Ponte sullo stretto sia! Mattarella firma il decreto, con inizio lavori a luglio 2024. Salvini: “100mila nuovi posti di lavoro”

Venerdì scorso il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto legge che dà il via all’opera dei sogni, sogni fatti da quasi tutti i governi a partire dal secondo dopoguerra. Il Ponte sullo stretto di Messina (3666 Km) è un progetto sontuoso da 10 miliardi di euro che aprirà i cantieri a partire da luglio 2024 fino al 2029. Anno in cui forse il nostro Paese potrà celebrare una nuova Unità d’Italia. Di fatto la Sicilia sarà parte integrante, a livello territoriale, del Bel Paese dando così un nuovo impulso all’economia del mezzogiorno – l’insularità dell’isola tiene bloccati circa 7 miliardi di euro l’anno. Con il collegamento all’alta velocità ferroviaria saranno anche dimezzati i tempi di percorrenza Roma-Palermo.

Il ponte dovrebbe poggiare su due piloni da 55 mila tonnellate, uno in Sicilia (Ganzirri), l’altro in Calabria (Cannitello). Sul terzo pilone non ci sono indicazioni precise ma è certo che dovrà sorreggere la campata unica da 3,3 km. Il ponte potrà resistere a terremoti di oltre 7 gradi della scala richter e a venti di oltre 270 Km/h.

Subscribe to our newsletter!

Il Ponte, secondo l’attuale progetto, potrà trasportare 6.000 veicoli all’ora e 200 treni al giorno. La relazione tecnica parla 11 milioni di passeggeri l’anno, confrontabili con il totale dei passeggeri all’anno movimentati dagli aeroporti siciliani. I collegamenti stradali tra Reggio Calabria e Messina prevedono uno sviluppo totale di 10,4 km, di cui il 71% in galleria, nel tratto siciliano e uno sviluppo totale di 9,9 km, di cui il 41% in galleria, nel tratto calabrese.

L’opera avrà 6 corsie stradali, 3 per ciascun senso di marcia e 2 binari ferroviari. Ci sono 65 metri di altezza di canale navigabile centrale per il transito di grandi navi, con volume dei blocchi d’ancoraggio pari a 533.000 metri-cubi.

Il ministro Salvini è soddisfatto e parla di oltre 100 mila nuovi posti di lavoro, con inizio lavori nell’estate del 2024. Il Sole24Ore, grazie ad una fonte governativa, ha approfondito la tematica delle ditte appaltatrici. Il giornale economico ha scritto che “ricominciare da zero avrebbe comportato tempi biblici e non c’era altra scelta“. E’ stata, pertanto, resuscitata la concessionaria, ormai da anni in procedura di liquidazione. E prima la legge di Bilancio 2023 e ora il decreto legge riportano in pista la Società Stretto di Messina spa, anche se con un nuovo assetto societario. Dalla partecipazione all’81% di Anas con un capitale sociale di circa 313 milioni, si passa a una società in house controllata da Mef e Mit per almeno il 51% delle quote. Per favorire questo passaggio e a copertura delle operazioni di cessione “si provvede nel limite massimo di 320 milioni attraverso versamento all’entrata di bilancio dello Stato e riassegnazione al pertinente capitolo dello stato di previsione della spesa” del Mef.

Sul progetto il Wwf parla di opera fallimentare, dagli elevatissimi e insostenibili costi ambientali, sociali ed economico-finanziari, rilevando come tutta l’area dello Stretto sia ricompresa in due importantissime zone di protezione speciale, pregiate sotto il profilo dell’ambiente.

Ponte sullo stretto sia! Mattarella firma il decreto, con inizio lavori a luglio 2024. Salvini: “100mila nuovi posti di lavoro”