Grazie Cina per gli aiuti, ma  in borsa non toccare “i nostri gioielli di famiglia”

(di Massimiliano D’Elia) Il contenuti “urlati” dal leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni su un video Fb che ha totalizzato più di 7 milioni di visualizzazioni non sono passati inosservati a chi deve controllare sui cosiddetti “gioielli di famiglia“.  Parliamo di quei beni e asset nazionali di natura strategica che in un momento di emergenza (Covid-19), dove le borse, specialmente quella italiana, soffrono, altissimo è il rischio che dall’estero “qualcuno” possa lanciare mega offerte per acquisire a prezzi stracciati alcune delle nostre colonne portanti nazionali. Dall’energia alle telecomunicazioni, dalla difesa all’aerospazio, fino ad arrivare al settore delicato dei big data e dell’intelligenza artificiale. 

L’allarme era già suonato all’interno del CopasirComitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica –  ma anche alla  ConsobCommissione Nazionale per le Società e la Borsa – dove si parla di “Nazionalizzare contro la svendita“. 

Da Parigi ieri, però,  è suonato il vero allarme  quando il ministro dell’Economia Bruno La Maire  ha detto: “Parigi è pronta a effettuare delle nazionalizzazioni, se necessario“. A non perdere l’occasione offerta dal ministro francese è stato direttamente il presidente del Copasir Raffaele Volpi: “Quella di Le Maire è una vera e propria lezione di difesa degli assetti strategici. Prima ancora di mettere dei soldi lo stato francese  manda un avviso a eventuali soggetti che potrebbero voler approfittare per comprare a prezzi di saldi assetti strategici, addirittura si arriva ad evocare la nazionalizzazione come estrema ratio“.

Il leghista a capo del massimo Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica auspica una logica della “deterrenza”, una logica alla quale dovrebbe guardare anche il Governo. Anche perchè il rischio di vere e proprie razzie in borsa “urlato” dalla Meloni  ai quattro venti, non è il frutto dell’impeto nazionalista del leader di Fratelli d’Italia, ma si potrebbe davvero concretizzare. Il concetto pare sia stato sussurrato anche all’orecchio dei membri del Copasir dagli uomini della nostra intelligence. 

Nelle varie anime della maggioranza di Governo sull’argomento si registra un certo nervosismo. Al momento, così come riporta il Foglio, solo il Pd e parte del Movimento 5 Stelle spingerebbero per l’auspicio di Volpi. Sul piede di guerra sono, infatti, Enrico Borghi, membro dei dem nel Copasir e  Carmelo Miceli, responsabile per la Sicurezza nella segreteria nazionale del partito, che hanno avanzato la richiesta di chiarimenti da parte della Consob su eventuali speculazioni seguite alle “incredibili” dichiarazioni di Christine Lagarde.

Al riguardo i due dem hanno interessato anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Vogliamo delle rassicurazioni che la Consob stia vigilando come deve“, dice Borghi alFoglio, col tono di chi rivendica di averlo già “detto in tempi non sospetti che l’indicazione di Paolo Savona alla presidenza di un ente cosi delicato non era la più adeguata“.

All’interno del Copasir non è solo il presidente Volpi a lanciare l’allarme ma  anche l’esponente del M5s nel Copasir Zennaro, afferma: “Dopo l’annuncio di Le Maire, credo che anche la nostra Cdp vada potenziata e dotata degli strumenti sia finanziari sia legali per renderla un soggetto in grado di tutelare le imprese italiane, un po’ come un fondo sovrano nazionale“.

Enrico Borghi del Pd spiega, al riguardo degli asset strategici: “Su questi comparti è in corso un riallineamento complesso che, se affidato alle solo dinamiche di mercato, ci vedrebbe soccombenti. Qui nessuno sta rimpiangendo la vecchia Iri dei panettoni di stato. Ma credo sia inutile invocare il rispetto delle leggi del mercato quando hai a che fare con colossi come Huawei e Zte dietro cui non c’è la libera iniziativa di un imprenditore illuminato, ma ci sono il governo e l’esercito della Cina.

Zennaro del M5S: I gesti di solidarietà sono apprezzatissimi. (il riferimento è agli aiuti della Cina all’Italia nell’attuale emergenza del #coronavirus). Ma se la solidarietà diventa l’alibi per operazioni di minaccia alla sicurezza nazionale e per estendere in maniera più profonda le mire sul nostro paese, la risposta deve essere una sola: `No, grazie‘. Non ci si può fidare di chi non rispetta le regole del mercato occidentale“.

A rincarare la dose il dem Borghi: “Il covid-19 rischia di essere una tragica distrazione di massa che potrebbe consentire  a certi attori stranieri di esercitare una nuova egemonia. Ma non siamo a una riedizioni del `92, e non acconsentiremo a nessuna svendita di asset. D’altronde, al largo del porto di Napoli non mi risulta ci sia ormeggiato nessun panfilo Britannia“. 

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Grazie Cina per gli aiuti, ma in borsa non toccare “i nostri gioielli di famiglia”