Preziosa su Spazio e Cyber: “il nuovo far west nell’era digitale e spaziale”

Le armi ipersoniche utilizzate nella guerra in Ucraina, l’utilizzo di droni killer e di armi laser richiedono risposte efficaci e molto sfidanti che solo le superpotenze possono affrontare per via della loro onerosità. Diversi programmi scientifici e qualche applicazione nel campo dell’industria militare hanno dimostrato che per combattere le guerre del presente ma soprattutto del futuro occorre dominare anche la dimensione dello Spazio e del Cyber Spazio. Uno Spazio ogni giorno sempre più conteso dalle superpotenze perché ritenuto fondamentale per le operazioni militari, non solo in fase difensiva, per la rilevazione e tracciamento dei missili, ma anche in fase offensiva, per la geolocalizzazione, navigazione, identificazione dei bersagli e rilevazione/controllo delle attività militari più in generale.

Cina, Stati Uniti e Russia, al momento, sono tra i primi paesi e livello globale ad aver sperimentato armamenti per distruggere propri satelliti militari ormai desueti, generando un’altro problema non secondario, quello dei detriti spaziali che ormai hanno raggiunto quantità inaccettabili e pericolose per costellazioni di satelliti ad uso civile ( come telecomunicazioni e GPS) essenziali per la vita quotidiana sulla Terra. Sono oltre 30.000 i detriti spaziali in orbita identificati e regolarmente monitorati per evitare collisioni, ma i modelli statistici stimano che potrebbero essercene addirittura più di un milione con dimensioni superiori al centimetro, e il loro numero è in continuo aumento.

Per questo affascinante dominio urge, pertanto, una normativa che lo regoli per evitare che diventi quello che può essere definito “il nuovo far west nell’era digitale e spaziale”.

A chiarirci meglio le idee con dati oggettivi ed una compiuta analisi è stato il generale Pasquale Preziosa sul Mensile di AirPress “La guerra dei Satelliti”.

Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa, già capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare ed oggi presidente dell’Osservatorio sulla sicurezza di Eurispes.


D. Le attività umane nello spazio sono ormai una realtà consolidata, e probabilmente aumenteranno nel futuro, con l’accesso a nuove risorse strategiche, a cominciare da quelle sulla Luna. Anche la competizione tra nazioni “space faring” sta aumentando. Assisteremo nel prossimo futuro a una crescente militarizzazione dello spazio?

La nuova corsa allo spazio è stata determinata da almeno tre segmenti convergenti di fattori ed esigenze:

  • Alta richiesta di dati, necessità di connettività (il 35% di tutti i satelliti lanciati nel 2019 fornisce telecomunicazioni), monitoraggio del territorio (più del 27% di tutti i satelliti commerciali fornisce servizi di osservazione della terra) (UCS 2020)
  • cambiamento della tecnologia satellitare, proliferazione di piccoli satelliti, nano satelliti, cubesat, produzione più economica per i piccoli satelliti.
  • Nuova tecnologia per i missili vettori, aumento della frequenza dei lanci, apertura della NASA al mercato spaziale per le compagnie private, maggiori opzioni di lancio (nel 2018 Space X ha riportato il record dei lanci dei razzi commerciali).

Nel 2018, Robert Hockett nell’ambito del CIFIUS USA (Scrutiny of Chinese Investment) individuò, nella competizione strategica, la frontiera del nuovo confronto tra le potenze globali in aggiunta al pilastro militare. La conquista dello Spazio (Luna-Marte) è soprattutto una competizione per la ricerca di tecnologie molto avanzate. (Secondo Robert Hockett la Sicurezza Nazionale degli USA non è rappresentata solo dagli armamenti o dalla difesa del terrorismo ma è legata alla capacità tecnologica economica, finanziaria, di protezione della privacy e dei dati medici e sanitari di lungo termine dei cittadini)

Il presidente Trump nel dicembre 2019 ha creato per gli USA la Space Force, nel 2022 il Senato USA ha promosso la creazione della Space National Guard.

Le altre potenze globali hanno seguito la falsa riga statunitense in termini organizzativi.

Lo spazio è stato identificato da molte nazioni come nuovo dominio militare facendo lievitare i domini dai tradizionali tre, prima a quattro e poi a cinque (Spazio e Cyber Spazio) in attesa del sesto (Dominio Cognitivo, il dominio dei domini).

La presenza militare nello spazio non è vietata, i satelliti nelle varie funzioni sono degli enabler delle funzioni operative essenziali.

La guerra nello spazio è già una realtà mediante l’uso costante e permanente del cyber space per cyber attack e cyber exploitation.

Le capacità ASAT completeranno la serie di strumenti militari per negare l’uso del dominio spaziale agli avversari.


D.Quali sono i principali assetti spaziali su cui si reggono i moderni strumenti civili e militari?

In base allo scopo (UCS, 2020), i satelliti operativi possono essere: commerciali (54%), governativi (16,4%), militari (12,7%), civili (5,0%), combinazioni di esigenze (11,9%).

Gli USA hanno in operazione il 49% dei satelliti in orbita seguiti dalla Cina 13%, Russia 6%, UK 5% ed altri a seguire.

Una media di 990 satelliti all’anno sarà lanciata fino al 2028 (Euroconsult, 2019).

Al 2028 il 67% dei satelliti apparterranno a costellazioni, è questo il dato più importante che rileva per il futuro; fino al 2018 invece il 71% sono stati satelliti singoli.

Parte delle nuove costellazioni satellitari per il controllo, informazione sorveglianza e riconoscimento (ISR), comunicazione e intercetto dei missili e testate ipersoniche saranno dedicate a questo scopo.

Sono in potenziamento le costellazioni BeiDou-Cina, Galileo-UE, NAVIC-India, QZSC-Giappone, GPS-USA, GLONASS-Russia.

Già la guerra in Ucraina è stata la prima conflittualità osservata prevalentemente dai satelliti, con capacità di ricognizione di alta precisione, ovvero altissima qualora associata al sistema ARTEMIS.

Gli assetti spaziali sono indispensabili in molte operazioni militari non solo per gli allarmi missilistici ma anche per la geolocalizzazione, navigazione, identificazione dei bersagli, tracciamento delle attività militari.

Con l’aggiunta dei due nuovi domini operativi (cyber-spazio) la superficie di contatto tra le forze in contrasto operativo si è molto espansa facendo anche lievitare il costo delle operazioni stesse.


D.In questo contesto, che ruolo giocano le armi ASAT (antisatellite), e quali potrebbero essere gli impatti di questi strumenti nel prossimo futuro?

Le Armi antisistemi spaziali (ASAT) erano già presenti durante la Guerra fredda e ora sono state solo potenziate con possibilità di attacco mediante l’uso di energia diretta, laser, microonde, impulsi elettronici, attacchi cibernetici.

Le capacità ASAT fanno parte del sistema di deterrenza che ogni paese mette a punto nell’ambito della competizione strategica in atto.


D.Siamo alla vigilia dell’era delle guerre spaziali?

La guerra nello Spazio è già in atto con l’uso del dominio cibernetico che è molto pervasivo e poco percepito (è invisibile) e l’uso della guerra elettronica.

La rete Starlink è sotto attacco russo per i fatti in  Ucraina (open.online, 2022-Starlink has resisted Russian cyberwar Jamming& hacking attempts so far, but they’re are ramping up their efforts.).

Il direttore dell’Agenzia spaziale russa (Roscomos) Dmitry Rogozin ha affermato che “un attacco cibernetico ai propri satelliti da qualsiasi parte provenisse sarebbe considerato dalla Russia come valido motivo per entrare in guerra.” (ilfattoquotidiano.it-Ucraina la minaccia del direttore…2022).

Le stesse dichiarazioni sono state fatte dagli USA per gli attacchi cibernetici qualora avessero causati danni alla sicurezza nazionale.

I due domini cyber e Spazio non sono stati ancora sottoposti a una regolamentazione internazionale per l’uso militare, ciò favorisce la gemmazione di minacce continue: rappresentano il nuovo far west nell’era digitale e spaziale.

La deterrenza e la resilienza sono i due pilastri per la gestione dei confronti in questi due domini.

Preziosa su Spazio e Cyber: “il nuovo far west nell’era digitale e spaziale”