L’Italia avrà il super caccia Tempest grazie alla collaborazione con Inghilterra e Giappone. Non decolla, invece, il FCAS di Francia e Germania

(di Massimiliano D’Elia) Russia, Stati Uniti, Cina ed Europa sono in competizione per dotare i propri eserciti di armamenti sempre più evoluti. La supremazia nel campo militare, costituisce uno degli obiettivi principali  per competere e far valere la propria influenza nello scacchiere internazionale, specialmente dopo gli eventi della guerra russo-ucraina che hanno minato il vecchio ordine mondiale basato sul bipolarismo a favore di un multiralismo molto più fluido.

L’aeronautica, in tale contesto, costituisce un terreno fertile ed affascinante dove le macchine in volo, le più evolute, potranno davvero fare la differenza per consentire la ricercata supremazia “globale”.

Dopo la firma di un MoU anni fa, ieri, in un comunicato congiunto il presidente Giorgia Meloni, il suo omologo britannico Rishi Sunak e quello giapponese Fumio Kishida, hanno annunciato il via al progetto Global Combat Air Programme (Gcap). Un progetto ambizioso che porterà alla costruzione di un velivolo caccia di sesta generazione denominato Tempest: sarà pronto nel 2035 e rimpiazzerà gli attuali Eurofighter, F2 e F16.

Il Tempest non è un semplice caccia ma la sintesi in volo di diverse tecnologie multidominio in grado di poter governare dall’alto sciami di droni armati, ovvero di condurre poderosi attacchi cibernetici e molto, molto altro.

Nel Gcap cofluiranno studi e progetti elaborati per il Tempest nel Regno Unito e quelli giapponesi per l’F-X. Al programma Tempest ha strizzato l’occhio anche l’Aeronautica americana che nella sua “Next generation air dominance” potrebbe aprire a future collaborazioni. Al momento gli Stati Uniti  hanno due progetti: il “Penetrating Counter-Air” dell’Aeronautica – un caccia stealth a lungo raggio per scortare bombardieri stealth – e il FA-XX della Marina. Finora solo Boeing, Lockheed-Martin e Northrop-Grumman hanno svelato al mondo concetti di sesta generazione.

La partecipazione italiana come first player al Gcap consentirà all’industria della difesa nostrana di compiere un ulteriore passo in avanti attestandosi così in posizione privilegiata tra le industrie internazionali del settore.

In Inghilterra Leonardo per il programma Tempest è presente con diverse aziende e le persone che lavoreranno al programma nei prossimi 25 anni arriveranno a 20mila unità considerando i dipendenti di Mitsubishi Electric, Mitsubishi Heavy Industries e Ihi in Giappone, Leonardo, Avio Aero, Elettronica ed Mbda Italia.

L’ad di Leonardo Alessandro Profumo, sull’ambizioso programmma ha detto: “Siamo di fronte a uno dei programmi più sfidanti e avveniristici per l’industria dell’aerospazio e della difesa, che garantirà l’autonomia tecnologica dei Paesi coinvolti e fornirà alle forze armate prestazioni e capacità operative senza precedenti. Il Gcap agirà anche da volano di sviluppo per l’industria nazionale nei decenni a venire, a beneficio delle future generazioni. Grazie alla nostra forte presenza nel Regno Unito, rappresentiamo nel programma due delle nazioni partner”.

Il Tempest è un programma britannico, finanziato con i fondi della Difesa per lo sviluppo di nuove tecnologie affidato a un team di aziende nel quale ha un ruolo importante Leonardo, che ha 7 stabilimenti nel Regno Unito. Quelli di Edimburgo e Luton saranno i più coinvolti nel programma Tempest. Bae Systems si occuperà dello sviluppo della cellula e del velivolo in quanto tale, #Rolls Royce della motorizzazione e #MBDA degli armamenti imbarcati (missili ma anche laser) e Leonardo avrà un ruolo esclusivo nel settore dei sistemi elettronici imbarcati.

In Italia nel documento programmatico pluriennale (Dpp) per la Difesa per il triennio 2022-2026 le risorse assegnate per il Tempest passano da 2 miliardi di euro a 3,795 miliardi, con 220 milioni nel 2022 e 345 per il prossimo.

L’Italia ha duplicato le risorse da due miliardi di euro, distribuiti in quindici anni, con 20 milioni nel 2021, altrettanti nel 2022 e 2023, 90 milioni nel biennio 2024-26 e il restante tra il 2027 e il 2035.

L’Italia segue da anni il programma Tempest in netta contrapposizione con quello franco-tedesco-spagnolo FCAS.

Programma franco-tedesco-spagnolo FACS

FACS – Future Air Combat System è il programma di Francia e Germania per un nuovo caccia a cui ha aderito successivamente anche la Spagna.

Nel 2018 Francia e Germania hanno firmato un contratto per sviluppare un sistema d’arma congiunto, aggiudicandosi per Airbus e Dassault un primo contratto per un progetto di studio del valore di € 65 milioni (US $ 73 milioni), mentre Safran Aircraft Engines e MTU Aero Engines hanno annunciato una partnership per fornire la propulsione.

Il programma FCAS copre sia gli aerei con equipaggio che quelli senza equipaggio, ed entreranno in servizio dal 2040 in sostituzione dei caccia Rafale francesi e degli Eurofighter attualmente in dotazione all’aeronautica tedesca.

Ma quali sono i criteri, pensati, per la sesta generazione?

L’obiettivo è il volo in autonomia cioè progettare una macchina non gestita da persone a bordo ma da piloti da remoto, un’evoluzione tattica degli attuali velivoli Apr. Allo studio ci sarebbe una versione americana senza pilota e un’altra russa con pilota a bordo.

I progettisti americani stanno lavorando ad un prototipo in grado di gestire un numero spropositato di informazioni con  incredibile resistenza ai sovraccarichi, solo un robot potrà garantire tale capacità. I russi, invece,  credono  che nessun computer possa essere  in grado di far funzionare una macchina come un essere umano.

Altra caratteristica di questi velivoli del futuro è la bassa visibilità. Oggi lo stealth della quinta generazione, a quanto pare, non è  totalmente immune dai sistemi di difesa aerea S400 russi. Quelli di sesta generazione dovranno essere completamente invisibili.

Il criterio successivo è la velocità. Oggi l’aereo militare più veloce in volo va a circa 3 Mach, lo sviluppo della sesta generazione dovrebbe essere in grado di superare la soglia di 5 Mach. Velocità di crociera (senza accendere la spinta postbruciatore), dicono gli esperti, sarà sicuramente supersonica. Molto probabilmente, la velocità di crociera del futuro sarà identica alla velocità di oggi post-combustione – Mach 1,5-2. L’aereo potrà volare senza rifornimento di carburante per un lungo periodo, e quindi continuare a pattugliare le grandi distanze lontano dalla propria base.

Da un punto di vista strutturale gli esperti ritengono che il velivolo sarà molto ergonomico.

Esempio credibile è un’ala racchiusa nella fusoliera e non saranno dotati di una superficie di coda verticale. Forse alla base della progettazione degli aeromobili vi è il concetto di “ala volante” (come il futuristico B-2, della US Air Force).

L’aeromobile dovrà essere facile da manovrare in angoli di circa 60 gradi. La manovrabilità permette ai caccia di muoversi nel quadro delle traiettorie della “difesa missilistica”. Il velivolo con elevatissima manovrabilità non dovrà temere alcuna difesa missilistica.

L’interoperabilità dovrà essere totale con le forze di terra, mare, aria, aerospazio, spazio, cyberspazio e anche sott’acqua. La miriade di informazioni ricevute dai vari centri di comando e controllo dovranno consentire al velivolo di sesta generazione un dominio assoluto dei cieli e la vittoria sicura contro gli avversari.

Gli armamenti saranno integrati da raggi laser. Probabilmente le ultime macchine saranno dotate non solo con i missili, che sono principalmente utilizzati oggi, ma anche con installazioni laser. E’ possibile che l’arma sarà anche elettromagnetica. Quel tipo di missili voleranno ad una velocità tale che il sistema di difesa aerea non potrà tenere loro il passo

I progetti di Russia e Cina

Progetto cinese

Al momento, la Cina sta finalizzando il caccia di quinta generazione. Si tratta del J-20 e J-Air 31. I progettisti cinesi non sono molto attratti da programmi a lungo termine e, come gli europei, sono più orientati allo sviluppo di un drone ad alta tecnologia, che è stato chiamato Lijian, caratterizzato da bassa visibile al radar. Sulla base di questo sviluppo, dicono gli esperti, ci sarà un jet da combattimento con caratteristiche da sesta generazione.

Il concetto russo

I progettisti russi sembrano i più attivi nelle attività di studio di un nuovo velivolo di sesta generazione che abbia come base la macchina T-50.

I media russi riferiscono che il primo prototipo di velivolo di sesta generazione, creato da ingegneri russi, apparirà nei prossimi 10-12 anni, dalla United Aircraft Corporation. Se le stime saranno rispettate, i russi supereranno gli americani che, invece, hanno stimato la produzione non prima del 2030.

Il comunicato congiunto

Come Capi di Governo di Italia, Giappone e Regno Unito, siamo impegnati a sostenere l’ordine internazionale libero e aperto basato sulle regole, più importante che mai in un momento in cui questi principi vengono contestati e in cui crescono minacce ed aggressioni. Poiché la difesa della nostra democrazia, della nostra economia, della nostra sicurezza e della stabilità regionale riveste una sempre maggiore importanza, abbiamo bisogno di forti partenariati di difesa e di sicurezza, sostenuti e rafforzati da una capacità di deterrenza credibile.  
 
Le nostre tre nazioni hanno relazioni strette e di lunga data, basate sui valori di libertà, democrazia, diritti umani e Stato di diritto. Stiamo oggi compiendo il passo successivo nel rafforzamento del nostro partenariato trilaterale. Annunciamo il Global Combat Air Programme (GCAP), un ambizioso progetto volto allo sviluppo di un aereo da caccia di nuova generazione entro il 2035.  

Attraverso il GCAP, svilupperemo ulteriormente i nostri rapporti di lunga data in materia di difesa. Il GCAP accelererà le nostre capacità militari avanzate e il nostro vantaggio tecnologico.  Approfondirà la nostra cooperazione nel campo della difesa, la collaborazione scientifica e tecnologica, le catene di fornitura integrate e rafforzerà ulteriormente la nostra base industriale della difesa. 

Questo programma produrrà benefici economici e industriali ad ampio raggio, sostenendo l’occupazione in Italia, in Giappone e nel Regno Unito. Attirerà investimenti in ricerca e sviluppo nella progettazione digitale e nei processi di produzione avanzati. Fornirà opportunità per la prossima generazione di tecnici ed ingegneri altamente qualificati. Lavorando insieme in uno spirito di equo partenariato, condividiamo costi e benefici di questo investimento nelle nostre risorse umane e nelle nostre tecnologie. Il programma sosterrà la capacità sovrana di tutti e tre i Paesi di progettare, fornire e aggiornare capacità aeronautiche di difesa all’avanguardia, con uno sguardo rivolto al futuro.      

Questo programma è stato progettato tenendo i nostri Alleati e partner al centro della nostra attenzione. La futura interoperabilità con gli Stati Uniti, con la NATO e con i nostri partner in Europa, nell’Indo-Pacifico e a livello globale si riflette nel nome che abbiamo scelto per il nostro programma. Questo concetto sarà al centro del suo sviluppo. Condividiamo l’ambizione di rendere questo velivolo il fulcro di un più ampio sistema di combattimento aereo che opererà in molteplici ambiti.  
 
La nostra speranza è che il Global Combat Air Programme, e attraverso di esso il nostro partenariato nello sviluppo delle rispettive capacità, costituirà una pietra miliare della sicurezza globale, della stabilità e della prosperità nei decenni a venire.

L’Italia avrà il super caccia Tempest grazie alla collaborazione con Inghilterra e Giappone. Non decolla, invece, il FCAS di Francia e Germania

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