Germania, così come è stato pensato il suo sistema sanitario, ha in condizioni normali 621 letti di terapia intensiva ogni 100.000 abitanti,  il secondo più alto in Europa dietro la piccola Lituania e oltre 25 volte superiore ai letti  della  Gran Bretagna. Inoltre possiede un numero adeguato e soddisfacente di ventilatori. La Germania spende, numeri alla mano, di più in Europa per la salute e ha un sistema medico basato sull’assicurazione, che fornisce incentivi agli ospedali per potenziare le sue strutture, compresi i reparti di terapia intensiva

In Italia, invece, tutti virologi e epidemiologi con una popolazione poco incline al rispetto delle regole. Solo ieri  5 mila multe e 50 positivi trovati regolarmente a  spasso. Eppure ieri era il primo giorno dell’entrata in vigore del decreto legge che prevede sanzioni da 400 a 3.000 euro per chi viola i divieti di spostamento. Il ministro dell’Interno non sa più come fare per arginare il fenomeno e ha deciso di potenziare ulteriormente i posti di blocco in tutta Italia coinvolgendo anche gli agenti della polizia municipale con funzioni di pubblica sicurezza.

In tutta Italia sono stati controllati 183.578 cittadini e soltanto 1.515 non sono stati in grado di giustificare l’uscita da casa. Il giorno successivo, venerdì, i controlli sono stati 210.365 e le multe 2.783 con una percentuale che si è mantenuta costante. L’impennata è arrivata sabato quando i fermati sono scesi a 203.011 ma gli irregolari sono stati 4.942.

I nostri concittadini, solo ieri, attratti dalla bella giornata hanno ritenuto dover ignorare tutte le misure di contenimento e sono andati in giro tranquillamente in auto, ma anche a piedi. Ne sono stati denunciati ben 50, usciti di casa nonostante fossero  in quarantena perché trovati  positivi al Co-vid-19. Giovedì erano stati addirittura 129 i malati che, senza preoccuparsi del pericolo causato, erano in strada nonostante le norme prevedano il completo isolamento.

Poi a confermare il trend dell’incoscienza tutta italiana i dati delle celle telefoniche: hanno rilevato, nella sola Roma, che un terzo dei romani si muove tranquillamente lontano dalle proprie abitazioni.

 

In Germania allo studio passaporto immunità Covid-19, in Italia oltre 50 positivi a spasso per strada