Lockheed: “Altri 398 F-35 per 30mld”. La flotta mondiale cresce ancora. All’Italia altri 18 esemplari entro il 2025

Lockheed Martin in un comunicato ha annunciato di aver dato il via, insieme al Joint program office dell’F-35 il contratto per la produzione e la consegna di ulteriori 398 F-35 per un valore di 30 miliardi di dollari.

Gli aerei di quinta generazione, oggetto del contratto, saranno destinati agli Stati Uniti ai partner internazionali e alle vendite attraverso accordi governativi con il programma Foreign military sales.

La Lockheed Martin nel 2022 ha consegnato 141 F-35 e la flotta mondiale è arrivata a 894 velivoli. Per raggiungere il target come da programma dovevano essere consegnati ad oggi 148 esemplari ma un incidente il 15 dicembre scorso ha causato una temporanea sospensione delle operazioni di volo, tuttora in vigore, non consentendo così l’effettuazione dei necessari test di volo per l’accettazione di 7 velivoli.

L’F-35 Joint Program Office ha, di fatto, fermato alcuni nuovi F-35 Joint Strike Fighter a seguito dell’incidente del 15 dicembre scorso, quando un velivolo è caduto su una pista del Texas. Il pilota è riuscito ad eiettarsi in tempo.

L’F-35 Joint Program Office ha emesso una Time Compliance Technical Directive (TCTD) per limitare alcuni velivoli, che sono stati valutati ad alto rischio. Nel frattempo continuano le indagini sull’incidente del 15 dicembre. I velivoli interessati sono stati identificati e il JPO lavorerà con i servizi militari statunitensi e i partner internazionali per garantire la conformità con il TCTD”.

Tornando al sontuoso contratto si chiude così un anno di continua crescita internazionale, in cui l’F-35 è stato scelto da altri Paesi. Nel 2022 Finlandia, Germania e Svizzera hanno sottoscritto delle Lettere di offerta e accettazione.

Il nuovo accordo prevede 145 velivoli per il lotto 15, 127 per il lotto 16 e fino a 126 per l’opzione contrattuale del lotto 17, che comprende i primi aerei destinati a Belgio, Finlandia e Polonia.

Ad oggi sono 17 i Paesi che fanno parte del programma F-35. L’Italia ne acquisterà in totale 90 esemplari. Ad oggi le nostre Forze Armate ne hanno in dotazione 21, di cui 5 a decollo corto e atterraggio verticale. Ad agosto scorso Lockheed Martin ha annunciato la consegna di ulteriori 18 F-35 all’Italia entro il 2025.

Perchè l’Italia ha scelto l’F-35

Il programma è stato deciso dai governi precedenti ed approvato in Parlamento dopo vari passaggi nelle Commissioni Difesa. In sostanza si parla di sostituire con 90 F-35 le capacità operative che oggi esprimono circa 250 velivoli suddivisi tra cento Tornado, di cui 52 saranno ancora operativi fino al 2025 (anno in cui ne è previsto il pensionamento) 132 Amx, di cui 60 saranno ancora in servizio nel 2020, e 18 Harrier II della Marina. Nel 2009, con la consapevolezza che la linea di velivoli da attacco al suolo sarebbe diventata obsoleta la Commissione Difesa ha approvato  il programma di acquisizione decennale per 131 F-35 (69 F-35A e 62 B) al costo complessivo di 12,9 miliardi di euro.

Il numero venne successivamente ridotto a 90 (60 F-35A e 30B ) dal governo Monti (2012) con una conseguente notevole riduzione dei costi.

F-35 come piattaforma per superiorità decisionale anche per Governo e Istituzioni a livello politico

L’ex capo dell’Aeronautica Miliatte, generale Alberto Rosso, durante un’audizione alle Commissioni Difesa di Camera e Senato aveva fornito una rappresentazione davvero esaustiva delle potenzialità del velivolo di quinta generazione:

L’ F-35, che è in grado di processare automaticamente a bordo del velivolo una mole impressionante di informazioni che raccoglie autonomamente, o che riceve da altri – operando una vera e propria “fusione” e integrazione dei dati disponibili – e presentando al pilota e ai centri a terra una mappa dell’ambiente nel quale si sta operando che è chiara, dettagliata, affidabile e continuamente aggiornata. La raccolta e valorizzazione dei dati, la comprensione dello scenario, la distribuzione puntuale delle informazioni al giusto livello decisionale sono capacità che hanno un impatto significativo sulle attività e sulle operazioni, dal livello tattico al livello strategico. A livello tattico, perché forniscono informazioni di utilità tecnica all’operatore sul campo, per gestire i velivoli e l’azione operativa. A livello strategico perché rappresentano un importante contributo attraverso il quale costruire una chiara visione d’insieme del contesto di riferimento, permettendo anche al “decisore strategico” di orientarsi nella complessità. In altre parole, esse abilitano la cosiddetta “superiorità decisionale”, ovvero la capacità di fare la scelta giusta al momento giusto, spesso anche anticipando gli eventi piuttosto che reagendo. In questo senso, è un servizio che va ben oltre le esigenze della singola Forza Armata, diventando uno strumento di cui beneficia non soltanto la Difesa, ma anche il Governo e le istituzioni a livello politico. È un contributo prezioso che l’Aeronautica può esprimere nei confronti dell’approccio strategico collettivo del sistema Paese”.

Il Generale Rosso aveva così sintetizzato ai parlamentari:  “Le capacità del velivolo superano la nostra immaginazione, i piloti che lo hanno utilizzato ne sono rimasti entusiasti”. “Per l’Aeronautica Militare l’F-35 rappresenta il futuro. Il coinvolgimento al programma è generale per l’intero Sistema Paese, soprattutto da parte delle PMI italiane”.

Lockheed: “Altri 398 F-35 per 30mld”. La flotta mondiale cresce ancora. All’Italia altri 18 esemplari entro il 2025