L’Italia in Libia si riprende il primato commerciale

Ieri il premier Giorgia Meloni è stata in Libia per riallacciare i rapporti con il tormentato Paese Nordafricano. A seguito degli ottimi rapporti con Washington e la collaborazione con la Francia in diversi settori, non ultimo la condivisione della fornitura di un sistema di difesa missilistico all’Ucraina (Samp-T), il governo italiano ha deciso di prendere l’iniziativa per cercare di ristabilire il primato commerciale nell’ex colonia italiana.

L’Italia, forte di un pacchetto di investimenti di 8 miliardi di dollari, è riuscita a convincere tutte le parti che contano a Tripoli e Bengasi. Le due città che rappresentano il potere esattamente diviso in due tra il presidente del governo provvisorio (Governo di Unità Nazionale) sotto egida Onu, Abdul Hamid Dbeibah a Tripoli e Fathi Bashagha a Bengasi, area ad est notoriamente sotto il controllo del generale Kalifa Haftar.

Prima che la delegazione italiana volasse in direzione Tripoli è stato fatto un intenso lavoro diplomatico e di intelligence per garantire la sicurezza, ma soprattutto l’approvazione bipartisan degli accordi da sottoscrivere. Era previsto anche un incontro con il generalissimo Haftar e alcuni rappresentanti del governo di Bengasi. Purtroppo Haftar era assente per motivi privati: è in Francia per alcuni accertamenti sanitari.

L’Italia investirà 8 miliardi di dollari su due giacimenti offshore e fornirà alla guardia costiera libica cinque vedette finanziate dalla Ue per il contrasto all’immigrazione irregolare. Sono stati firmati anche accordi e memorandum di collaborazione commerciale a 360 gradi.

Meloni con l’ad di Eni, Claudio De Scalzi, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e degli Esteri, Antonio Tajani hanno incontrato i rappresentanti del governo legittimo della Libia, oltre al presidente della Noc, la compagnia locale di estrazione petrolifera.

A margine degli incontri Meloni ha così commentato l’importante giornata: “La Libia è per noi un partner economico assolutamente strategico, le nostre relazioni commerciali hanno continuato a consolidarsi, lo testimonia l’aumento del volume di scambi dell’80 per cento. L’Italia rimane per la Libia il primo partner e il primo cliente“.

Sulla lotta all’immigrazione clandestina: “La cooperazione in tema di contrasto ai flussi di migrazione irregolare è un dossier centrale nei rapporti bilaterali, nonostante gli sforzi delle autorità libiche e quelli compiuti dal governo italiano, i numeri rimangono alti (oltre il 50% arrivano dalla Libia”.

Sulle elezioni democratiche in Libia: “Siamo legati da storia di secoli comune, da una cooperazione bilaterale che può essere ampliata e approfondita in numerosi settori. La Libia sa che può contare sull’Italia sul piano della stabilizzazione politica, sul processo verso elezioni in tempi rapidi, sul piano del sostegno all’economia, sul piano degli investimenti e di quello della cooperazione a 360 gradi. Nel pieno rispetto della sovranità libica riteniamo che un compromesso politico nazionale possa aiutare a sbloccare l’attuale situazione di stallo, un accordo che dovrebbe affrontare i principali nodi: base costituzionale, distribuzione delle risorse, assetto istituzionale che porterà il Paese alle elezioni. Ovviamente l’Italia è impegnata a fare la sua parte”.

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