La vittoria mutilata della Bellanova: Tanti i paletti per gli “invisibili”

(di Francesco Matera) In serata la conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri che ha decretato la maxi manovra da 55 miliardi per il “Rilancio” dell’Italia. Una pioggia di denaro per cercare di non lasciare indietro nessuno, tante le misure a sostegno dei dipendenti e degli autonomi, della scuola e ricerca e per la la sospensione delle imposte per le aziende. La ministra Teresa Bellanova quando ha parlato delle misure a favore di centinaia di migliaia di migranti, definiti “gli invisibili” , ha anche colorito l’annuncio con le lacrime, a dimostrazione che la posizione estrema assunta la settimana scorsa è stata sofferta: “aveva minacciato le proprie dimissioni” se non fosse stata accontentata. Così la Bellanova: “Ha vinto la dignità delle persone, che adesso potranno chiedere tutele”.

Regolarizzare tantissimi invisibili ha fatto gioire Italia Viva e il Pd ma ha fatto storcere il naso ai pentastellati, poco entusiasti della misura. Certo è che ora le opposizioni hanno un argomento “nuovo” per continuare ad attaccare le politiche del Governo.  

In dettaglio il Sole24Ore ci spiega  i vari paletti che contraddistinguono la misura a favore dei numerosissimi migranti irregolari presenti sul suolo italiano.  Paletti voluti soprattutto dal Movimento 5 Stelle, per riuscire a digerire il provvedimento. 

La maggior dei migranti lavora come agricoltore, colf oppure badante. Dal 1° giugno al 13 luglio 2020 le date fissate per presentare istanza di regolarizzazione tramite lo sportello unico per l’immigrazione, a patto che siano stati fotosegnalati in Italia prima dell’8 marzo o abbiano fornito dichiarazione di presenza. Importante è l’indicazione della durata del contratto di lavoro e la retribuzione convenuta, non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro. 

I migranti con permesso di soggiorno scaduto alla data del 31 ottobre 2019 ma già impiegati nel lavoro agricolo o domestico potranno chiedere in Questura un permesso temporaneo per la  ricerca di lavoro della durata del sei mesi, convertibile in permesso di lavoro in caso di assunzione con contratto di lavoro subordinato. 

La spese per la sanatoria dei casi non dichiarati (nei settori: agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura, assistenza alla persona, lavoro domestico) è  a carico del datore  di lavoro che sottoscrive il contratto di soggiorno con un contributo forfettario di 400 euro, a copertura degli oneri connessi all’espletamento della procedura di emersione, oltre a un ulteriore unico versamento per le somme dovute a titolo retributivo, contributivo e fiscale il cui ammontare sarà stabilito con decreto interministeriale. 

Per il  permesso di soggiorno temporaneo si dovranno pagare, invece, 160 euro, di cui 30 per la spedizione della domanda. 

Critico il presidente di Confagricoltura. “Quello che veramente serviva alle imprese agricole italiane era manodopera qualificata: la vera priorità era l’effettiva attuazione dei Corridoi verdi per far tornare in Italia i lavoratori Ue stranieri con provvedimenti di espulsione, segnalati per terrorismo, condannati per delitti contro la libertà personale, droga, favoreggiamento della prostituzione o considerati una minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato”.

È un buon accordo – sottolinea il ministro del Lavoro Catalfo che centra un obiettivo per me imprescindibile: l’emersione del lavoro nero e la garanzia dei diritti dei lavoratori”.  La ministra ha anche ottenuto che nel decreto entrasse una norma per consentire al percettori di reddito di cittadinanza, Naspi e ammortizzatori di accettare una proposta di lavoro in agricoltura senza perdere il diritto al beneficio. 

 

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