Il futuro dell’aeronautica: Droni e Intelligenza Artificiale

Shield AI fornirà il proprio sistema di  intelligenza artificiale all’azienda Kratos Defense & Security Solutions per integrarlo nel drone XQ-58 Valkyrie segnando così il via ai programmi per sviluppare l’integrazione tattica dei sistemi d’arma guidati dagli uomini con sistemi autonomi gestiti dall’intelligenza artificiale.

(di Andrea Pinto) Il sistema della Shield AI è già utilizzato nel caccia F-16 VISTA modificato e nel drone V-BAT. Ora l’azienda ha sviluppato un sistema per il drone XQ-58 Valkyrie, il cui futuro impiego potrebbe vederlo al fianco di avanzatissimi velivoli militari di quinta e sesta generazione. Non a caso il mese scorso, il Corpo dei Marines si è dotato di droni Valkyrie per iniziare il programma che prevede il loro utilizzo insieme con  agli aerei F-35B e F-35C Lightning II, per ora come piattaforma di guerra elettronica.

Secondo il costruttore del drone l’intelligenza artificiale permetterà all’APR di operare in assenza di comunicazioni e segnali GPS, una misura, dopo l’esperienza della guerra in Ucraina, per non essere individuati e neutralizzati dalle contromisure di guerra elettronica.

L’azienda produttrice del drone, la Kratos ha recentemente fornito il costo della nuova versione che si aggira intorno a 6,5 milioni di dollari su una produzione in piccola scala. Laddove venisse prodotto in maniera importante (100 o più droni per anno), il costo potrebbe abbassassi a 2 milioni di dollari per esemplare. Costi sicuramente inferiori ai programmi più noti per la costruzione di caccia di quinta e sesta generazione.

Il New York Times ha pubblicato un articolo in cui vengono descritti i test effettuati sul drone futuristico XQ-58A  (Valkyrie). Il drone Valkyrie può viaggiare a 885 km/h, arrivare a sfiorare i 14.000 metri di quota, con un’autonomia che supera i 5.000 chilometri. Ha dei sensori molto avanzati che gli permettono di raccogliere in volo un’enorme quantità di dati sulla situazione militare sul campo per poi elaborare delle decisioni attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Droni XQ-58A potrebbero in futuro affiancare i piloti militari durante le loro missioni di guerra aprendo così la strada ad un’innovazione strategica unica su cui molte aeronautiche a livello mondiale si starebbero indirizzando: l’attività operativa sarà svolta dall’integrazione dell’uomo con sistemi in volo gestiti completamente dall’intelligenza artificiale. 

Un killer senza scrupoli

L’ innovazione dei droni XQ-58A, rispetto a quelli utilizzati ad esempio nel conflitto russo-ucraino, è costituita dal fatto che non sono gestiti dall’uomo da remoto ma sono autonomi nelle loro decisioni perchè in possesso di propria intelligenza artificiale. Loro decidono i bersagli, loro decidono di uccidere senza alcuna riserva. Loro sono in grado di uccidere autonomamente i nemici umani. La risoluzione di alcuni di questi problemi etici, secondo l’US Air Force passa dalla condizione che, prima di eliminare le minacce nemiche, XQ-58 debba ricevere l’approvazione umana.

Prima dell’utilizzo di Valkyrie nelle missioni ufficiali, secondo alcuni generali dell’Air Force intervistati dal New York Times, serviranno dai 5 ai 10 anni, al netto delle problematiche da dirimere sul piano etico del loro utilizzo.

I programmi APR americani

In funzione anti Cina il Pentagono ha deciso di investire ingenti risorse nei programmi che prevedono nel giro di due anni la costruzione di migliaia di droni di piccole e grandi dimensioni. Droni volanti, a terra, marini e sottomarini e potenzialmente anche in orbita, in grado di muoversi in sciame o di operare completamente da soli.

Non solo Valkyrie ma anche il Venom: un programma americano che prevede piloti all’interno di sei caccia F-16 dotati di un’AI in grado di gestire le decisioni più importanti della missione. 

Tra i programmi più innovativi il Replicator è stato presentato dal segretario alla Difesa degli Stati Uniti Kathleen Hicks che ha così enfatizzato sull’argomento dei droni e dell’AI:”Replicator ha lo scopo di aiutarci a superare il più grande vantaggio della Cina, che è la quantità. Più navi. Più missili. Più persone. L’America non usa il nostro popolo come carne da cannone come fanno alcuni rivali. Il nostro vantaggio è l’innovazione e lo spirito delle nostre persone”.  

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