Elicottero americano precipita, i militari morti delle forze speciali. Gli Usa bombardano postazioni filo-iraniane in Siria. Stop allo scambio di prigionieri

Il velivolo americano caduto nel Mediterraneo orientale è un elicottero e i cinque militari morti  facevano parte delle forze speciali. Sale la tensione ai confini di Siria e Libano. Gli americani bombardano in Siria postazioni di milizie filo-iraniane. Sullo scambio dei prigionieri Hamas ritratta.

Il velivolo dell’esercito americano precipitato ieri al largo del Mediterraneo orientale era un elicottero Mh-60, una variante del Black Hawk. Lo ha riferito, in una nota, il Comando europeo degli Stati Uniti (USEUCOM). Tutti i cinque militari a bordo sono morti. Un funzionario statunitense ha confermato a CBS News che i cinque militari facevano parte delle forze speciali che erano state dispiegate a Cipro nel caso fosse stata ordinata l’evacuazione del Libano o di Israele. 

Il Comando USEUCOM è responsabile delle operazioni militari statunitensi in Europa, in alcune zone dell’Asia e del Medio Oriente, nell’Artico e nell’Oceano Atlantico.

L’elicottero “ha subito un incidente ed è precipitato“, ha dichiarato sabato l’USEUCOM in un comunicato, aggiungendo che le ricerche dei militari sono iniziate immediatamente ma non hanno ancora avuto successo.

L’incidente è stato “puramente legato all’addestramento e non ci sono indicazioni di attività ostili“, ha precisato l’USEUCOM.

Gli Stati Uniti hanno schierato un gruppo d’attacco di portaerei nell’area come parte degli sforzi per evitare che la guerra tra Israele e Hamas si trasformi in un conflitto regionale. Washington ha fornito un rapido sostegno militare a Israele e ha rafforzato le sue forze nella regione – con le portaerei USS Ford e Eisenhower ed altre navi da guerra. 

La USS Gerald R. Ford e il suo gruppo d’assalto sono stati dispiegati nel Mediterraneo orientale nei giorni immediatamente successivi all’attacco.

La USS Dwight D. Eisenhower e il suo gruppo d’assalto sono stati inviati nel Golfo Persico, poiché nelle ultime settimane le basi militari statunitensi in Iraq e Siria hanno visto un aumento degli attacchi da parte di gruppi di miliziani sciiti sostenuti dall’Iran.

Il segretario del Dipartimento della Difesa Austin ha anche inviato nella regione altri sistemi di difesa aerea.

Nelle ultime settimane le forze Usa nella regione hanno , di fatto, subito un’impennata di attacchi, legati al conflitto in corso a Gaza. Gli americani hanno subito quaranta attacchi che hanno provocato il ferimento lieve di alcuni militari. 

Washington ha accusato le milizie sostenute da Teheran per la violenza e ha effettuato tre attacchi contro siti legati all’Iran in Siria, due il 26 ottobre, uno mercoledì e un altro ieri sera.

Sale la tensione ai confini con Libano e Siria

Libano. Nelle ultime ore si sono intensificati i combattimenti e il lancio di razzi da parte di Hezbollah dal sud del Libano verso il nord di Israele. Sarebbero 15 i lanci effettuati nelle ultime ore. Il sistema di difesa antimissili Iron Dome  ne ha intercettati quattro mentre gli altri sarebbero caduti in aree non popolate. Altri razzi anticarro sono stati lanciati verso le località di Zarit, Yifatch e Aramshe.

Siria. Circa 700 combattenti siriani, iracheni, libanesi e palestinesi filo-iraniani sono stati dispiegati nelle ultime ore nella Siria sud-occidentale a ridosso delle Alture del Golan, alture da sempre contese da Israele. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani, che si avvale di una fitta rete di fonti locali. Le fonti affermano che le forze ausiliarie filo-iraniane sono dispiegate nelle regioni di Qunaytra e Daraa, colpite regolarmente nell’ultimo mese da raid aerei e di artiglieria israeliani. Finora l’esercito regolare siriano non è intervenuto direttamente nel conflitto in corso tra Israele e le forze filo-iraniane della regione.

Non a caso gli Stati Uniti hanno colpito nuovi siti collegati all’Iran in Siria. Lo ha annunciato, in una nota, il segretario alla Difesa Lloyd Austin. Si tratta, ha spiegato il capo del Pentagono, di attacchi contro due siti collegati all’Iran nell’est della Siria: ”Le forze militari statunitensi hanno condotto attacchi di precisione su strutture utilizzate dal Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane e da gruppi affiliati all’Iran in risposta ai continui attacchi contro militari americani in Iraq e Siria”.

La situazione a Gaza e lo scambio di prigionieri

Da ieri si rincorrono le voci di un probabile accordo sui prigionieri. Lo scambio si riferisce ad almeno 80 persone come contropartita alla liberazione di donne palestinesi trattenute da Israele. A mediare con Israele ci sarebbe il Qatar e l’Egitto.

Benyamin Netanyahu ha dichiarato, in un’intervista al programma ‘Meet the Press‘ della Nbc che “potrebbe esserci” un accordo per liberare gli ostaggi detenuti da Hamas. Il premier israeliano ha spiegato che prima che iniziassero le operazioni di terra a Gaza nessuna intesa era possibile. “Ma poi le cose sono cominciate a cambiare“, ha dichiarato.

Sui prigionieri i miliziani di Hamas, invece, avrebbero poi  sospeso le trattative, secondo il giornale israeliano Haaretz ,a causa della gestione dell’ospedale Shifa a Gaza.

Nel frattempo, secondo la stampa israeliana, sarebbe stato aperto un corridoio umanitario dall’ospedale Shifa verso Sud. Secondo i medici dell’ospedale 700 sarebbero i pazienti in grave pericolo di vita che necessitano il trasporto verso altri ospedali al sud. Si tratta di pazienti che hanno bisogno delle macchine per sopravvivere come i dializzati. 

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