Xi vola in Africa per partecipare al summit dei Brics con l’obiettivo di attirare più Paesi nel blocco economico anti occidentale

(di Francesco Matera) Xi Jinping è volato in Africa per una visita di Stato, domani sarà a Johannesburg per partecipare al summit dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). La Russia sarà rappresentata dal ministro degli esteri Lavrov perchè su Putin pende un mandato di cattura internazionale….eh non si può rischiare un arresto anche se ad astenersi dal voto di condanna all’offensiva russa promosso dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 2 marzo. scorso si contano numerosi Paesi africani tra cui Sudafrica, Mali, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Angola, Algeria, Burundi, Madagascar, Namibia, Senegal, Sud Sudan, Sudan, Uganda, Tanzania e Zimbabwe.

Per la prima volta a Johannesburg ci saranno moltissimi altri Paesi stranieri invitati come osservatori, interessati ad entrare nel blocco “economico”. Importante la presenza come new entry di Arabia Saudita, Indonesia, Egitto e Argentina. Una nuova postura inclusiva che piace tanto a Pechino perchè vuole far capire all’Occidente che non esistono solo gli Stati Uniti come elemento pull factor, ma possono esistere altre realtà che magari un giorno potranno mettere in discussione anche la valuta di riferimento per i principali scambi commerciali, dove oggi il dollaro gode una supremazia assoluta. L’idea è quella di favorire in futuro l’uso delle valute nazionali dei Paesi membri dei Brics per gli scambi commerciali.

L’India sembra essere la più interessata ad entrare nel gruppo dei Paesi emergenti anche se storicamente non proprio in linea con la politica di Pechino. Per questo ed altri motivi Nuova Delhi spinge per discutere regole chiare di ammissione e una road map per i nuovi ingressi. Molto atteso è l’incontro tra Xi e Modi dopo l’interruzione dei rapporti che risale al lontano maggio 2020.

Xi mira anche ad aumentare l’influenza della Cina in Africa ed è per questo motivo che incontrerà in una seduta a parte tutti i leader africani presenti.

Pechino proprio in Africa da decenni ha investito enormi quantità di denaro diventanto così nel tempo il primo partner commerciale del continente. Nel 2021 l’interscambio commerciale tra Africa e Cina ha toccato la quota record di 254 miliardi di dollari, un dato in crescita del 35% rispetto al 2020.

Negli anni il dragone cinese ha costruito diecimila chilometri di ferrovie e autostrade, centinaia di porti, ospedali, stadi, centrali elettriche, ma anche il minareto più alto del mondo in Algeria e la sede dell’Unione africana in Etiopia. Come contropartita riceve la prelazione sull’estrazione di preziose risorse minerarie come cobalto, litio ed oro. Pechino controlla anche diversi giacimenti petroliferi, di uranio e ferro nel Sahel. In Niger, invece, sta costruendo un oleodotto.

Molti leader e ufficiali militari del continente nero sono stati istruiti ed addestrati nelle scuole e accademie cinesi. Pechino da tempo ha iniziato anche ad importare la propria cultura finanziando la fondazione di istituti sul territorio africano come la scuola di leadership Julius Nyerere in Tanzania.

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