Le Forze armate irachene hanno ucciso 16 membri dello Stato islamico (Is), tra cui quattro attentatori suicidi, dopo aver respinto un attacco degli jihadisti vicino a Tal Afar, ultimo bastione del sedicente “califfato” nella provincia settentrionale a maggioranza sunnita di Ninive. Lo ha detto il colonnello Dureid Saeed, della 15^ divisione dell’Esercito, all’agenzia curda “Basnews”. Intanto le Unità della mobilitazione popolare (Pmu, coalizione di milizie a maggioranza sciita) hanno impiegato circa 20 mila combattenti a Tal Afar per
partecipare alla liberazione del distretto. Lo ha affermato Ahmed al Asadi, portavoce delle Pmu, aggiungendo che la battaglia durerà diverse settimane. Non è ancora chiaro quale sarà il ruolo delle milizie nelle operazioni militari. Turchia e curdi hanno manifestato la loro contrarietà all’ingresso delle Pmu all’interno di Tal Afar, temendo violenze sui civili. E’ probabile che i miliziani sciiti si limitino a circondare il perimetro della zona dei combattimenti, con il compito di intercettare eventuali jihadisti in fuga. Le Pmu, l’Esercito iracheno e la polizia federale hanno inviato negli ultimi giorni diversi rinforzi a Tal Afar. Lo scorso 15 agosto un portavoce del
ministero della Difesa iracheno, Mohammad al Khudari, aveva annunciato l’inizio delle operazioni aeree su Tal Afar contro obiettivi dello Stato islamico, precisando che la battaglia di terra avverrà dopo che sarà terminato il compito dell’aviazione. “Le forze aeree irachene hanno avviato la battaglia per liberare la citta’ di Tal Afar eseguendo attacchi aerei sulle fortificazioni dell’organizzazione”, ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa iracheno. A Tal Afar, città a maggioranza turcomanna in mano allo Stato islamico dal 2014, si sarebbero rifugiati i militanti islamisti fuggiti da Mosul.
La città riveste un forte valore strategico, in quanto situata sulla direttrice occidentale di Mosul, vicino al confine con la Siria. La sua riconquista permetterebbe quindi di tagliare la principale via di rifornimento e comunicazione tra Mosul e i territori controllati dal gruppo jihadista in Siria. In questi mesi sono circolate diverse voci sulla presenza del sedicente “califfo” dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi, proprio nella zona di Tal Afar, dove lo Stato islamico sfrutta gli stretti legami con parte della popolazione locale. Infatti molti degli alti comandanti militari dell’autoproclamato califfo provengono proprio da Tal Afar che durante il periodo di presenza in Iraq delle forze statunitensi era divenuta la roccaforte del fondatore di al Qaeda nella Penisola arabica e ispiratore dello stesso Stato islamico Abu Musab al Zarqawi. A causa dei frequenti scontri tra sunniti e sciiti avvenuti in questi anni, più volte i rappresentanti istituzionali iracheni hanno assicurato che le Unita’ di mobilitazione popolare (Pmu, coalizione di milizie a maggioranza sciita) non entreranno a Tal Afar, ma rimarranno nelle aree periferiche fornendo solo un ruolo di appoggio ai militari dell’esercito iracheno. L’avanzata delle milizie sciite preoccupa però i turcomanni sunniti che vivono a Tal Afar, soprattutto ora che i paramilitari si
troverebbero proprio alle porte della città e da oltre un mese bombardano le postazioni dell’Isis presenti nell’abitato. Secondo fonti locali, inoltre, delle milizie sciite impegnate nell’operazione a Tal Afar farebbero parte almeno 3 mila turcomanni sciiti costretti a fuggire dalla città nel 2014 dopo l’occupazione dello Stato islamico.