Libia, Haftar si schiera contro le politiche razziste di Salvini e chiede aiuto all’Ue

Khalifa Haftar ha sensibilizzato  l’Unione europea a “porre fine alla politica razzista del ministro dell’Interno, Matteo Salvini”: è quanto si legge in un comunicato diffuso nella notte dalla Sala delle operazioni aeree dell’Lna. La notizia è riportata dall’agenzia di stampa italiana Nova.

Le milizie di Haftar negano ogni responsabilità del raid aereo che nella notte tra martedì e mercoledì ha colpito il centro di detenzione di migranti di Tajoura, causando almeno 44 morti e 130 feriti. I dati sono stati forniti dalla Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil). Haftar ha addossato la colpa, invece, al Governo di accordo nazionale (Gna) guidato da Fayez al Sarraj. Lo scorso primo luglio, il ministro dell’Interno italiano aveva incontrato Sarraj a Milano per un colloquio privato. Questa visita avrebbe dato il pretesto a Haftar di accusare Salvini: “la ragione principale dell’accumulo di migranti nella regione occidentale della Libia è causata dai respingimenti nel Mar Mediterraneo “rimettono questi migranti nelle mani degli stessi trafficanti da cui sono fuggiti” in quella che viene definita come “una palese violazione delle regole di base dei diritti umani e dei valori umani”.

Il ministro Salvini, ieri, aveva apertamente accusato il generale Haftar del massacro di Tajoura. “Spero che la comunità internazionale si svegli. La responsabilità è di Haftar, è un atto criminale. Mi auguro che non ci sia più nessuno, e non cito i francesi, che per interesse economico e commerciale sostiene qualcuno che bombarda obiettivi civili. Se la comunità internazionale non interviene adesso, a sostegno di un governo legittimamente riconosciuto dall’Onu, mi domando che cos’altro bisogna aspettare“.

La stessa Comunità internazionale, secondo l’Lna, dovrebbe invece attivarsi per “salvare i migranti illegali dalla morsa delle milizie criminali della Libia occidentale”, che utilizzano il traffico di esseri umani “per realizzare profitti con i paesi interessati al dossier dell’immigrazione”. Il Governo di accordo nazionale sostenuto dalle Nazioni Unite, aggiunge la nota, “continua a ricevere aiuti esterni con il pretesto della lotta alle migrazioni illegali e riempie le tasche dei ladri e dei trafficanti di esseri umani”. A gestire i centri di detenzione sarebbero “gli stessi trafficanti e gli stessi leader delle milizie che traggono profitto dalla tratta di esseri umani, via terra e via mare, sotto il nome di lotta alle migrazioni illegali; sono le stesse persone che sottopongono questi migranti a schiavitù e lavoro forzato”, prosegue la nota dell’Lna.

La responsabilità del raid aereo di Tajoura “ricade pienamente sul Consiglio presidenziale”, si legge nel comunicato. “Estendiamo le nostre profonde condoglianze alle famiglie delle vittime e auguriamo una pronta guarigione ai feriti. Il Consiglio presidenziale incostituzionale, che ha concluso accordi sbagliati sulla questione dell’immigrazione, è pienamente responsabile della tragedia dei migranti illegali ammassati in rifugi non adatti agli esseri umani e gestiti da assassini, criminali e trafficanti. Il centro di detenzione di Tajoura “non è mai stato nella lista degli obiettivi” dell’Lna e “nessun’arma è stata mai utilizzata per colpire la struttura”, aggiunge il comunicato. “La Sala operativa dell’Aeronautica dispone di un database altamente sofisticato con le coordinate e le posizioni di tutti i rifugi, i centri di detenzione e le prigioni collocate nell’elenco dei siti vietati in qualsiasi circostanza, anche se utilizzati dal nemico come siti per operazioni ostili. Questo si basa sulla nostra convinzione che i migranti siano solo ostaggi nelle mani di queste bande; sono vittime di politiche spregevoli, come il resto del nostro popolo”, prosegue ancora il comunicato.

L’esercito di Haftar ha quindi accusato gli aerei da guerra partiti “da Misurata o dall’aeroporto di Mitiga” di aver bombardato il centro di detenzione di Tajoura.I tempi dell’incidente coincidono esattamente con le sortite di aerei ostili decollati sia dalla base aerea di Mitiga e che dall’Accademia di Misurata. Questi aerei da guerra hanno effettuato almeno un raid all’incirca nello stesso periodo nella città di Tajoura. Non sappiamo dove siano state effettuate le altre sortite. Tutte le prove suggeriscono che una grande quantità di munizioni è esplosa nel vicino sito della milizia Al Daman, 15 minuti prima del bombardamento del centro”, si legge ancora nella nota.

Le forze di Haftar hanno accusato la missione di sostegno delle Nazioni Unite (Unsmil) in Libia di “pregiudizi”

Il riferimento è alle accuse di omicidi extragiudiziali dei feriti di Haftar compiuti dalle forze affiliate al Consiglio presidenziale nell’ospedale di Gharian, città libica situata 80 chilometri a sud di Tripoli recentemente riconquistata dal Governo di accordo nazionale (Gna) riconosciuto dall’Onu: ““Condanniamo la politica dei doppi standard praticata dall’Unsmil, guidata da Ghassan Salamé, e le sue accuse secondo cui il raid è stato compiuto deliberatamente dalle nostre forze. La posizione dell’Unsmil è pienamente coerente con quella del Consiglio presidenziale incostituzionale, mentre chiude un occhio sul massacro di Gharian che Salamé considera ‘un importante sviluppo’ per le milizie di Skhirat (località del Marocco dove è nato il Consiglio presidenziale nel dicembre 2015) in una dichiarazione rilasciata il giorno dopo il massacro”.

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