Regionali: Un cavallo di Troia per le regionali con all’interno Pd e 5S

(di Massimiliano D’Elia) Il governo giallo-rosso dal 36% di giudizi positivi della scorsa settimana è passato al 38% di oggi, l’indice di gradimento aumenta di due punti salendo a 43. Lo scrive Nando Pagnoncelli su Il Corriere della Sera. Un governo che piace ad un italiano su due e che è sotto la lente d’ingrandimento di tutti gli italiani, che sondaggi alla mano, avrebbero gradito andare a votare. Il prossimo termometro politico è dato dalle elezioni per eleggere i governatori di regioni  “rosse”, Umbria, Emilia Romagna e Toscana.

Nicola Zingaretti spinge per estendere l’alleanza di governo anche a livello territoriale, il Movimento fa sapere che l’argomento non è all’ordine del giorno. Tuttavia una certa apertura si intravede proprio dal padre nobile dei 5Stelle, Beppe Grillo. Il Movimento nel recente passato non ha escluso di correre sui territori facendo alleanze con  liste civiche, proprio per tentare di recuperare il largo divario registrato nei consensi con la Lega. Questa potrebbe essere l’arma a cui starebbero pensando gli alti dirigenti dei partiti del governo giallo-rosso: appoggiare nei territori una lista civica creata ad hoc, da parte di  M5S e PD. Creare una specie di cavallo di Troia con all’interno Pd e M5S. Un modo per non conclamare l’alleanza di governo anche fuori da Roma, gli elettori sempre più diffidenti non capirebbero l’alleanza anche  nelle città, province e regioni. L’alleanza di governo è nata su una scelta di carattere parlamentare per rispettare i tempi della legislatura previsti dalla Costituzione – almeno questa è stata la versione ufficiale-, sui territori quale sarebbe l’esigenza se non contrastare lo strapotere della Lega che proprio ieri ha anche suggellato con Berlusconi la rinascita del centrodestra unito?

Paglioncelli a conforto dell’analisi politica appena fatta snocciola alcuni dati del suo recente sondaggio dove si evidenzia che il gradimento del leader della Lega Matteo Salvini è in netta  ripresa.

I partiti di sinistra, centrosinistra e il M5S rappresentano circa 12,8 milioni di elettori, quelli di destra, centrodestra e le altre forze di opposizione circa 14 milioni e a costoro vanno aggiunti gli astensionisti  che ammontano a circa 22,6 milioni. Le ipotesi sulla durata del governo fanno segnare un aumento di coloro che non sono in grado di esprimere un pronostico (da 17 a 22%), mentre si conferma la previsione prevalente già la scorsa settimana: durerà pochi mesi, al massimo un anno, secondo il 42% . 

Va osservato, scrive Pagnoncelli, che tra dem e 5 Stelle diminuisce la fiducia che il governo possa durare per la parte restante della legislatura e per entrambi l’ipotesi prevalente è un lasso di tempo di due anni. Giusto in tempo per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, obiettivo minimo delle truppe del Pd.

Il premier Conte, invece, vede aumentare il proprio gradimento, confermandosi nettamente al primo posto con il  51%. Di Maio (gradito dal 24% con un indice pari a 27) e Franceschini (gradito dal 16% con un indice pari a 21). Dopo Conte, nel gradimento si colloca Salvini, uscito ammaccato dalla decisione di far cadere il precedente governo, ma in ripresa rispetto a fine agosto: oggi il 35% esprime un giudizio positivo, e l’indice di fiducia passa da 36 a 40. 

Giorgia Meloni, apprezzata dal 27% (indice di gradimento pari a 32, in calo di i punto), Nicola Zingaretti, gradito dal 19% (indice stabile, a 23) e Silvio Berlusconi con il 13% (indice 15, in calo di un punto).

A quanto pare la soap opera della crisi più pazza del mondo non ha ancora terminato la sua serie e presto inizierà a tormentare le notti dei politici e degli italiani.

 

 

 

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