La Marina Usa dispiega nel Pacifico navi drone

Due prototipi di navi drone statunitensi (USV), scrive il WSJ, sono arrivati in Giappone per il loro primo dispiegamento nel Pacifico occidentale. Verranno testati in attività di sorveglianza ed in esercitazioni simulate in versione offensiva. L’implementazione di nuovi sistemi d’arma nella regione è dovuta all’attività militare cinese che negli ultimi anni ha superato la Marina statunitense per numero di navi.

Il comandante della Unmanned Surface Vessel Division One, Jeremiah Daley ha dichiarato che le navi di superficie senza equipaggio che operano autonomamente potrebbero sostituire le navi più grandi, come i cacciatorpediniere nei gruppi di caccia: “Un cacciatorpediniere e due USV potrebbero sostituire tre cacciatorpediniere. La nuova tecnologia è un moltiplicatore di forze”.

L’ammiraglio Daley si riferisce alla nave di superficie senza equipaggio Ranger, una nave di 190 piedi originariamente progettata per l’industria petrolifera che assomiglia ad un camioncino.

E’ stata attraccata al porto di Yokosuka, vicino a Tokyo, sede della Settima Flotta degli Stati Uniti. Il Ranger non trasporta attualmente missili, ma può trasportarli e lanciarli in moduli caricati sulla sua sezione posteriore.

Questo mese il Pentagono ha dichiarato di voler investire nei prossimi due anni in tecnologia AI, droni e sistemi autonomi, in gran parte spinto dalle mosse della Cina di sviluppare sistemi autonomi in tutte le sue forze armate. Il Ranger e altre cinque navi americane senza equipaggio fanno parte di un progetto noto come Ghost Fleet Overlord, nato nel 2018 e volto a integrare le operazioni autonome nella Marina.

I sostenitori del programma affermano che tali navi potrebbero operare in modo relativamente economico all’interno del raggio d’azione del fuoco nemico, consentendo alle navi con equipaggio di rimanere più lontane.

In tutto l’esercito americano si cerca di sviluppare nuove strategie per eventuali conflitti nel Pacifico occidentale, come una possibile guerra nell’area dell’Isola di Taiwan.

La Marina sta ancora sperimentando i veicoli di superficie senza equipaggio anche se la loro efficaia tattica è stata ampiamente dimostrata in Ucraina, dove le imbarcazioni d’attacco con droni si sono dimostrate efficaci nel contrastare la più dotata e potente Marina russa.

In un progetto noto come Task Force 59, scrive il WSJ, gli Stati Uniti hanno dispiegato piccole imbarcazioni drone di sorveglianza in Medio Oriente per monitorare la marina iraniana in coordinamento con Paesi come l’Arabia Saudita e Israele. Le sei navi americane della divisione Unmanned Surface Vessel sono più grandi e dotate di sensori più sofisticati dei semplici droni utilizzati in Medio Oriente. Spesso hanno ancora un equipaggio. Durante il transito verso il Giappone, il Ranger aveva a bordo 16 marinai che controllavano la nave e raccoglievano dati.

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