La Lega dorme in Aula e spiazza gli alleati

Ieri una misura estrema. I parlamentari della Lega hanno occupato, giorno e notte, le due Aule del Parlamento, hanno dormito tra i banchi degli emicicli. Una protesta simbolica per riportare all’attenzione di tutti la centralità del Parlamento “sovrano”, unico luogo dove condividere e battagliare su scelte che interessano tutti gli italiani, rappresentati tramite i parlamentari provenienti da ogni angolo del Paese. Il ruolo del Parlamento e le libertà costituzionali, sono le prerogative che Lega, Fdi e Fi vedono messe in angolo dal prolungarsi della decretazione d’urgenza senza il coinvolgimento delle Camere.

Il presidio della Lega ha però spiazzato gli alleati. Forza Italia si è subito smarcata dall’iniziativa. Fratelli d’Italia con cautela parla di: “Iniziativa non concordata”.

Alla Camera ieri hanno votato sul Def, il Documento di programmazione economica e finanziaria, in cui si chiede di finanziare la ripartenza con uno scostamento in deficit. E’ stato chiesto di  sospendere le norme del decreto Dignità, per far lavorare dove manca manodopera a chi percepisce il reddito di cittadinanza, introdurre la cassa integrazione per tutti e la flat tax al 15%, escludendo manovre patrimoniali.

Si chiede uno scudo penale per chi trasferisce capitali dall’estero, premi per chi non licenzia e  che gli imprenditori non rispondano penalmente di contagi dei lavoratori se hanno messo in atto tutte le misure di protezione dal virus. Segnali politici che, nonostante la collaborazione offerta in particolare da FI e  la convergenza con larga parte del Pd e di Iv, ne gli azzurri ne la Lega intendono lasciare alla sola Giorgia Meloni la voce di opposizione netta. In questo momento l’esecutivo di unità nazionale, avversato soprattutto da Fdi, non si intravede all’orizzonte.

Del Mes (Meccanismo europeo di Stabilità) non se ne parla, troppo paludoso il sentiero. Sul Def, invece, la richiesta comune è di immettere più liquidità, approfittando della sospensione decisa dall’Ue delle regole del trattato di Maastricht. Ora è possibile sforare il limite del 3% nel rapporto tra deficit e Pii e del 60% nel rapporto tra debito e Pil. Le clausole di salvaguardia dell’Iva sono state sospese fino al 2021. Al riguardo, i capigruppo di Fi, Lega e Fdi, parlano che questa è l’unica scelta di politica economica possibile: “forte aumento del deficit pubblico, ossia della spesa pubblica, grazie alla liquidità erogata e garantita dall’Ue e dalla Bce”.

Anche Berlusconi fa sentire la sua voce: “Occorre implementare la pace fiscale con lo sconto fino al 40% delle cartelle esattoriali, il versamento di una quota forfettaria per il recupero dei 200 miliardi non versati dal 2000. Occorre una  moratoria di tutti gli adempimenti fiscali almeno per tutto l’anno 2020″.

 

La Lega dorme in Aula e spiazza gli alleati