Migranti, nel prossimo vertice europeo l’Italia pronta a porre il veto

La questione dei migranti sta diventando sempre di più l’argomento che più di tutti sta mettendo a dura prova l’Europa.

Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha proposto la creazione di “piattaforme” regionali fuori dall’Europa per il controllo e la gestione dei migranti che intendono oltrepassare i confini. Proposta che sembra andare verso quella italiana provocando così le proteste di Francia, Germania e Spagna che al contrario insistono per una creazione di hotspot chiusi.

Ma da Roma fanno sapere che non basta e minaccia di non approvare le conclusioni del vertice se non verrà inserito esplicitamente un punto sulla condivisioni di responsabilità nel salvataggio e l’accoglienza dei migranti, cioè i cosiddetti movimenti primari. Secondo quanto emerge da fonti Ue, la riforma del regolamento di Dublino è saltata, non vi è l’accordo e non c’è neppure la maggioranza che consentirebbe di poterla portare avanti.

Sembrerebbe quindi che la soluzione sia rappresentata dalle piattaforme extraeuropee che avranno come obiettivo principale quello di fermare il business dei contrabbandieri e quindi il flusso dei migranti per porre fine alla tragica perdita di vite umane.

Tusk ha precisato che l’intenzione è quella di dare il via a una discussione che porti a una soluzione per la quale non c’è una scadenza fissata: il vertice chiederà all’Austria, prossimo paese ad assumere la presidenza Ue, di continuare il lavoro avviato, perché “precondizione per una vera politica migratoria è che gli europei decidano in modo efficace chi entra nel loro territorio. La gente vuole questo non perché, all’improvviso, diventi xenofoba e voglia mettere muri contro il resto del mondo, ma perché è compito di ogni autorità politica far rispettare la legge, proteggere il proprio territorio e il confine”.

La posta in gioco è alta, ha ricordato Tusk, mettendo in guardia i colleghi dalle voci populiste, quelle “in Europa e in tutto il mondo affermano che la nostra inefficienza nel mantenere la frontiera è una caratteristica intrinseca dell’Ue, o della democrazia liberale. Abbiamo assistito alla creazione di nuovi movimenti politici, che offrono risposte semplici alle domande più complicate e sempre più persone iniziano a credere che solo un’autorità forte, antieuropea e antiliberale, con una tendenza all’autoritarismo, sia capace di fermare l’ondata migratoria illegale”.

Tusk ha poi commentato che il rischio evidente è che “se le persone credono che solo loro possano offrire una soluzione efficace alla crisi migratoria, crederanno anche a qualsiasi altra cosa che dicono”.

Sul tavolo dei leader Ue non solo il dossier dei migranti ma anche le questioni economiche e finanziarie. Il completamento dell’unione bancaria e il ruolo che avrà il meccanismo europeo di stabilità, innanzitutto, ma anche le relazioni con gli Usa che “sono sottoposte a forti pressioni a causa delle politiche del presidente Trump” nonostante “i nostri instancabili sforzi per mantenere l’unità dell’Occidente, le relazioni transatlantiche”.

Divisioni che, ha ricordato Tusk, vanno oltre il commercio e che gli fanno dire: “Mentre speriamo per il meglio, dobbiamo essere pronti a preparare la nostra Unione agli scenari peggiori”.

Nel pacchetto, anche la creazione “nel prossimo bilancio pluriennale dell’Ue di una struttura finanziaria dedicata alla lotta all’immigrazione clandestina per rafforzare la cooperazione con i paesi di origine e di transito, in particolare il sostegno alla guardia costiera libica, in modo che dispongano di tutte le risorse necessarie per controllare pienamente le acque territoriali libiche”.

Migranti, nel prossimo vertice europeo l’Italia pronta a porre il veto

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