Iran entra nella SCO e punta all’Africa e al Brics

L’Iran per evitare l’isolamento dall’Occidente il 4 luglio scorso in India è entrato a far parte della SCOShanghai Cooperation Organization– diventando così il nono membro effettivo alla pari di India, Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Pakistan. L’Iran fino al 4 luglio scorso era invitato ai vari incontri della SCO solo come osservatore.

Ora inizia la fase in cui l’Iran, per poter trarre vantaggi dall’Organizzazione, deve riuscire a fornire beni e prodotti con caratteristiche competitive al mercato di altri Paesi per essere competitivi e raggiungere un commercio equilibrato con gli altri membri della SCO. Obiettivo della SCO è quella di passare dal commercio in dollari statunitensi all’utilizzo delle proprie valute.

L’Iran ha cercato di ridurre la sua dipendenza dal dollaro in risposta alle sanzioni statunitensi e comunitarie imposte al sistema bancario iraniano negli ultimi anni. Tali sanzioni hanno ostacolato la capacità dell’Iran di far parte del libero commercio internazionale perchè monopolizzato dagli scambi in dollari.

Gli osservatori internazionali pensano che l’Iran non gioverà nell’immediato dei vantaggi di appartenere alla SCO perchè l’Organizzazione dei 9 non è come la NATO o l’Unione Europea, dove i membri godono di alcuni privilegi come la difesa reciproca o l’integrazione economica. La SCO funziona come una sorta di organizzazione ad hoc che si riunisce in diversi forum.

A margine di questi forum, l’Iran ha l’opportunità di confrontarsi con molti Stati dell’Asia centrale, Russia, Cina, India e Pakistan. Ma in termini di benefici gli effetti sono davvero piuttosto marginali.

L’impegno nella SCO, poiché non è un’istituzione così solida come molti dei suoi equivalenti europei, si basa sulla riunione dei ministri degli Esteri dei rispettivi Paesi e sulla pianificazione delle discussioni al grande vertice annuale. Questo vertice consiste in una sessione plenaria in cui i leader votano le varie proposte discusse in precedenza.

Oltre alla SCO il leder iraniano Ebrahim Raisi vuole puntare all’Africa. Ha effettuato un tour africano di tre tre giorni visitando Kenya, Uganda Zmmbabwe. Durante gli incontri sono stati firmati 21 accordi di cooperazione legati al settore economico.

A margine degli incontri Raisi ha detto: “Le relazioni con l’Africa sono significative quanto quelle che il continente ha con i Paesi asiatici. Abbiamo discusso un meccanismo di scambio per consentire all’Iran di ricevere beni di base dall’Africa in cambio di materiali petrolchimici iraniani“.

Non solo SCO e Africa ma anche il marcato interesse a far parte della Brics, la comunità internazionale a cui fanno parte Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. L’attivismo iraniano in campo internzionale ha suscitato l’attenzione di Stati Uniti, Arabia Saudita e Qatar.

L’Iran forte della seconda più grande riserva di gas al mondo vuole far valere questa superiorità energetica per intessere nuove relazioni ed uscire dalla tenaglia delle sanzioni di Usa e Ue.

Teheran sostiene che far parte del Brics potrebbe essere un valore aggiunto per tutte le parti in causa, in funzione antioccidentale.

La Russia dalle parole del suo ministero degli Esteri non può far altro che sostenere l’intenzione di Iran, Africa e Argentina di voler entrare nel Brics. L’Africa, o almeno quei Paesi che non vogliono dipendere dall’Occidente, hanno espresso il desiderio di sostituire la moneta per gli scambi commerciali internazionali passando dal dollaro Usa ad altre monete stranire come rubli, yen e rupie.

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