Esclusivo, chef di Putin avrebbe pagato le fake news del Russiagate

   

Gli investigatori Usa del Russiagate ritengono che a finanziare la società tecnologica russa “Internet Research Agency” (Ira) di San Pietroburgo, che ha usato i social media per diffondere fake news nelle elezioni americane, sia stato l’oligarca locale Ievgheni Prigozhin, soprannominato dai media russi “lo chef” di Putin. Lo riferisce la Cnn citando fonti investigative anonime. Nella società c’era un “dipartimento delle provocazioni” dedicata a seminare fake news e divisioni sociali in Occidente.Dopo aver speso negli anni 80, nove anni in prigione per frode e rapina, Prigozhin si è lanciato nel settore del catering e della ristorazione fino ad organizzare le feste di compleanno di Putin e le cene dei suoi ospiti, da George W Bush a Jaques Chirac. In seguito ha vinto contratti redditizi per le scuole e le forze armate russe. Nota la vicenda per la quale è stato sanzionato dal tesoro americano per il suo sostegno finanziario all’occupazione militare russa dell’Ucraina.

Intanto l’inchiesta sul Russiagate continua. Sean Spicer, l’ex portavoce del presidente Donald Trump, e’ stato interrogato ieri dal team del procuratore speciale Robert Mueller che indaga sul Russiagate. Lo riporta Politico, sottolineando che l’interrogatorio si e’ protratto per quasi tutto il giorno e che Spicer è stato incalzato, in particolare, sul licenziamento dell’ex direttore dell’Fbi, James Comey, e sull’incontro di Trump nello Studio Ovale con il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e l’ex ambasciatore di Mosca a Washington, Serghei Kislyak. L’ex capo di gabinetto di Trump, Reince Priebus, è stato sentito venerdì scorso. Nei prossimi giorni, scrive Politico, saranno sentiti anche l’attuale capo della comunicazione della Casa Bianca, Hope Hicks e l’avvocato della Casa Bianca, Don McGahn, anche se per loro non è ancora stata fissata una data.

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