Roma, i 100mila invisibili di piazza San Giovanni contro il green pass

   

(di John Blackeye) È l’ultimo sabato di settembre di questo 2021 che sta volando via tra mille problemi. Qualcuno dei problemi ce lo siamo trovato di fronte all’improvviso, altri invece ce li stanno creando. Il Sole sembra essere quello di ferragosto. La temperatura si aggira attorno ai trenta gradi. Sui prati di Piazza San Giovanni a Roma ci sono gruppi di ragazzi con i rasta che scrivono cartelli da mostrare a tutti. A fianco ci sono uomini e donne vestiti casual, di ogni età e di ogni generazione. È la prima manifestazione trasversale. Né destra e né sinistra.

Tutti contro il Green Pass. La vicina fermata della metropolitana continua a sfornare gente come “se piovesse”. In meno di un’ora la piazza e gremita fino all’inverosimile. Il passaggio delle auto sulle vie limitrofe è consentito ma con cautela visto che anche dall’altra parte della strada, in ogni direzione, tutti gli spazi sono stati occupati da tanta gente per bene.
Il problema riguarda fondamentalmente i lavoratori che sottoposti alle regole anti-covid dello Stato, non potranno recarsi sul posto di lavoro se non avranno il green pass. Ovviamente, il modo più veloce e semplice per avere in tasca il green pass sempre valido (almeno per 12 mesi continuativi) è quello di fare il vaccino.

Se non sei d’accordo a farti vaccinare sei costretto ad andare a lavorare mostrando il green pass dopo aver effettuato il tampone, valido per 48 ore, dopodiché lo dovrai ripetere a tue spese.

Politici, medici o pseudo tali, esperti e purtroppo tutte le Televisioni credono che si tratti di una grande trovata, cioè costringere la gente a fare tutti il vaccino. Peccato che si stiano violando, in un colpo solo, una miriade di diritti anche costituzionali. Ma siccome Governo, Parlamento, Partiti Politici e Media (si potrebbe aggiungere la Magistratura visto il tenore delle sentenze emesse sul tema sino ad ora) sono tutti dalla stessa parte, qualcuno al momento sta ritenendo che si possano calpestare i diritti dei lavoratori ponendo in essere un vero e proprio out out: o ti vaccini o ti sospendo lo stipendio (in sintesi).

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Il vaccino, se poi vogliamo, uno se lo farebbe pure. Ne abbiamo fatti tanti di vaccini, uno più o uno meno non cambierebbe la vita a nessuno. Peccato però che stia succedendo una cosa molto grave. Mentre TV, Radio e Giornali elevano il vaccino anti-covid19 a salvatore dell’Umanità, tra le famiglie, nei condomini, tra amici, cominciano ad emergere casi di reazioni gravissime avverse che ha procurato il siero. Anche a qualcuno di diretta conoscenza. Così, se da un lato si era stati pienamente convinti dalla TV che tutto andava bene “Madama la Marchesa” da un altro lato si comincia a fare i conti con Tizio, Caio e Sempronio che sono entrati in ospedale per reazioni avverse. Molti non ne sono usciti più.


Stranamente, succede nello stesso tempo, che vi sia un aumento delle morti improvvise ma nulla sembra scuotere le coscienze degli italiani che tra un Telegiornale monodirezionale, una partita di calcio ed un grande fratello, passando ore ammorbandosi davanti alla televisione, non hanno tempo e voglia per capire cosa stia succedendo.
Allora più di qualcuno si è fermato a pensare e ha deciso di contestare in maniera pacifica a Roma, in piazza San Giovanni: sabato 25 agosto c’erano cento mila “sobri” in attesa di un cambiamento di rotta.

Che si tratti di un fenomeno mediatico storico pericolosissimo che trova i suoi precedenti nel periodo ante guerra quando piano, piano, furono emanate le leggi razziali, si nota dal fatto che sebbene in piazza ci fossero decine di migliaia di tranquilli ma convinti manifestanti, nei TG della sera si è parlato di alcune centinaia di persone a cui sono stati dedicati quattro secondi di notorietà.


Nel rapporto del 15 settembre dell’Istituto Superiore di Sanità, a pagina 17, è pubblicata una tabella riassuntiva dell’andamento della malattia nell’ultimo mese da cui si evince che se è vero che 770 non vaccinati sono morti in trenta giorni ma è vero pure che ne sono morti 463 che erano stati vaccinati. Nello stesso periodo poi risultano presenti nelle terapie intensive più vaccinati che non.  Con l’aumento percentuale dei vaccinati ci sarà il sorpasso in contagiospedalizzazioniterapie intensive e purtroppo anche decessi fra vaccinati con doppia dose e non vaccinati. Come dimostra il rapporto sottostante è accaduto, per ora, per la fascia di età degli ultraottantenni per la prima volta. Circa 20 giorni fa era circolata la notizia che il Governo avrebbe voluto differenziare, nel rapporto giornaliero, i casi dei decessi tra vaccinati e non. Non è poi più successo perché difatti, come visto, non ci sono state evidenze così schiaccianti in tal senso.


La televisione continua, invece, con il suo “mantra”, senza mai riportare e approfondire, in maniera imparziale le informazioni, presentando quella che ormai è una certezza: “Se hai fatto le due dosi prima o poi il green pass ti scadrà e allora dovrai farne una terza e forse poi una quarta”.

Intanto aumentano i casi avversi e i decessi e per chi volesse avere una idea realistica sui casi è sufficiente trovare su Facebook o su Telegram pagine e canali (danni collaterali ecc.) in cui brava gente che la TV fa passare per cospiratori, chiede informazioni sulle patologie che sono insorte dopo il vaccino, nella speranza di trovare qualcuno che metta fine ad atroci malattie di cui, a causa del siero, stanno soffrendo milioni di italiani.

Le coscienze però restano preoccupate perché se il tuo datore di lavoro diventa il tuo nemico e i sindacati te li trovi dalla loro parte, allora qualcosa di grave probabilmente sta davvero succedendo, forse solo per salvare, in maniera bieca, l’economia di un Paese che continua, comunque, ad indebitarsi senza più il freno del “fiscal compact”, ad oggi sapientemente sospeso dall’Ue.