Draghi con maggioranza variabile e trasversale in Parlamento

(di Francesco Matera) Il Presidente Mattarella ha lasciato carta bianca a Mario Draghi sulla scelta dei ministri e sul metodo da utilizzare per la formazione del nuovo governo. Mario Draghi nonostante non sia previsto dalla Costituzione inizia oggi le consultazioni con le varie forze politiche. Un modo per sentire, senza però cedere a ricatti, le richieste di coloro che dovranno poi sostenerlo nei due rami del Parlamento. Draghi detterà pertanto la sua linea, ancorandola alle tre principali emergenze del Paese: pandemia, economia e questione sociale. Certo è che dopo il terremoto innescato da Matteo Renzi ci sono ancora delle scosse di assestamento all’interno dei vari partiti nonchè nelle due maggiori coalizioni. Il Pd non vuole disperdere l’esperienza governativa maturata con M5S e Leu, anche perchè ci sono alle porte importanti elezioni amministrative, una fra tutte la scelta del nuovo sindaco di Roma. Nel centrodestra le varie anime ostentano unità e una comune linea che ad oggi non è ancora chiara. E’ davvero difficile invocare le elezioni di fronte ad una personalità come Mario Draghi, invocata da Silvio Berlusconi in prima persona e dallo stesso numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti che da tempi non sospetti è sempre stato in contatto con l’ex governatore della Bce; la Lombardia e il Triveneto, la base elettorale della Lega, non vogliono ascoltare soluzioni alternative a Draghi certi della svolta economica italiana con la guida di una mano esperta e universalmente riconosciuta e apprezzata. Matteo Salvini è dunque ad un bivio perchè Giorgia Meloni che cresce nei sondaggi di giorno in giorno, vuole le elezioni senza se e senza, proponendo l’astensione in Parlamento, una linea quest’ultima che però non porterebbe ad alcun incarico di governo, ovvero ad alcuna voce in capitolo nelle decisioni sul Recovery Plan italiano. Occorre trovare una soluzione intermedia per non spaccare il centrodestra. Non a caso Salvini da ieri ha iniziato a dire, appoggeremo Draghi ma non fino al 2023 con elezioni subito dopo aver messo il Paese in sicurezza e prima della nomina del nuovo Presidente della Repubblica. Una soluzione, quest’ultima, che potrebbe essere assimilata anche dalla linea intransigente di Fratelli d’Italia.

Dall’altra parte, di fronte all’appoggio a Draghi già annunciato da Pd e Iv, al momento annicchia Leu mentre nel Movimento dopo battaglie intestine a colpi di comunicati stampa e messaggi social, molto probabilmente si chiederà la linea da seguire al loro oracolo fatto in casa, la Piattaforma Rousseau.

Se tutto andrà nel verso giusto Mario Draghi potrebbe avere una maggioranza “variabile” ampia e trasversale in Parlamento che gli consentirà di poter governare con importanti margini di tranquillità.

Le nomine dei ministri, verso il “Dream Team”

Importante è un’altra partita, quelle delle nomine dei suoi ministri. L’ex presidente della Bce molto probabilmente protenderà per un sistema misto, politici e tecnici di primo livello messi a sistema per proporre a Mattarella una specie di “Dream Team”.

Le ipotesi in campo. Fabio Panetta, membro del board della Bce, gode di grandissima stima da parte di Draghi ma è difficile che lasci Bruxelles, la Belloni agli Esteri, Giovannini al Lavoro e un incarico a Cottarelli che potrebbe chiamarlo sia a dirigere un ministero economico sia ad avere un ruolo chiave nella gestione del Recovery plan e del fondi europei.

Roberto Gualtieri, molto stimato da Draghi potrebbe rimanere al Mef pronto a gestire i 209 miliardi del Recovery Fund destinati all’Italia.

Marta Cartabia, che sta molto a cuore al capo dello Stato, potrebbe finire alla Giustizia, per attuarne una riforma radicale. Luciana Lamorgese, uno dei pochi tecnici del governo dimissionario, potrebbe continuare a guidare l’Interno. Sia Roberto Speranza che Francesco Boccia potrebbero continuare a governare sia la Salute che i rapporti con le Regioni. In lizza rimangono anche sia Dario Franceschini che Lorenzo Guerini. Di fronte ai ministri del Pd dovranno trovare posto anche alcuni big del M5S e Iv. E quelli del centrodestra? Mi sa che se ne vedranno ancora delle belle. Giuseppe Conte nel frattempo è rimasto a Palazzo Chigi per mandare avanti la macchina dello Stato nelle esigenze correnti.

Draghi con maggioranza variabile e trasversale in Parlamento

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