Governo tira dritto, confermato deficit al 2,4% per il 2019

Il premier italiano Giuseppe Conte ha rotto gli indugi e ha convocato una riunione a Palazzo Chigi per affrontare le criticità del Def e della manovra.   Presenti gli altri due vice premier, Luigi Di Maio, Matteo Salvini, il ministro dell’economia e finanze Giovanni Tria e il numero due della Lega e sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti.

Al termine dell’incontro è emerso che il governo tira dritto e non torna indietro. “Noi andiamo avanti e secondo me cresceremo anche di più del 2%, non dell’1,5%” precisa Salvini “Non abbiamo nessuna intenzione di fare alcun regalo a chi vuole l’Italia in ginocchio. Tiriamo tranquillamente e orgogliosamente dritti”. “Stiamo limando, aggiungendo, migliorando, Legge Fornero, pace fiscale, riduzione delle tasse. Le riunioni  le facciamo a prescindere da quello che dicono a Bruxelles perchè da persone serie stiamo limando al centesimo. Noi andiamo avanti: chi si ferma è perduto. Per quanto riguarda il mio ministero conto di risparmiare almeno mezzo miliardo di euro di spesa corrente alla voce accoglienza e immigrazione. E di questo mezzo miliardo circa 380 milioni andranno in assunzione di forze dell’ordine. Per fare questi conti devi essere preciso e i conti noi li stiamo facendo in maniera precisa“.

A dieci anni dalla crisi, l’Italia è in una situazione di ritardo inaccettabile nella crescita di economia e occupazione. È quanto rileva il ministro dell’Economia Tria nell’audizione sul Def. Che punta alla crescita e al calo del debito, spiega Tria, che si dice d’accordo col presidente della Camera sulla necessità di abbassare i toni nel confronto con Bruxelles riguardo i conti.

“Finora non c’è stata una esplosione dello spread come alcuni paventavano”: certo “ai livelli attuali non è accettabile. Pensiamo che spiegando la manovra possa scendere a livello normale”. “Gran parte dell’incertezza viene dal piano B” che, ha sottolineato il ministro Tria “è già stato chiarito dal governo fino in fondo collegialmente”.

“Sarà cruciale nei prossimi giorni confrontarsi con le istituzioni Ue, i mercati e le agenzie di rating – ha detto Luigi Di Maio sul rischio spread -. E’ auspicabile che il ministro dell’Economia e il presidente del Consiglio incontrino sia i rappresentanti delle agenzie di rating ma soprattutto la Commissione Ue per chiarire tutte quelle che sono le nostre linee di intervento che consentiranno all’Italia di crescere”.

“A breve avremo tutti i dettagli sulla manovra e avremo una riunione di coordinamento sulla legge di bilancio”, ha spiegato Di Maio sottolineando che “quando si conosceranno tutti i dettagli delle misure adottate” si allenterà anche la tensione sullo spread”. “La nostra – ha aggiunto – non è una manovra contro l’Europa né contro gli altri governi, spiegheremo a tutte le cancellerie e soprattutto alla Commissione che le nostre misure non sono assistenziali ma volte allo sviluppo economico del Paese”.

“Rispetto all’Fmi la penso come il premier Conte e credo che il tasso di crescita dell’Italia sarà più alto delle stime” del Fondo Monetario. “Ai commissari dico – ha aggiunto Di Maio – non parliamoci a mezzo stampa ma riuniamoci intorno ad un tavolo” per discutere veramente della manovra che stiamo presentando.

“E’ molto importante che il clima sia effettivamente sereno nelle discussioni tra uno stato membro e le istituzioni europee, lo prevedono le regole e il principio di leale cooperazione scritto nel trattato”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi in conferenza stampa con la collega norvegese Ine Eriksen Soreide, rispondendo ad una domanda sul confronto tra Roma e Bruxelles sulla manovra.

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, dopo la decisione dell’Ufficio parlamentare di bilancio di non validare le stime del governo contenute nella nota di aggiornamento al Def, sarà in audizione al Senato della Repubblica.

 

Governo tira dritto, confermato deficit al 2,4% per il 2019

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