Corea del Nord: cosa accadrà il giorno dell’anniversario della fondazione del Partito dei Lavoratori?

Probabile test balistico della Corea del Nord. In caso di guerra Londra invierà la portaerei Queen Elizabeth gli F-35B del Corpo dei Marine

Tra poche ore in Corea del Nord ricadrà l’anniversario della fondazione del Partito dei lavoratori. Il dieci ottobre è una data particolare salutata in patria con festeggiamenti e test militari di qualche tipo. Nel week end appena trascorso, Pyongyang ha ospitato i lavori della Settima Commissione Centrale del Partito dei Lavoratori presieduti da Kim Jong Un. Due i punti all’ordine del giorno nella riunione plenaria: la situazione internazionale e l’organizzazione del partito.

Kim Jong Un, presidente del Partito dei lavoratori della Corea, ha presentato una relazione sul primo ordine del giorno.

Il discorso di Kim Jong Un

“La complicata situazione internazionale impone delle azioni immediate che il partito dovrà continuare a definire ed attuare. Gli imperialisti americani stanno tentando di soffocare la sovranità ed i diritti della Repubblica Popolare Democratica di Corea, elevando sempre nuove sanzioni delle Nazioni Unite attraverso i suoi vassalli. Le armi nucleari della Corea del Nord sono una preziosa risorsa per difendere il destino e la sovranità del paese dalle minacce prolungate degli imperialisti Usa. E sono potenti deterrenti che proteggono saldamente la pace e la sicurezza nella penisola coreana e nell’Asia nordorientale. Garantiscono in modo affidabile la sovranità della nazione coreana, i diritti all’esistenza e allo sviluppo. L’arma nucleare è una spada di giustizia che dirama le nubi della tirannia attraverso il suo terribile potere. Grazie alla giustizia nucleare, potremmo condurre una vita indipendente e felice sotto il cielo chiaro e azzurro. La scienza e la tecnologia del nostro paese hanno compiuto passi da gigante. Anche la nostra economia nazionale è cresciuta nonostante le sanzioni degli imperialisti Usa e dei loro vassalli. Le decisioni in seno al Congresso garantiranno una perfetta struttura economica indipendente, al di là delle sanzioni che i nemici ci imporranno. La situazione attuale dimostra che il nostro partito ha assolutamente ragione nel rilanciare l’economia e costruire una potente forza nucleare. E’ una strada che il nostro partito dovrà sempre perseguire. La nostra strategia riuscirà a porre fine ai ricatti ed alle minacce nucleari degli imperialisti statunitensi. Il partito e le masse devono essere una sola cosa. Tale unità è l’arma più potente della rivoluzione coreana. La mentalità rivoluzionaria del Partito dovrà essere sempre devota al suo popolo. La chiave principale per eludere le sanzioni e la pressione estremamente viziose degli imperialisti Usa e dei loro vassalli, è trasformare la disgrazia in benedizione così da rafforzare l’indipendenza e il carattere della Juche nell’economia nazionale. La scienza e la tecnologia sono il motore pulsante di un potente paese socialista. La situazione attuale è delicata, dovremo affrontare numerose prove, ma il nostro partito rimane fiducioso nella vittoria finale. Qualsiasi sconvolgimento non farà vacillare la fiducia che l’esercito nutre per il Partito. La nostra causa è invincibile poiché plasmata sulle solide basi economiche e di pensiero promosse dal presidente Kim Il Sung e dal leader Kim Jong Il”.

10 ottobre 2017

Sotto l’aspetto prettamente istituzionale con la visita al Palazzo del Sole e politico, l’anniversario della fondazione del partito comunista nordcoreano si è già concluso. Oltre ai lavori della Settima Commissione Centrale del Partito dei Lavoratori, la Sala della Gioventù ha accolto una delegazione formata dagli studenti del paese per celebrare il ventesimo anniversario della nomina di Kim Jong Il a Segretario Generale del Partito dei Lavoratori della Corea. Anche le associazioni femminili del Nord si sono ritrovate a Pyongyang per celebrare “il partito materno che diventa un insieme armonico con le masse popolari, invincibile forza di combattimento”.

L’anniversario della fondazione del Partito dei lavoratori è solitamente salutato, secondo calendario, con un test militare. Oggi negli Stati Uniti si celebra il Columbus Day. Per l’Independence Day, lo scorso quattro luglio, la Corea del Nord lanciò un missile balistico Hwasong-14.

Corea del Nord, ecco cosa potrebbe accadere tra 24 ore

Bomba H sul Pacifico: altamente improbabile

Il 3 settembre scorso Pyongyang ha annunciato al mondo di aver testato la sua più potente arma nucleare. E’ un’affermazione condivisibile per una resa esplosiva stimata di 100 kilotoni. L’U.S. Geological Survey ha rilevato il terremoto di magnitudo 6,3, con epicentro nei pressi del sito di Punggye-ri, senza però confermare l’esatta natura dell’esplosione. Per la Corea del Nord si sarebbe trattata di una bomba all’idrogeno, interamente realizzata in patria ed in grado di essere imbarcata sui vettori intercontinentali. Il Nord dovrà adesso dimostrare di aver ultimato la standardizzazione delle testate nucleari per il trasporto su vettori intercontinentali e completato il ciclo della tecnologia di rientro. Il ciclo missilistico è diviso in tre fasi: spinta, manovra nello spazio e terminale. Un missile balistico intercontinentale, dopo la fase di propulsione e spinta, raggiunge l’orbita terrestre per rilasciare il veicolo di rientro principale, la punta del missile. Quest’ultima, una volta posizionata tramite navigazione inerziale, rilascia le testate che colpiscono gli obiettivi rientrando dall’atmosfera terrestre. Oltre alla gittata massima, un missile deve anche essere in grado di trasportare una testata, sopravvivere al rientro nell’atmosfera e colpire un bersaglio con precisione. Il processo prevede la schermatura della testata dalle alte temperature generate dal rientro nell’atmosfera terrestre ad una velocità di 7 km al secondo. Il test ha dimostrato che Pyongyang è in grado di costruire un’arma, ma non che quest’ultima sia in grado di essere utilizzata immediatamente. L’unico modo per verificare la retorica della Corea del Nord, sarebbe un impiego reale del sistema d’arma. Il principio della deterrenza si basa sull’equilibrio tre le scarse informazioni diramate e quelle coperte da segreto militare. Informazioni sufficienti per spaventare il nemico. Il problema è che non sempre (come nel caso della Corea del Nord) il nemico si spaventa. Secondo l’amministrazione George W. Bush, la Corea del Nord era ormai prossima allo sviluppo di un ICBM in grado di minacciare gli Stati Uniti. Nel 2000, la tecnologia missilistica di proiezione della Corea del Nord era stata chiaramente sovrastimata. Le successive amministrazione hanno adottato un approccio scettico (così come avvenuto per i cinesi negli anni ’60), nuovamente mutato dopo i recenti test. E’ innegabile che gli Satti Uniti, così come confermato dalla Defense Intelligence Agency lo scorso 28 luglio, abbiano sottovalutato la determinazione di Kim Jong-un. Un giorno (non domani), la Corea del Nord riuscirà a chiudere il ciclo ICBM con una testata in grado di rientrare nell’atmosfera e colpire il bersaglio.

Negli anni ’60 Washington sottostimava le capacità ingegneristiche e nucleari della Cina, fino al test reale del 27 ottobre del 1966. Quel giorno, la Cina lanciò un missile balistico a medio raggio armato con una testata nucleare, dimostrando l’errato approccio analitico e tattico delle agenzie di sicurezza statunitensi nel valutare il reale grado tecnologico (qualcuno potrebbe identificare le medesime analogie con la stima della forza giapponese prima di Pearl Harbor). La Corea del Nord si identifica come una potenza nucleare responsabile, non eseguendo test sul terreno.

Non dobbiamo mai dimenticare che Pyongyang ha la necessità costante di dimostrare al mondo il suo grado tecnologico. Motivo per cui al lancio di un sistema H da una piattaforma aerea, sarebbe preferibile un missile per una detonazione sul Pacifico. Sarebbe un modo per dimostrare l’esistenza di un deterrente reale. Se avvenisse (molti dubbi in tal senso), sarebbe il primo test atmosferico sin dal 1980. Più di cento ordigni sono stati detonati in aeree remote dell’Oceano Pacifico dall’avvento del nucleare. Molte le variabili da considerare come ad esempio l’entità del dispositivo e del suo sistema di rilascio (entrambi dovrebbero funzionare perfettamente) e le condizioni meteo. Indipendentemente dalla ricaduta geopolitica, gli effetti ambientali potrebbero essere devastanti. Se la detonazione avvenisse distruggerebbe o contaminerebbe la flora e la fauna con una serie di effetti incalcolabili. Gli Stati Uniti hanno testato nell’atmosfera un solo sistema strategico durante il test Frigate Bird dell’Operazione Dominic, nel maggio del 1962. Il sottomarino strategico USS Ethan Allen (SSBN-608), capofila dell’omonima classe, il sei maggio del 1962 lanciò in immersione un missile Polaris A-1 armato con una testata termonucleare W-47Y1 su veicolo di rientro Mk-1. La zona di lancio era localizzata a sud-ovest delle Hawaii con area di impatto nell’oceano aperto vicino l’isola di Natale. Dopo aver coperto 1100 miglia in dodici minuti, la testata è esplosa nel Pacifico ad un’altitudine compresa tra i 3.000 e 4.600 metri, con una detonazione stimata di 600 kilotoni, 40 volte più potente della bomba che ha distrutto Hiroshima. Rimane il solo test end-to-end di un sistema strategico nucleare statunitense.

Juche Bird?

Un giorno (non domani), la Corea del Nord riuscirà a chiudere il ciclo ICBM con una testata in grado di rientrare nell’atmosfera e colpire il bersaglio. Kim Jong Un, così come suo padre e suo nonno prima di lui, non sono stupidi. Sarebbe un errore madornale considerarli tali. E così come i suoi predecessori, il caro leader conosce la potenza degli Stati Uniti, in grado di cancellare per sempre ed in pochi minuti la piccola nazione comunista (è una certezza strategica). La dinastia Kim chiede il rispetto internazionale e cerca, soprattutto, di sopravvivere. Il rispetto internazionale (come avvenuto con il Pakistan ad esempio) si basa sul riconoscimento a potenza nucleare così da reimpostare le relazioni con i diretti antagonisti come la Corea del Sud e gli Stati Uniti. Il graduale aumento della pressione militare sul regime nordcoreano per ottenere un risultato politico, nella speranza che non precipiti in un conflitto reale, è un elemento debole e pericoloso per la politica degli Stati Uniti. Kim Jong-un non intende dichiarare guerra agli Stati Uniti, ma spera di impedire a Washington un attacco preventivo a protezione della dinastia regnante. E’ una distinzione fondamentale. Corea del Sud e Giappone convivono con la minaccia del Nord da decenni. Gli Stati Uniti, dopo l’isteria della crisi missilistica cubana, impararono a convivere con le capacità strategiche sovietiche e cinesi. Gli Stati Uniti dovranno adattarsi anche alla futura, ma non prossima, minaccia intercontinentale della Corea del Nord. Pyongyang ha investito troppo ed è ormai prossimo alla creazione di un deterrente nucleare credibile. Nessun paese può eguagliare gli Stati Uniti nella proiezione di potenza. Se Washington decidesse di effettuare un attacco militare contro la Corea del Nord, anche se limitato, l’impatto sarebbe devastante per Pyongyang. Tuttavia, quando si considera l’azione militare, è importante riconoscere le variabili e le lacune di intelligence che complicano inevitabilmente il processo decisionale politico e militare. Il vantaggio degli Stati Uniti nella formazione, coordinamento e nelle attrezzature, non garantirebbe il successo della missione a causa delle lacune di intelligence. Qualsiasi tipo di attacco, infine, innescherebbe una guerra su vasta scala che si tramuterebbe con un ragionevole grado di certezza in nucleare.

Test Slbm: fotomontaggio probabile, lancio reale altamente improbabile

La Corea del Nord possiede un solo sottomarino con missili balistici da 67 metri classe Sinpo/ Gorae. Pyongyang dovrebbe possedere circa 70 sottomarini di diverse dimensioni. Sarebbero quattro i sottomarini classe Whiskey forniti dall’Unione Sovietica, mentre settantasette i classe Romeo forniti dalla Cina. Secondo le informazioni ufficiali del regime, la flotta dovrebbe essere composta da 20 battelli classe Romeo (otto tubi lanciasiluri da 533 millimetri per un dislocamento di 1.830 tonnellate), quaranta classe Sang-O I/II (275/400 tonnellate in due configurazioni) e dieci mini sottomarini classe Yono (due tubi da 533 millimetri per 130 tonnellate). Soltanto una manciata sarebbero stati riconvertiti per la tecnologia SLBM. Pyongyang non ha mai effettuato un test balistico da un sottomarino. Il 24 agosto dello scorso anno, la Corea del Nord comunica di aver lanciato con successo un missile balistico da un sottomarino. Il lancio è avvenuto nelle acque al largo della città di Sinpo, che ospita la principale base dei sottomarini del paese, nella provincia meridionale di Hamgyong. Il sottomarino classe Sinpo dovrebbe essere l’unico vettore di Pyongyang in grado di lanciare restando in immersione. Svelato nell’ottobre del 2014, è un vettore di 67 metri e con un dislocamento di 900-1500 tonnellate. Il disegno del sottomarino ricorda quello della classe Heroj, progetto iugoslavo acquisito da Pyongyang nel 1970. Il vettore classe Sinpo utilizzare il medesimo concetto della tecnologia di lancio della classe Golf di epoca sovietica con missili ubicati nella sezione posteriore della torre. Rispetto ai test precedenti, il missile ha confermato i progressi della tecnologia SLBM, Submarine-Launched Ballistic Missile, in via di sviluppo nella Corea del Nord. Il missile è precipitato nella Air Defense Identification Zone del Giappone. Il missile KN-11/ Pukkuksong-1 dovrebbe essere basato sul vettore sovietico R-27 Zyb. La classe Sinpo può trasportare un solo missile e lanciarlo a 10/15 metri sotto la superficie dell’acqua. E’ una profondità che pone il sottomarino a rischio di rilevazione rispetto alle più grandi piattaforme. Un sottomarino classe Ohio, potrebbe lanciare i suoi Trident a 120 metri di profondità. Le specifiche del nuovo presunto sottomarino da tremila tonnellate sono avvolte nel mistero, ma se esistesse sarebbe in grado di trasportare tre missili e rappresenterebbe una reale minaccia. Il dislocamento gli conferirebbe una capacità di lancio posta a 50 metri di profondità. La tecnologia SLBM espone i fianchi della Corea del Sud mentre il sistema antimissile THAAD si concentra sull’identificazione delle minacce dal Nord. Il termine nord coreano Pukguksong si traduce in Polaris, stella polare. E’ lo stesso nome del primo SLBM al mondo, UGM-27 Polaris, messo in servizio dagli Stati Uniti. Il Maritime Research Institute, responsabile per la ricerca e lo sviluppo della tecnologia marina e sottomarina della Corea del Nord, è al lavoro da anni sulla tecnologia SLBM.

Il propellente solido conferisce immediati tempi di reazione e prontezza di funzionamento. Il combustibile premiscelato in forma solida viene stivato direttamente nel missile. Avviato il processo di accensione, questo non può essere modificato o disattivato a differenza di quanto avviene nel combustibile allo stato liquido. Il flusso di carburante allo stato liquido può essere controllato così come la quantità di spinta prodotta può essere regolata, attivata o disattivata. Secondo Pyongyang, il missile sarebbe stato lanciato a freddo ed i filmati confermerebbero tali dichiarazioni. I sistemi di lancio verticali avvengono in due modi. Nel lancio a caldo, il missile viene espulso grazie alla immediata accensione del sistema di propulsione del razzo. L’espulsione a freddo, come quella che sarebbe stata utilizzata dal Pukguksong-2, è generalmente utilizzata negli ambienti navali. Nella tecnologia a freddo, il missile è espulso dalla piattaforma di lancio tramite aria compressa. Nei sottomarini, l’accensione del primo stadio o fase di spinta, avviene dopo aver superato la superficie marina (il missile, avvolto da una bolla di gas, non tocca mai l’acqua). I vantaggi sono innegabili. Nel caso del Pukguksong-2 lanciato da terra, viene meno la componente progettata per dissipare il calore ed i fumi di scarico generati dal lancio del missile. L’immediato processo iniziale del lancio è difficilmente rilevabile dalla rete satellitare. Tuttavia, l’espulsione a freddo è influenzata nella sua fase di espulsione dai forti venti che ne possono alterare la precisione.

A lanciare non è mai stato un sottomarino

La Corea del Nord utilizza due chiatte, nove metri per 22,5, per i test missilistici. La chiatta nel Sinpo South Shipyard sarebbe stata utilizzata per almeno sei lanci, compreso il Pukguksong-1/KN-11. Si tratta di una piattaforma che può essere ancorata ed affondata ad una profondità impostata. Il missile viene collocato in un tubo verticale montato centralmente, con lancio monitorato in remoto. I test subacquei sono necessari prima dell’implementazione finale sui sottomarini per ottimizzare la tecnologia di espulsione e l’intero ciclo SLBM. La chiatta sembrerebbe essere simile alla vecchia piattaforma sovietica PSD-4 utilizzata negli anni ’60 per testare i nuovi asset SLBM. Pubblicamente, si ignora l’origine della seconda chiatta. Potrebbe essere stata fabbricata dalla Corea del Nord, ma i cantieri navali sulla costa occidentale non hanno mai mostrato attività compatibile con un tale progetto. Potrebbe essere stata realizzata in qualche struttura sotterranea o, infine, acquisita all’estero così come avvenuto per la prima chiatta. La Corea del Nord ha compiuto enormi progressi nella tecnologia di espulsione da una piattaforma in immersione, ma contrariamente a quanto detto fino ad oggi, a lanciare non è mai stato un sottomarino.

Test nucleare: improbabile

Non vi sono segni esterni per un imminente test. Il sito per i test nucleari di Punggye-ri è attualmente in standby. Fin dallo scorso marzo il sito di Punggye-ri era ritenuto armato e pronto per ospitare il sesto test nucleare della Corea del Nord. Il sito di Punggye-ri ospita tre tunnel sotterranei orizzontali, ubicati a diverse profondità, utilizzati per effettuare i test nucleari di Pyongyang. Il primo tunnel, East Portal, si troverebbe a circa 310 metri: è stato utilizzato per far esplodere l’ordigno nucleare della Corea del Nord nel 2006. Gli altri quattro test si sono svolti nel secondo tunnel, West Portal, a circa 490 metri. Il terzo tunnel della struttura di prova, che ha subito nei mesi scorsi dei lavori di adeguamento, è stato utilizzato per il sesto test. Il North Portal dovrebbe trovarsi ad una profondità di 550 metri. Il sito di Punggye-ri è distante 116 chilometri dal vulcano sul Monte Baekdu. La resa esplosiva del sesto test è ritenuta dieci volte superiore a quella avvenuta nel settembre dello scorso anno. La Corea del Nord non ha attualmente la necessità strategica di eseguire il settimo test nucleare.

Test balistico: probabile

La base nei pressi della città di di Kusong, sulla costa occidentale del paese, nella provincia settentrionale del Pyongang, è sotto osservazione. E’ stata utilizzata in tutti gli ultimi test per lanciare diversi missili a due stadi a propellente liquido Hwasong-12. Lo stesso sito è stato utilizzato lo scorso 12 febbraio, per lanciare il missile Pukguksong-2 a propellente solido. Pyongyang ha effettuato il primo lancio di ICBM lo scorso 4 luglio. Il test è stato effettuato per dimostrare al mondo il potenziale raggio d’azione utile del missile Hwasong-14. Il Hwasong 14 lanciato da Panghyon su piattaforma sganciata MAZKT79211, ha raggiunto un’altitudine di 2.500 chilometri (picco di 2802 Km secondo il Nord) percorrendo una distanza di 930 chilometri prima di schiantarsi nel Mare del Giappone all’interno della zona economica esclusiva di Tokyo. Il Hwasong-14 è una versione a due stadi del missile balistico Hwasong-12 a livello intermedio (IRBM) che la Corea del Nord ha lanciato per la prima volta lo scorso maggio scorso. Il sistema Hwasong-12 è un missile a due stadi a propellente liquido. L’ultimo test risale allo scorso 15 settembre, quando da Sunan, sito dell’aeroporto internazionale di Pyongyang, la Corea del Nord ha lanciato con successo il missile balistico KN-17. Si tratta della variante Scud ASBM (anti-ship ballistic missile) a singolo stadio a propellente liquido. Il sistema d’arma ha sorvolato l’isola di Hokkaido nel Giappone settentrionale prima di schiantarsi nell’Oceano Pacifico. Il Comando del Pacifico Usa conferma un’altitudine raggiunta di 770 km ed una distanza coperta di 3.700 km. Il missile Hwasong-12 lanciato lo scorso agosto, il primo sul Giappone negli ultimi otto anni, raggiunse un’altitudine stimata di 550 chilometri prima di precipitare nell’Oceano Pacifico, a circa 1.180 chilometri ad est di Hokkaido. Il missile venne rilevato pochi secondi dal lancio dalla griglia ad infrarossi Usa. Per la sesta volta dal 1998, un missile nordcoreano oi suoi frammenti volano sul territorio del Giappone.

In caso di lancio inoffensivo la comunità internazionale condannerebbe il Nord proponendo ulteriori sanzioni, ma l’opzione militare non sarebbe giustificata. E’ probabile che nelle prossime ore assisteremo a dei nuovi test balistici da terra.

Londra rispolvera la tattica delle Falklands

Qualora dovesse scoppiare un conflitto (ipotesi remota) con la Corea del Nord, la Gran Bretagna sarà al fianco degli Stati Uniti. Tra le opzioni vagliate dal Regno Unito, il rischieramento di un gruppo da battaglia basato sulla portaerei HMS Queen Elizabeth (non ancora operativa). La Royal Navy gestisce una flotta di 77 navi. Attualmente, la Gran Bretagna non possiede alcuna portaerei: la HMS Illustrious è stata demolita nel 2014, tuttavia non dovrebbero esserci ritardi per la nuova classe Queen Elizabeth. Due le unita da 64 mila tonnellate previste: Queen Elizabeth e Prince of Wales. Le prove in mare per la HMS Queen Elizabeth sono iniziate lo scorso 26 giugno. La componente aerea sarà schierata entro il 2018, mentre il primo pattugliamento operativo avverrà nel 2020. 18 mesi più tardi entrerà in servizio anche la HMS Prince of Wales. Le unità della classe Queen Elizabeth sono lunghe 280 metri e potranno ospitare 36 F-35B (capienza massima) più un gruppo di volo a rotore. Nelle intenzioni, la nuova componente imbarcata sulla HMS Prince of Wales e sulla HMS Queen Elizabeth, “garantirà una capacità offensiva su vettori seconda soltanto a quella degli Stati Uniti” (Mosca la pensa diversamente). I costi di acquisizione della classe Queen Elizabeth (due unità) e relativo gruppo aereo imbarcato (F-35B, l’unica piattaforma in grado di operare sul ponte in configurazione STOVL, decollo corto ed atterraggio verticale) sono di 14,3 miliardi di sterline. La classe Queen Elizabeth, secondo il Ministero della Difesa britannico, raggiungerà la piena capacità operativa per il 2026. Nello scenario ipotizzato per la Corea del Nord, cacciatorpediniere Tipo 45, fregate Tipo 23 ed un sottomarino d’attacco scorterebbero la HMS Queen Elizabeth che ospiterebbe dodici F-35 del Corpo dei Marine degli Stati Uniti. In molti potrebbero rivedere delle tattiche simili a quelle utilizzate per difendere le Falklands, anche se in questo caso non vi è rischio per il territorio britannico. A differenza della pronta disponibilità delle piattaforme Harrier per la HMS Illustrious nel 1982, la componente aerea inglese (F-35B) per la HMS Queen Elizabeth non è ancora disponibile. Sarà il Corpo dei Marine degli Stati Uniti a garantire tali capacità.

Fonte ilgiornare.it

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