Egitto: i terroristi attivi solo su in 30 km2 del Sinai

L’Ufficio stampa del governo egiziano, ha dichiarato che “la stragrande maggioranza delle operazioni terroristiche ha luogo solo in un’area limitata del paese, nel Sinai nord-orientale che è vasta non più di 30 km quadrati”.

Secondo quando espresso nel comunicato, la strage alla moschea di Al-Rawda, rivelerebbe un “cambio” di strategia dovuto alla “disperazione” dei gruppi terroristi sotto “pressione” da parte delle forze di sicurezza. Il comunicato ricorda che l’Egitto si estende per circa “un milione di chilometri quadrati” (si desume quindi che la percentuale di territorio più colpito dai terroristi è pari allo 0,003% del totale). “Di conseguenza, l’Egitto come Stato, società e area è tranquillo, con la sua stragrande maggioranza” di abitanti “lontano dalle mani di sanguinari gruppi terroristici”, aggiunge la note del Servizio informazioni di uno Stato in cui il turismo vale circa il 15-20% della sua economia.

L’affermazione è più ottimista di quella che generalmente viene ripetuta da fonti ufficiali egiziane, con in testa ancora questo mese il presidente Abdel Fattah Al Sisi, che i terroristi siano attivi o nascosti solo in una “zona che rappresenta l’ 1 o 2%” del territorio complessivo della penisola del Sinai, che è vasta 60 mila km quadrati.

“Questo crimine rivela un chiaro cambio nella tecnica di questi terroristi e nella natura dei loro obbietti. Esso mette in luce la debolezza, disperazione e collasso che colpisce tali gruppi nella loro capacità sotto la pressione” delle forze di sicurezza, sostiene ancora la nota aggiungendo che ciò “li ha spinti a fissare i loro occhi sugli obbiettivi più facili” come gli “innocenti fedeli” della moschea di “Al-Rawda”.

Egitto: i terroristi attivi solo su in 30 km2 del Sinai

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