March for Our Lives 2018. A Washington e in tutto il mondo la prima marcia per la revisione della legge sulle armi

Cantando “mai più”, centinaia di migliaia di giovani americani e i loro sostenitori hanno risposto all’appello lanciato dai sopravvissuti del massacro della scuola superiore in Florida il mese scorso e si sono radunati ieri nelle maggiori città degli Stati Uniti per chiedere leggi più severe sulle armi.
I manifestanti hanno chiesto ai legislatori e al Presidente Donald Trump di affrontare la questione e per sensibilizzare i politici riguardo alla loro richiesta, gli attivisti per la registrazione dei votanti si sono sparpagliati tra la folla, iscrivendo migliaia di nuovi elettori americani (negli USA non basta aver conseguito la maggiore età per aver accesso al voto, ma è necessario registrarsi per poter esprimere la propria preferenza in casi di elezioni). Ne consegue una percentuale di votanti molto bassa rispetto alla popolazione nazionale).
La più grande manifestazione di protesta
“March For Our Lives” si è tenuta a Washington DC, dove i manifestanti, ascoltando i discorsi dei sopravvissuti del massacro del 14 febbraio alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida, hanno bloccato Pennsylvania Avenue.
È stato molto commovente quando una adolescente sopravvissuta, Emma Gonzalez, ha letto, uno per uno, i nomi delle 17 vittime e poi è rimasta in silenzio. Le lacrime le scorrevano lungo le guance mentre fissava la folla per il resto di un discorso durato 6 minuti e 20 secondi, il tempo necessario all’assalitore per massacrare gli studenti.
I massicci raduni di “March For Our Lives” miravano a sensibilizzare l’opinione pubblica ed a tentare di sbrogliare l’intreccio legislativo che ha ostacolato a lungo gli sforzi per aumentare le restrizioni sulle vendite di armi da fuoco in una nazione in cui sparatorie di massa come quella a Parkland sono diventate spaventosamente comuni.
“Politici: o rappresentate le persone o uscite. State con noi o state attenti, gli elettori stanno arrivando”, ha urlato alla folla Cameron Kasky, un giovane di 17 anni studente della Marjory Stoneman Douglas.
Un altro sopravvissuto, David Hogg, ha affermato che quello di ieri rappresentava un nuovo giorno.
“Faremo in modo che le persone migliori possano partecipare alle nostre elezioni non come politici, ma come americani”.
I giovani manifestanti hanno riempito, marciando, le strade di città come Atlanta, Baltimora, Boston, Chicago, Los Angeles, Miami, Minneapolis, New York, San Diego e St. Louis.
Secondo i coordinatori, più di 800 manifestazioni sono state programmate negli Stati Uniti e all’estero, con eventi fino a Londra, Parigi, Mauritius, Stoccolma e Sydney.
Gli organizzatori dei raduni vogliono che il Congresso, molti dei cui membri sono in lizza per la rielezione a novembre, vieti la vendita di armi d’assalto come quella usata nella strage in Florida e per rafforzare i controlli sugli acquirenti di armi. Ma non tutta l’America la pensa così,
dall’altro lato del dibattito, infatti, ci sono i sostenitori dei diritti a poter utilizzare armi da fuoco che si appellano alla garanzia della costituzione che prevede espressamente il diritto di portare armi.
“Tutto quello che stanno facendo è chiedere al governo di privarci di una libertà”, ha affermato Brandon Howard, un 42enne sostenitore di Trump che aveva un cartello con sopra scritto: “Tieni le mani lontane dalle mie pistole”.
Tra coloro che marciavano a fianco degli studenti, nei pressi del Central Park di New York per chiedere controlli più stretti, c’era la popstar Paul McCartney, che ha affermato di avere un interesse personale nel dibattito.
“Uno dei miei migliori amici è stato ucciso non lontano da qui”, ha dichiarato alla CNN, riferendosi al compagno ai tempi dei Beatles, John Lennon, che è stato ucciso proprio in quella zona nel 1980.
Decine di celebrità hanno comunque partecipato, in sostegno degli studenti, alle manifestazioni organizzate nelle maggiori città statunitensi.
Tra le star che hanno presenziato si segnalano le cantanti Demi Lovato e Ariana Grande, il creatore di “Hamilton” Lin-Manuel Miranda, Steven Spielberg, Jeffrey Katzenberg, Gucci e Oprah Winfrey, Amy Schumer, Yara Shahidi, Connie Britton e Olivia Wilde.
L’attore George Clooney e la moglie Amal, hanno donato $ 500.000.
La squadra di football americano dei New England Patriots ha prestato il suo aereo agli studenti della Marjory Stoneman Douglas High School e alle loro famiglie per recarsi a Washington DC.
GB
Foto: ABC news

March for Our Lives 2018. A Washington e in tutto il mondo la prima marcia per la revisione della legge sulle armi