Tutti morti i passeggeri dell’elicottero di Raisi

di Emanuela Ricci

La notizia è stata battua dell’agenzia di stampa russa Tass. Il relitto è stato trovato sulla strada per il villaggio iraniano di Khoilar-Kalam. Le squadre di ricerca hanno individuato parti dell’ala e della pala del velivolo su una collina e si sono dirette verso il luogo. “Non c’è segno di vita nell’elicottero” del presidente iraniano Ebrahim Raisi “e la cabina è bruciata”, riportano i media iraniani, mostrando immagini dei soccorritori della Mezzaluna Rossa che si apprestano a raggiungere il luogo dell’incidente.

Il convoglio presidenziale di tre elicotteri era partito dall’Azerbaigian dopo una visita di Raisi all’omologo Ilham Aliyev, per inaugurare una diga.

Un drone turco avrebbe rilevato una fonte di calore in una zona dell’Azerbaigian orientale. Verso l’area si sono quindi dirette le 73 squadre di soccorso con al seguito i cani da ricerca. Permangono tuttavia le condizioni meteorologiche avverse per via di forte pioggia e nebbia. Proprio le condizioni metereologiche severe nella zona starebbero alla base delle prime ipotesi, valutate come causa dell’incidente. Inizialmente si è parlato di un atterraggio pesante a causa di un malfunzionamento poi con il passare delle ore si faveca sempre più concreta l’ipotesi dell’esplosione dell’aeromobile poichè non si riusciva a rintracciarlo tramite il gps del trasponder. Esplosione causata molto probabilmente dall’impatto con una zona rocciosa, tipica dell’area della rotta stabilita. Di fatto sono stati trovati pezzi del rotore a valle su una zona pianeggiante. L’area individuata si trova a circa 100 chilometri da Tabriz, vicino al villaggio di Tavil.

Mentre in tutto il mondo iniziavano a montare alcune speculazioni sull’ipotesi di una probabile esplosione a bordo causata da un ordigno per mano di oppositori interni o peggio dei servizi segreti israeliani (Mossad), la Guida suprema Ali Khamenei ha lanciato un appello alla preghiera in tutto il Paese. Alcuni video lanciati via social hanno mostrato sporadici festeggiamenti a Teheran con spari di fuochi d’artificio, un chiaro segnale che in Iran sono molti gli oppositori che sperano in un cambio radicale delle politiche di Teheran che, nel corso degli anni, ha sottoposto la popolazione civile ad enormi sacrifici.

Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato l’invio di due aerei, un elicottero e 50 uomini dalla Russia per concorrere alle operazioni di ricerca. L’Ayatollah Khamenei ha assicurato che comunque vada non ci saranno vuoti di potere.

L’UE, su richiesta di Teheran, ha attivato il sistema satellitare Copernicus. Altri Paesi, come Arabia Saudita, Russia e Turchia, hanno offerto assistenza. La Casa Bianca segue passo, passo l’evoluzione della crisi mentre il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni ha convocato per oggi una riunione con i ministri e le autorità per la sicurezza competenti: Esteri, Difesa e Intelligence.

Ebrahim Raisi

Eletto presidente della Repubblica Islamica nel 2021, l’ultraconservatore 63enne Raisi ha guidato il Paese degli Ayatollah alle prese con una profonda crisi sociale ed economica per via delle sanzioni statunitensi. Braccio destro della Guida suprema, sarebbe diventato il suo naturale successore. Intransigente e nemico giurato di Israele e degli Stati Uniti è stato il primo presidente ad osare l’attacco direttamente sul suolo iraniano a margine della guerra di Gaza.

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