Hanno incartato anche Luigi Di Maio

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(di Massimiliano D’Elia) Ieri In tarda mattinata  Luigi Di Maio ha sotterrato l’ascia di guerra: “il problema del vicepremier non esiste più”. Il leader politico del Movimento ha sempre tenuto l’asticella alta, durante i concitati giorni dell’interlocuzione con il Pd. Dopo i 10 punti programmatici, irrinunciabili, ha rilanciato coni altri 10, tant’è che il garante dei pentastellati Beppe Grillo è andato su tutte le furie: “sono inc…to con il ministro del Lavoro”.”i punti raddoppiati come alla Standa”.

 

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Ieri mattina prima dell’incontro con i parlamentari, ministri e sottosegretari grillini, Dario Franceschini con un twitter disinnesca le tensioni: “non siamo interessati ad un posto quale vice premier”. Ambienti del Pd fanno sapere di non essere contrari a cedere un ministero al capo politico del Movimento. Improvvisamente, le tensioni della mattina si placano e il clima diventa collaborativo. Questo ci fa pensare che allora era un problema di poltrone e non di programma.

Di Maio stempera anche con Giuseppe Conte, così, come riporta il Corriere della Sera: “Conte è una persona straordinaria e capace. Il M5S ha massima fiducia in lui e io stesso ho piena fiducia nella sua persona”, dice al suo entourage. “I ruoli di governo? Non esiste il problema dopo che il Pd ha rinunciato, dopo di che sarà Conte a prendere le sue decisioni, come è giusto che sia”. Come a dire: se il vicepremier vorrà indicare due vicepremier è sua discrezione e sua prerogativa farlo. E anche in quel caso, non è detto che sia io stesso Di Maio a fare il vice. Ma dai rumors di palazzo pare che il premier sia intenzionato a scegliere un tecnico di sua fiducia per l’incarico di sottosegretario. 

Dopo il saluto ai parlamentari grillini, Di Maio è rimasto con i suoi più stretti colleghi di partito per mettere giù la nuova compagine di governo: sembrerebbero confermati con un ruolo di primo piano Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro e Sergio Costa. Promozioni in vista per Laura Castelli, Nicola Morra, Stefano Patuanelli e Vincenzo Spadafora. 

Il sostegno al voto su Rousseau

Nel pomeriggio ministri parlamentari pentastellati hanno iniziato  a postare video e rilasciare interviste per sensibilizzare la base al voto. L’esito della consultazione ha ribadito Di Maio sarà dirimente. Si vota oggi dalle ore 09.00 alle ore 18.00. Purtroppo il programma di governo promesso agli iscritti della piattaforma ancora non è pronto perchè questa mattina sarà ancora oggetto di trattative e limature da parte di Pd e M5S. Su cosa voteranno allora gli iscritti? Sembra riduttivo esprimersi solo su “Sei d’accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?.

Il timing che porterà al governo giallo-rosso

Limati gli ultimi aspetti con le due nuove forze di maggioranza, Conte potrebbe potrebbe tornare mercoledì dal presidente della Repubblica, per sciogliere positivamente la riserva. L’intenzione è quella di presentare sia il programma del nuovo governo sia una lista dei ministri sui quali ovviamente confrontarsi con la saggezza del Capo dello Stato

A questo punto giovedì Conte potrebbe salire al Colle per prestare giuramento davanti al Capo dello Stato. Con lui alla cerimonia tutti i ministri, che si schiereranno poi per la foto di gruppo nel Salone delle Feste del Quirinale. Dopo il giuramento, il neo presidente del Consiglio andrà a palazzo Chigi per la simbolica cerimonia di consegna della campanella. 

Il premier potrebbe presentarsi alle Camere già venerdì per ottenere la fiducia del Parlamento. 

Giorgia Meloni, durante il voto di fiducia ha già dichiarato giorni fa che avrebbe portato gli italiani in piazza con il tricolore in mano, vedremo……

In sostanza hanno “incartato” anche Luigi Di Maio con il placet di Alessandro Di Battista & Company. L’obiettivo principale del nascente governo è quello di arginare la Lega di Matteo Salvini e sterilizzare provvedimenti tipo quota 100 e sicurezza uno e due.

Interessante la situazione che si verrà a creare dopo l’esito della votazione di Rousseau, laddove la base bocciasse l’alleanza con il Pd a guida di Giuseppe Conte. Oggi l’ultima puntata, forse, della crisi politica più pazza della storia repubblicana italiana.

 

 

Matteo Salvini ora assapora i “pop corn”

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Hanno incartato anche Luigi Di Maio

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