Emergenza Coronavirus: “Governare un Paese non è da tutti”, ora solo l’unità nazionale!

(di John Blackeye) Ma in questo momento di crisi nazionale sorge spontanea a tutti una domanda: chi abbiamo alla guida della Nazione? Chi sta gestendo l’emergenza?

Il sistema politico nazionale messo in piedi negli ultimi decenni ha fatto si che nei posti di potere ci arrivasse gente che non vantava uno specifico curriculum ma che era in linea con un partito politico piuttosto che con un altro.

Se si fa la conta delle recenti legislature si capisce che nessuno dei Presidenti del Consiglio sono stati votati dal popolo. Nessuno aveva una specifica capacità politica o competenza generale se non quella di districarsi nelle anse e meandri dei palazzi. E forse in quest’ultima legislatura non abbiamo nemmeno un esperto in tal senso.

Dirigere una nazione nei momenti come questi richiede tanta professionalità e capacità di comandare: cioè qualcuno deve prendere decisioni e le deve rendere efficaci con l’aiuto degli strumenti che la legge gli concede.

Non è il momento di fare polemiche ma se vediamo quello che è successo nelle settimane scorse ci viene spontaneo chiederci cosa sarà del nostro futuro prossimo. La chiara sensazione, comune a tutti gli italiani, che in questi giorni stanno trascorrendo il loro tempo facendo zapping tra un telegiornale è l’altro, è quella che chi è in alto emani decreti forse con lo scopo poco chiaro di mettere a posto le carte, di giustificare il proprio operato. Infatti, se un provvedimento viene emesso ma non ha efficacia, cioè se sino a ieri sera non si è stati in grado di fermare i movimenti delle persone dalle zone rosse e dalle Regioni contaminate, allora cosa si emettono a fare i decreti?

Le risposte sono due o forse più di due. La prima è che si cerca di giustificare il proprio operato in un contesto in cui non si sa cos’altro fare, a prescindere dal raggiungimento dei risultati auspicati. La seconda, la peggiore, è che non si sa cos’altro fare.

Il disorientamento è generale e forse questo è il male tra il mali. Nemmeno dieci giorni fa il virus imperversava in gran segreto sul territorio nazionale e nessuno ha avuto l’ardire di tirare in ballo l’Esercito per bloccare ogni via di accesso e di uscita dalle zone maggiormente contaminate.

Ieri hanno emanato un decreto ma nel solito sistema a falle della pubblica amministrazione italiana, la bozza del provvedimento è stata spiattellata su tutti i TG nazionali consentendo a chi era a casa di mettersi in viaggio per il Sud in un ultimo disperato spostamento verso la terra del Sole dove apparentemente il virus non ha causato i danni che ha causato al Nord.

Di fronte a queste situazioni è chiaro che bisogna fare squadra, bisogna fare muro, occorre lavorare tutti assieme ma con un maggior livello di professionalità e di determinazione, a fronte di settimane passate ad ascoltare le bocche della finanza preoccupate di regolarizzare sforamenti nel debito pubblico.

Qualcuno diceva: “se tutto va bene, siamo rovinati”. Ecco, abbiamo le forze e le eccellenze per poterlo evitare a questo aggiungiamo il “quid” in più che noi italiani abbiamo sempre manifestato scrivendo le pagine del nostro passato. Poi, uno sguardo al buon Dio, dimenticato da tutti, è Lui che ha i lembi dell’Universo tra le sue mani ed è lui l’unico che può aiutarci a venir fuori da qui.

Emergenza Coronavirus: “Governare un Paese non è da tutti”, ora solo l’unità nazionale!

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