Leader di Hamas: “Noi anche contro l’Italia”. Viminale: 400 militari in più nelle stazioni

Basem Naim, medico che ha studiato in Germania, già ministro della Salute di Gaza ed oggi coordinatore della logistica e ambasciatore all’estero di Hamas è stato intervistato dal programma Agorà su Rai 3. In riferimento alla posizione italiana sulla questione Israelo-Palestinese ha lanciato un avvertimento: “È un errore gravissimo che trasforma l’Italia in una delle parti dell’aggressione contro il nostro popolo. Israele oggi non agisce da solo. Israele agisce per conto di Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito e purtroppo anche dell’Italia, che ha inviato alcune truppe nel Mediterraneo. Come possiamo affrontare tutto questo? Possiamo soltanto dire che la comunità internazionale ha oggi la stessa responsabilità degli israeliani per tutte le stragi commesse ogni giorno contro Gaza”.

Il 26 ottobre scorso Naim lo si vede accanto a Mousa Abu Marzouk, responsabile Relazioni Internazionali di Hamas e al viceministro degli Esteri russo con delega al Medio Oriente, Mikhail Bogdanov. Nairn vive tra la Striscia, Beirut e Doha in Qatar. Non solo le parole di Naim ma approfonditi rapporti di intelligence hanno spinto il governo italiano ad inasprire le misure antiterrorismo. Pericolo numero uno sono i lupi solitari che proprio dalle parole del leader politico di Hamas, sbarcato in Italia, potrebbero trovare l’ispirazione per passare all’azione.

Tra i vari provvedimenti spicca quello appena varato dal Viminale che riguarda l’impiego di altri 400 militari dell’Esercito, fino al 31 dicembre, destinati esclusivamente alle grandi stazioni ferroviarie. A Roma arriveranno 105 militari mentre gli altri si aggiungeranno alle aliquote già presenti a Milano, Torino, Bologna, Verona, Venezia, Firenze, Napoli, Bari, Palermo. A gennaio il contingente aumenterà di circa mille uomini per attestarsi a 6mila unità a presidio delle nostre città.

Tra i provvedimenti legislativi in fase di studio un provvedimento che prevederebbe di inserire un nuovo articolo nel codice penale, relativo alla «detenzione di materiale con finalità di terrorismo». E punire così con pene severe chi viene trovato in possesso di istruzioni su come costruire esplosivi e armi (anche non da fuoco) o su come mettere a rischio servizi pubblici essenziali con finalità di terrorismo.

L’esecutivo intende così dare più strumenti alle forze dell’ordine e alla magistratura per contrastare l’azione di eventuali lupi solitari. Perché le norme in vigore puniscono – con pene fino a dieci anni – chi tiene in casa armi con finalità di terrorismo o di eversione democratica, ma non dicono nulla su chi quelle armi sta cercando di costruirsele.

Non viene punito dalla nuova norma chi si procura tale materiale informativo per finalità di lavoro o di studio, che però dovranno essere dimostrate.

La Lega spinge per inasprire i presidi alle moschee, allo scopo di evitare infiltrazioni. Mentre proprio ieri è stato rimpatriato in Tunisia un 29enne entrato illegalmente in Sicilia, nel Ragusano, e segnalato dall’intelligence in quanto, rileva il ministro Piantedosi, «verosimilmente intenzionato a commettere un’azione ostile sul territorio nazionale».

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