Cina alla conquista dei porti italiani, dopo Trieste e Genova ora tocca a Taranto

Il Giornale riporta la notizia che l’italiana Ferretti Group  vuole investire nel porto di Taranto – area ex Belleli –  per realizzare un settore dedicato alla  costruzione di scafi e sovrastrutture in vetroresina e carbonio e di un centro di ricerca impegnato nello studio di modelli e stampi. Il prestigioso Gruppo Ferretti, fondato a Bologna nel 1968, dal 2012 è partecipato dai cinesi della Weichai Group.

L’annuncio dell’operazione il 7 aprile scorso direttamente dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Programmazione economica e agli Investimenti, il tarantino Mario Turco che all’epoca disse: “L’insediamento del gruppo Ferretti a Taranto sarebbe per il territorio una grande opportunità di sviluppo e di riconversione economica per il nostro tessuto imprenditoriale l’iniziativa è un altro tassello della Presidenza del Consiglio e del Governo per il progetto del cosiddetto Cantiere Taranto”.

Non potevano mancare le critiche al progetto.

Il deputato forzista, pugliese, Mauro D’Attis parla di grandi manovre da parte di Pechino per mettere le mani sul porto jonico con grandi investimenti e annuncia un’interrogazione parlamentare. II Giornale ha sentito D’Attis: “Vogliamo capire perché il governo sta puntando così tanto su questa cosa, anche alla luce della nostra collocazione atlantica sul piano internazionale e della presenza di una base Nato strategica nella città di Taranto”.

Tante le indicazioni delle mire cinesi sui porti italiani. Precisa il Giornale. Il colosso statale cinese CCCC (China Communication Construction Company) nei mesi tra marzo e aprile scorso  ha donato 4mila mascherine all’autorità portuale di Taranto e ben l0mila mascherine al porto di Trieste. E’ anche noto che la  CCCC lo scorso anno ha firmato un’intesa con lo scalo triestino e genovese, forte dell’accordo Via della Seta voluto e firmato dal governo gialloverde nel mese di marzo del 2019.

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